Al cascinale dell’Inviolata una piccola comunità contadina vive e lavora in un anacronistico regime di mezzadria sotto il dominio incontrastato della marchesa Alfonsina De Luna, ricca proprietaria di un’industria del tabacco, che i contadini hanno soprannominato con innocuo rancore ‘la serpe avvelenata‘. Lazzaro è un ragazzo quasi ventenne senza più i genitori, di cui non sa praticamente nulla, abituato a non avere prevenzioni verso gli altri, incapace di pensare male di chiunque e sempre disponibile; così fiducioso nell’attribuire a tutti la sua stessa bontà da risultare indifeso agli attacchi e allo sfruttamento di cui, anche coi suoi compagni sul lavoro, diventa oggetto.
L’avida padrona arriva come ogni estate all’Inviolata portando con sé il figlio Tancredi, adolescente viziato e irrequieto abituato a credere che il mondo debba essere sempre ai suoi piedi. Insofferente alla campagna il rampollo coinvolge Lazzaro in un maldestro (finto) rapimento, con l’obiettivo di tornare in città, finendo poi col fare amicizia con quel giovane contadino, portatore di uno sguardo così immacolato sulle cose del mondo da risultare ingenuo, al limite della stupidità.
Non è importante la trama nel Lazzaro felice di Alice Rohrwacher, che intreccia tanti fili narrativi diversi e complementari da poter essere accennata anche in modo molto diverso.
Perno intorno a cui ruota tutta la storia è la figura, quasi mistica nella sua innocenza, del protagonista Lazzaro che vede le cose per quello che sono e non per quello che rappresentano; fa tenerezza quando Tancredi gli legge la lettera di riscatto indirizzata alla madre, il suo candido commento – ‘bella!‘ – è incapace di valutare ogni altra implicazione.
In una società dove interesse e prevaricazione regolano i rapporti di forza che governano il mondo, mettere al centro della storia un’anima pura come quella di Lazzaro dà alla fiaba scritta e diretta da Alice Rohrwacher una valenza decisamente politica. Diviso in due parti diverse per contesto, epoca e ambientazione, inevitabilmente messe a confronto, il film diventa critica al primato dell’economia su qualsiasi altro valore contemporaneo e muove riflessioni con aste sociali al ribasso, banche-mostro che divorano vite e echi di burocrazia europea nello straniero che grida: ‘lei è una parodia‘.
Rispetto ai precedenti Corpo celeste e Le meraviglie questo terzo lungometraggio si muove su un territorio indefinito, tra un mondo arcaico pastorale ormai scomparso e una città sporca e inospitale creata filmando tra Milano, Torino e Civitavecchia, andando ad abitare la dimensione del mito che diventa perciò universale. Considerazione che trova conferma nel fatto che a Cannes, dove Lazzaro felice è arrivato in concorso vincendo il premio per la sceneggiatura, è stato il titolo più venduto nel mondo, acquistato dalla Cina e anche da Netflix per le Americhe, meridionale e settentrionale.
Lo sguardo dell’esordiente Adriano Tardiolo, nel ruolo di Lazzaro, illumina lo schermo con una purezza anacronistica e in un cast in gran parte non professionista lo spagnolo Sergi López si mimetizza con umiltà funzionale. Nicoletta Braschi offre alla sua marchesa Alfonsina De Luna la sterile cortesia del carnefice, che anche quando sembra prodigarsi per l’istruzione delle piccole contadine in realtà nutre il suo ego, con una superiorità crudelmente costruita sullo sfruttamento. Alba Rohrwacher per la seconda volta diretta dalla sorella dopo Le meraviglie, è un’Antonia fragile e determinata.
Lazzaro felice è un’opera anomala, incomprensibile per chi non fa un passo fuori dalle convenzioni, che sfugge a ogni catalogazione, dote rara da preservare come la santità laica dei tanti Lazzaro che vivono invisibili un passo indietro, sempre senza clamore.
Didascalie immagini
- Locandina italiana
- Adriano Tardiolo è Lazzaro / Luca Chikovani è il giovane Tancredi
- Un angolo di paradiso / Il lavoro all’Inviolata
- Natalino Balasso è Nicola / Girovaghi in città
- Un mondo scomparso / Alba Rohrwacher è Antonia adulta
- Sergi López è Ultimo / Nicoletta Braschi la marchesa Alfonsina De Luna
© 2018 Tempesta Film Srl / Carlo Cresto-Dina / Rai Cinema / Amka Films Productions / Ad Vitam Production / KNM / Pola Pandora
IN COPERTINA
Il candore innocente di Lazzaro
© 2018 Tempesta Film Srl / Carlo Cresto-Dina / Rai Cinema / Amka Films Productions / Ad Vitam Production / KNM / Pola Pandora
SCHEDA FILM
- Titolo originale: Lazzaro felice
- Regia: Alice Rohrwacher
- Con: Adriano Tardiolo, Alba Rohrwacher, Luca Chikovani, Agnese Graziani, Sergi López, Tommaso Ragno, Natalino Balasso, Nicoletta Braschi, Pasqualina Scuncia, Carlo “Carletto” Tarmati, Edoardo Montalto, Carlo Massimino, Maddalena Baiocco, Gala Othero Winter, Giulia Caccavello, Elisabetta Rocchetti, Iris Pulvano, Annunziata Capretto, Luciano Vergaro detto Catirre, Annibale De Luca, Giuseppe Corsini, Marcello Duranti, Alessandro Genovesi, Marco Donno, Nicola Sorci, Sofia Stangherlin, Silvia Lucarini, Cinzia De Luca, Lucia Centoscudi, Anita Crucitti, Daria Deflorian, David Bennent, Antonio Salines
- Sceneggiatura: Alice Rohrwacher
- Fotografia: Hélène Louvart
- Montaggio: Nelly Quettier
- Scenografia: Emita Frigato
- Costumi: Loredana Buscemi
- Produzione: Carlo Cresto-Dina in associazione con Alessio Lazzareschi e in coproduzione con Tiziana Soudani, Alexandra Henochsberg, Grégory Gajos, Arthur Hallereau, Pierre-François Piet, Michel Merkt, Michael Weber e Viola Fügen per Tempesta / Carlo Cresto-Dina con Rai Cinema in coproduzione con Amka Films Productions, Ad Vitam Production, KNM, Pola Pandora in coproduzione con RSI Radiotelevisione Svizzera, Arte France Cinéma, ZDF/Arte con la partecipazione di Arte e con il supporto di Eurimages, Ufficio Federale della Cultura (DFI), Svizzera e Medienboard Berlin Brandenburg con la partecipazione di Aide Aux Cinémas du Monde Centre National du Cinéma et de l’Image Animée – Institut Français
- Genere: Fiabesco
- Origine: Italia / Svizzera / Francia / Germania, 2018
- Durata: 125′ minuti