Cos’è questa guerra stipata nel cuore della natura? Perché la natura lotta contro se stessa? Perché la terra combatte contro il mare? C’è una forza vendicativa nella natura? …forse più di una?
Su queste parole si apre La sottile linea rossa di Terrence Malick, con la sequenza di un coccodrillo che silenziosamente si inabissa nelle acque melmose della giungla a significare l’insidia della morte, appostata in agguato per tutte le cose viventi. La potenza di quest’immagine, unita alla bellezza di un paradiso in terra, con la luce che filtra tra gli alberi e i bambini liberi di nuotare nell’oceano, accompagnata dalla musica quasi mistica di Hans Zimmer su cui s’innestano quelle domande sul creato, rivela fin dalla prima sequenza la vocazione introspettiva di un’opera unica, che proprio vent’anni fa faceva il suo esordio sugli schermi.
Il ritorno al cinema di Terrence Malick – dopo i vent’anni di silenzio seguiti a I giorni del cielo (1978) – ha mobilitato i più grandi attori di Hollywood, che si sono messi in fila per andare a proporsi al regista nell’intento di prendere parte al film, anche a titolo gratuito; diversi i nomi noti – da Viggo Mortensen a Billy Bob Thorton, da Bill Pullman a Martin Sheen, da Lukas Haas a Mickey Rourke – che pur avendo ottenuto e interpretato una parte si sono visti poi totalmente tagliati fuori dal risultato finale quando, da un primo montaggio di cinque ore, si è giunti all’edizione definitiva di centosettanta minuti.

Tratto dal romanzo omonimo di James Jones – soprattutto noto per Da qui all’eternità, sua opera d’esordio – La sottile linea rossa racconta la battaglia di Guadalcanal, tra l’esercito degli Stati Uniti e le truppe imperiali del Sol Levante durante il secondo conflitto mondiale, cui lo scrittore prese parte in prima persona; la sceneggiatura firmata dallo stesso Malick mettendo in primo piano le voci interiori dei personaggi, porta alla luce la lotta dell’animo umano per non essere annientato dalla brutalità della guerra.

Così perfino il colonnello Tall interpretato da Nick Nolte, pur esibendo uno spietato fanatismo che non esita a immolare giovani vite all’altare delle sue ambizioni, acquista maggior spessore quando ammette dentro di sé: ‘Più ti avvicini a Cesare, più aumenta la paura‘.
Il metodo di lavoro adottato da Malick, che crea al montaggio la forma dell’opera senza complessi verso interpretazioni comunque sacrificabili, ha ridotto le prove di John Travolta, Adrien Brody, George Clooney e John Savage quasi a piccoli camei.

Opera corale, poderosa sinfonia visiva, La sottile linea rossa segue numerosi personaggi in ostaggio di una situazione estrema – dal sergente Keck interpretato da Woody Harrelson, protagonista di una distrazione fatale, al soldato Bell di Ben Chaplin, aggrappato a ricordi d’amore per sopravvivere all’inferno – ma forse perché è il primo su cui si apre il film, magari incarnazione di aspirazioni che appartengono allo stesso Malick, il soldato Witt spicca su tutti assumendo un ruolo centrale ben al di là della sua presenza sullo schermo.

Portatore di equilibrio interiore che risplende in mezzo ai compagni, il soldato Witt interpretato da Jim Caviezel anela una serena accettazione della morte, mostrando slanci alla trascendenza che hanno spinto Mel Gibson sei anni dopo a scegliere l’attore per il suo Gesù in La passione di Cristo; in alcune soggettive tra l’erba di uno sguardo rivolto al cielo sta il rimando letterario a quel quieto arrendersi davanti alla fine, vivo nelle pagine di Tolstoj dedicate al principe Andrej quando prende distanza dalle cose del mondo.

Senza grandi proclami l’insensatezza della guerra è qui affidata a immagini che danno forma all’indifferenza della natura circostante per quel conflitto cruento, dettagli e momenti quasi impercettibili: l’incontro con un aborigeno che si muove in senso inverso rispetto ai soldati, il passaggio di una farfalla blu nella battaglia, l’ondeggiare ipnotico dell’erba mossa dal vento, il ritorno del sole sulla collina al passaggio delle nubi. Uomini, inconsapevoli parti di un’unica anima indifferente al conflitto, impegnati a darsi reciprocamente la morte.

Girato nel Queensland, est dell’Australia, e alle isole Solomon, il film inaugura quel particolare stile visivo che permea anche le opere successive del cineasta statunitense e che negli ultimi tempi, senza il supporto di sceneggiature forti, rischia di atrofizzarsi in sterile maniera; perciò, nonostante la raffinata bellezza di The tree of life, il capolavoro di Terrence Malick è questo: La sottile linea rossa.

Didascalie immagini

  1. Locandina italiana
  2. Pericoli letali e bellezza sublime del creato
  3. Il destino in agguato dietro la collina / Sean Penn è il sergente Welsh / Ritorno alla polvere
  4. Nick Nolte è il colonnello Tall / John Travolta è il generale Quintard / Adrien Brody il capitano Fife
  5. Woody Harrelson è il sergente Keck / Jared Leto è il soldato Whyte / John Cusack il capitano Gaff
  6. Jim Caviezel è il bellissimo altruista spirituale soldato Witt
  7. Aborigeni, palme e colline indifferenti a un conflitto che non appartiene allo stato naturale delle cose

© 1998 Twentieth Century Fox Film Corporation

IN COPERTINA
Il soldato Witt indaga la presenza dello Spirito nella contingenza materiale
© 1998 Twentieth Century Fox Film Corporation

SCHEDA FILM

  • Titolo originale: The thin red line
  • Regia: Terrence Malick
  • Con Sean Penn, Adrien Brody, Jim Caviezel, Ben Chaplin, George Clooney, John Cusack, Woody Harrelson, Elias Koteas, Jared Leto, Dash Mihok, Tim Blake Nelson, Nick Nolte, John C. Reilly, Larry Romano, John Savage, John Travolta, Arie Verveen, Kirk Acevedo, Penelope Allen, Benjamin Green, Simon Billig, Mark Boone Junior, Norman Patrick Brown, Jarrod Dean, Matt Doran, Travis Fine, Paul Gleeson, David Harrod, Don Harvey, Kengo Hasuo, Ben Hines, Danny Hoch, Robert Roy Hofmo, Jack, Thomas Jane, Jimmy Xihite, Polyn Leona, Simon Lyndon, Gordon MacDonald, Kazuki Maehara, Marina Malota Darling, Michael McGrady, Ken Mitsuishi, Ryûshi Mizukami, Larry Neuhaus, Taiju Okayasu, Takamitsu Ôkubo, Miranda Otto, Kazuyoshi Sakai, Masayuki Shida, John Dee Smith, Stephen Spacek, Nick Stahl, Hiroya Sugisaki, Kouji Suzuki, Tomohiro Tanji, Minoru Toyoshima, Terutake Tsuji, Steven Vidler, Vincent Wild, Todd Wallace, Will Wallace, Joe Watanabe, Simon Westaway, Dan Wyllie, Yasuomi Yoshino, John Augwata, Joshua Augwata, John Bakotee, Immanuel Dato, Michael Iha, Emmunual Konai, Stephen Konai, Peter Morosiro, Amos Niuga, Jennifer Siugali, Carlos Tome, Selina Tome
  • Soggetto: James Jones dal suo romanzo omonimo
  • Sceneggiatura: Terrence Malick
  • Fotografia: John Toll
  • Musica: Hans Zimmer
  • Montaggio: Billy Weber, Leslie Jones, Saar Klein
  • Scenografia: Jack Fisk
  • Costumi: Margot Wilson
  • Produzione: Robert Michael Geisler, John Roberdeau e Grant Hill in associazione con Michael Stevens per Phoenix Pictures in associazione con George Stevens Jr con Geisler-Roberdeau
  • Genere: Filisofico
  • Origine: USA, 1998
  • Durata: 170′ minuti