Frances Ethel Gumm, figlia minore di una coppia di artisti di vaudeville, ha calcato le tavole del palcoscenico fin dalla più tenera età, diventando poi una delle stelle più brillanti di Hollywood, grazie soprattutto alle sue superbe doti canore, e passando alla storia con il nome d’arte di Judy Garland.
Il film Judy di Rupert Goold si apre con un primissimo piano sul volto della ragazzina acqua e sapone, a un passo dalla celebrità per il ruolo di Dorothy ne Il mago di Oz (1939) di Victor Fleming, mentre ascolta la voce del produttore Louis B. Mayer intenta a rivelarle cosa lei abbia di speciale rispetto alle migliaia di anonime coetanee disseminate in tutti gli Stati Uniti; è una chiara dichiarazione d’intenti del film, sostenuta anche dalla semplicità del titolo, l’espressa volontà di raccontare la donna dietro l’icona, l’essere umano pieno di problemi e fragilità con cui la diva stessa doveva fare i conti allo spengersi delle luci della ribalta. Adottando come soggetto il dramma teatrale End of the rainbow [Fine dell’arcobaleno] di Peter Quilter, che racconta gli ultimi mesi di vita dell’artista impegnata a Londra in una serie di concerti nel dicembre 1968, il film contrappone l’inizio e la fine di una carriera artistica indissolubile dalla parabola umana della sua protagonista.
L’abuso di farmaci cui fu indotta ancora adolescente per sopportare la pressione di estenuanti ritmi di lavoro, l’impossibilità di raggiungere un equilibrio personale a causa di un successo planetario che la travolse troppo giovane, quando ancora non era completo il suo sviluppo psichico emozionale, sono il prezzo troppo grande che Judy Garland ha pagato sull’altare della celebrità e che il film mette in scena raccontando soprattutto il dolore di una donna, tutto sommato, sola.
La straordinaria mimesi di Renée Zellweger – premiata con il Golden Globe alla miglior attrice drammatica – che scompare nel ruolo di Judy Garland è l’asse portante di un film doloroso e commosso, che s’inserisce in una recente tendenza europea che negli ultimi anni ha reso omaggio a figure imprescindibili del grande schermo hollywoodiano, con film come Marilyn di Simon Curtis o Stanlio & Ollio di Jon S. Baird, non a caso tutti d’ambientazione e co-produzione britannica.
Opere accomunate dal racconto della fase discendente di queste parabole artistiche con l’inevitabile bilancio tra quel che si è raggiunto in termini di successo e ciò a cui si è dovuto rinunciare sul piano personale, consolidano l’idea che al di là dell’Atlantico al tramonto della capacità di produrre grandi incassi non resti molto spazio per affetto e gratitudine verso persone che, dietro l’eccezionalità del loro essere unici come artisti, sono esseri umani comuni, fragili nella contemplazione dell’oblio.
Judy di Rupert Goold è un tributo sentito che promuove l’importanza della speranza come motore per andare sempre avanti e, mentre aspettiamo di sapere se conquisterà anche l’Oscar alla miglior interpretazione femminile, sarà nelle sale italiane dal 30 gennaio distribuito da Notorious Pictures.
Didascalie immagini
- Locandina italiana
- Sel set de Il mago di Oz una Judy ancora bambina è in mano al produttore Louis B. Mayer
- Una donna troppo sola
- Una mimetica Renée Zellweger è una meravigliosa Judy Garland
- Amori & impresario di una diva
© 2019 Pathé Productions Limited / BBC British Broadcasting Corporation
IN COPERTINA
Straordinaria Renée Zellweger nei panni di Judy Garland
© 2019 Pathé Productions Limited / BBC British Broadcasting Corporation
SCHEDA FILM
- Titolo originale: Judy
- Regia: Rupert Goold
- Con: Renée Zellweger, Jessie Buckley, Finn Wittrock, Rufus Sewell, Michael Gambon, Richard Cordery, Royce Pierreson, Darci Shaw, Andy Nyman, Daniel Cerqueira, Bella Ramsey, Lewin Lloyd, Tom Durant-Pritchard, John Dagliesh, Adrian Lukis, Gemma-Leah Devereux, Gus Barry, Jodie Mcnee
- Soggetto: Peter Quilter dal suo dramma teatrale End of the rainbow
- Sceneggiatura: Tom Edge
- Fotografia: Ole Bratt Birkeland
- Musica: Gabriel Yared
- Montaggio: Melanie Ann Oliver
- Scenografia: Kave Quinn
- Costumi: Jany Temime
- Produzione: David Livingstone con Jim Spencer per Pathé Productions Limited e BBC British Broadcasting Corporation con Calamity Films e Twentieth Century Fox
- Genere: Drammatico
- Origine: Regno Unito, 2019
- Durata: 118′ minuti