Delicato esordio al femminile che apre a riflessioni profonde sulla maternità, ma col ritmo di un thriller incalzante, Le ravissement – rapita è il primo lungometraggio scritto e diretto da Iris Kaltenbäck, nata a Parigi da madre francese e padre austriaco.
Una voce maschile, che pare non avere troppa familiarità con la protagonista, ci introduce al mondo di Lydia, ostetrica che assiste ogni giorno il parto delle sue pazienti, ma – come ama ripetere – prendendosi cura con dedizione soprattutto delle madri più che dei neonati, che in fondo ‘incontra’ soltanto una volta. Un pomeriggio rientrando nell’appartamento che divide col suo compagno Julien, lo trova seduto sul letto, assorto nei suoi pensieri e con un’espressione cupa in volto. Lui confessa un tradimento, ma lei non è disposta ad ascoltarlo e, dopo avergli intimato di andarsene, esce con la torta acquistata per il compleanno di un amico, senza la benché minima variazione al programma della serata. Alla festa incontra la sua amica Salomé a cui vorrebbe confidare l’accaduto, ma la ragazza è presa a fare un test di gravidanza e a respirare l’inattesa esaltazione per la nuova vita in arrivo dentro di lei. Come se fossero destinate a spartirsi un’unica porzione di felicità, Lydia non può fare a meno di considerare come ogni volta che la sua vita registra cadute a picco verso il basso, quella di Salomé pare innalzarsi a elettrizzanti momenti di gioia. Incapace di tornare al luogo dove viveva la relazione così repentinamente conclusa, Lydia lascia i festeggiamenti e inizia a girovagare senza meta per la città, fino a cedere addormentata su un autobus; svegliata al capolinea, la donna va in un ristorante col giovane autista serbo Milos, che non vuole lasciarla sola di notte per le vie di Parigi. Che si tratti di un anomalo primo appuntamento, con l’inizio di una nuova storia d’amore?
Presentato alla Semaine de la Critique di Cannes 2023 e vincitore del Premio Speciale della Giuria al Torino Film Festival, Le ravissement – rapita è un’opera libera nella sua costruzione, capace di far convivere immagini dal sapore documentario – la sequenza, molto bella, di un vero parto – con la finzione dei personaggi, dando vita a un crescendo di tensione destinato a salire sempre di più fino alla fine, innescato da un’involontaria bugia che imprigiona Lydia in una spirale di menzogne.
La regista – con studi di filosofia e giurisprudenza – facendo tesoro di esperienze passate, ha tratto ispirazione da situazioni viste nei tribunali penali, unendole alla riflessione di come a volte anche una falsità possa generare qualcosa di vero e reale. L’attrice e regista Hafsia Herzi, premiata a Torino come miglior interprete femminile per questo ruolo, dà forma alla profonda solitudine interiore di Lydia, lasciando alle azioni il compito di delineare un personaggio incline al silenzio.
Sempre in fuga da ciò che la ferisce, la protagonista trova rifugio nell’amica Salomé – interpretata da Nina Meurisse – che incarna una maternità in contrasto con l’immagine ‘istituzionale’, irreale e di pretesa devozione totale ai figli, rendendo palesi stanchezza e depressione post-partum. Alexis Manenti, già apprezzato per ruoli più duri in Athena di Romain Gavras e I miserabili di Ladj Ly, nei panni di Milos offre il ritratto di un uomo messo in crisi da ciò che non sospettava di desiderare.
Le ravissement – rapita di Iris Kaltenbäck è anche una vera e propria dichiarazione d’amore alla città di Parigi, filmata nelle sue contraddizioni, dolente e pulsante di vita; sarà finalmente nelle sale italiane il prossimo 8 maggio distribuito da Satine Film. Un’intensa Emozione Visiva, non tanto per ciò che mostra, ma per ciò che rivela.