
Ispirato – seppur con una buona dose di fantasia – a eventi e personaggi reali, Miracle – lettere al presidente è il secondo film del coreano Lee Jang-hoon che parte come commedia romantica per approdare ad altri generi apparentemente inconciliabili.
Prima metà degli anni Ottanta del Novecento, il diciassettenne Jun-gyeong frequenta un liceo in città anche se vive in un villaggio isolato nelle campagne al centro della Corea del Sud. Ogni giorno il ragazzo deve affrontare un lungo viaggio, esponendosi a pericoli non sempre prevedibili perché il villaggio non ha strade di accesso, è attraversato da una linea ferroviaria soltanto, ma non esiste una stazione e i convogli passano in velocità senza mai fermarsi.
Una situazione che costringe gli abitanti a lunghe ore di cammino sui binari della ferrovia per uscire dal villaggio, un percorso pericoloso con gallerie e ponti sul fiume da attraversare, fino a raggiungere la stazione più vicina e salire sul treno. A ogni viaggio è in gioco la vita stessa, perché se i treni passeggeri hanno orari conosciuti che ne rendono prevedibile il passaggio, quelli merci possono sopraggiungere all’improvviso cogliendo i viandanti in punti che non offrono vie di scampo e in più di un’occasione qualcuno ne è rimasto vittima.
Studente brillante messosi in evidenza per le straordinarie capacità matematiche, il giovane Jun-gyeong scrive lettere al presidente della Corea per chiedere la costruzione di una stazione nel suo villaggio, che consenta di viaggiare in sicurezza. Giunto già alla cinquantaquattresima lettera senza aver ottenuto risposta, il ragazzo avrà la complicità della compagna di classe Ra-hee per insistere a perseguire il suo obbiettivo.

Opera seconda firmata Lee Jang-hoon, dopo l’esordio ancora inedito in Italia, Miracle – lettere al presidente è una commedia sentimentale con lampi comici – come la reazione all’originale gesto per mostrare le unghie – che ben presto vira al dramma, con un colpo di scena centrale che introduce sfumature imprevedibili e momenti di delicata poesia. Elementi diversi potenzialmente dissonanti, gestiti con una capacità di equilibrio unica senza mai sbilanciare il racconto.

L’attore Park Jeong-min nel ruolo del protagonista offre il ritratto più che credibile, nonostante l’età nettamente più matura di quella del personaggio, del genio matematico che proprio a causa delle sue doti ha difficoltà relazionali con gli altri, in un isolamento infranto da poche presenze: la sorella Bo-gyeong interpretata da Lee Soo-kyung, la compagna di scuola Ra-hee interpretata da Im Yoona, l’insegnante che ne riconosce il talento e il padre macchinista, prigioniero del dolore.

Dopo essere stato presentato al 24° Far East Film Festival di Udine, dove ha vinto il premio del pubblico come miglior film, adesso finalmente Miracle – lettere al presidente di Lee Jang-hoon è disponibile nelle sale italiane distribuito da Academy 2.