
Al sesto lungometraggio da regista Maïwenn affronta per la prima volta un affresco storico in costume e con Jeanne du Barry – la favorita del re porta sullo schermo la figura di una donna troppo a lungo insultata dalla Storia, con documentato rigore, ma con la riconosciuta consapevolezza di oggi che alle donne del popolo nel XVIII secolo era precluso ogni accesso alla cultura, relegate al ruolo di oggetti in pasto all’incontrastato dominio maschile.
Con l’introduzione di una voce narrante – che per i puristi della settima arte è l’antitesi del vero linguaggio cinematografico, ma qui non soltanto non è invadente, ma s’inserisce in modo del tutto funzionale in quello che è certo il film meno ‘parlato’ tra le opere firmate dalla cineasta francese – l’inizio racconta brevemente infanzia e giovinezza di Jeanne Vaubernier, figlia di una cuoca e di un monaco che grazie alla generosità di un ricco protettore della madre poté avere un’istruzione in convento e trovare poi impiego come lettrice per una ricca vedova, iniziando a frequentare la nobiltà e acquisendo così la capacità di muoversi in quegli ambienti.
Il film si concentra poi sul racconto di ascesa e caduta al vertice del regno, dal primo discreto incontro pubblico con Luigi XV al suo diventarne la favorita – posizione di rilievo che Jeanne non strumentalizzò mai, preferendo astenersi dall’interesse per le questioni politiche – fino alla morte del sovrano, quando fu allontanata da Versailles. Poco più di cinque anni in cui Jeanne du Barry fece la Storia, soprattutto del costume, presentandosi ad esempio al fianco del re in abiti maschili alla prima uscita ufficiale, imitata poi nello stile dalle stesse nobildonne che la criticavano per le origini popolari e che in virtù di queste fecero di tutto per mandarla via; capitanate dalle figlie del re, che cercarono subito la complicità dell’austriaca Maria Antonietta al suo arrivo come futura moglie del delfino di Francia.

Per avere accesso a corte Jeanne dovette sposare il conte du Barry, per non infrangere l’ipocrisia delle regole, ma la sua presenza fu sempre considerata uno scandalo nonostante lei e il re fossero legati da sentimenti sinceri, cosa che non ha impedito nei secoli di ridurre la figura della favorita all’esclusiva funzione sessuale alimentando il disprezzo. Il film di Maïwenn non espone alcuna nudità, proprio a sottolineare il rapporto d’amore che andava oltre la carnalità dei corpi.

Ritratto documentato degli intrighi di potere che animavano Versailles con un occhio all’esempio imprescindibile di Barry Lyndon, al centro della sontuosa ricostruzione d’epoca Maïwenn ricopre degnamente anche il ruolo della protagonista e veste Johnny Depp con gli abiti di Luigi XV; scelta rivelatasi indovinata – dopo il diniego di due francesi mai rivelati – per la capacità del divo di trasmettere l’autorità del personaggio anche solo con uno sguardo o col linguaggio del corpo.

Prove d’attore notevoli anche da altri membri del cast: Melvil Poupaud è vivace e allo stesso tempo duro e impietoso nei panni del conte du Barry, mentre Pierre Richard incarna con amabile simpatia il duca di Richelieu; ma la vera rivelazione è Benjamin Lavernhe nel ruolo – immaginario, una delle poche licenze che il film si concede – del primo valletto reale La Borde, figura partecipe a cui ci si affeziona. Una curiosità: il figlio di Maïwenn, Diego Le Fur, è il delfino e futuro Luigi XVI.

Girato in pellicola 35 mm, questa scelta estetica che ha condizionato l’intera lavorazione rispetto al consueto metodo di lavoro di Maïwenn, riducendo la quantità di materiale disponibile poi al montaggio; la necessità di prove preliminari, unita alla soggezione che prestigiosi luoghi realmente teatro di quegli eventi incutevano, ha creato una tensione palpabile che si traduce sullo schermo nel ritratto di un luogo minaccioso dove la sopravvivenza di Jeanne era costantemente a rischio.

Scelto come film di apertura alla 76ª edizione del Festival di Cannes, Jeanne du Barry – la favorita del re di Maïwenn sarà nelle sale italiane dal prossimo 30 agosto distribuito da Notorius Pictures; un’affascinante opera storica che, come produzione francese, è possibile vedere a prezzo ridotto con la promozione Cinema Revolution.