È ricorrente nell’opera letteraria di Philip Roth che i protagonisti dei suoi romanzi presentino forti tratti autobiografici, non sfugge alla regola neppure Indignazione – pubblicato nel 2008 – adattato per lo schermo dal produttore e sceneggiatore James Schamus per il suo esordio alla regia, distribuito da Videa in dvd e nelle più importanti piattaforme digitali dal prossimo 8 novembre.
Newark, New Jersey, 1951. Figlio del macellaio kosher della comunità ebraica locale, il diciottenne Markus Messner si trasferisce in Ohio per frequentare il Winesburg College, sfuggendo per motivi di studio l’arruolamento nella guerra di Corea che sta mietendo vittime tra i suoi coetanei; ma soprattutto il ragazzo prende così le distanze dal controllo ossessivo del padre, patologicamente terrorizzato dall’idea di perdere l’unico figlio tra i mille pericoli del mondo, in agguato dietro la porta di casa.
Deciso a essere il primo del suo corso Markus studia e lavora per contribuire al proprio mantenimento, ma l’indignazione per le imposizioni che l’istituto bigotto e conservatore gli infligge, mortificando la sua aspirazione a vivere come libero pensatore indipendente da ogni dogma, innesca un conflitto con il decano Caudwell; mentre l’incontro con la compagna di studi Olivia Hutton arriva a togliergli concentrazione sconvolgendogli i sensi.
Fedele trasposizione del testo originale nonostante alcune invenzioni, anche superflue come la borsa di studio per il college della sinagoga, del tutto assenti nel romanzo, Indignazione è un film che poggia sostanzialmente sulle grandi prove dei suoi interpreti, praticamente perfetti nei ruoli assegnati; a partire da Logan Lerman, noto per aver prestato il volto al semidio Percy Jackson nella saga per adolescenti a lui dedicata, che sa regalare al protagonista Markus quel misto d’ingenuità e intransigente fermezza necessari al personaggio.
La canadese Sarah Gadon che già abbiamo avuto modo di apprezzare in ruoli ambigui e densi di mistero in film come Cosmopolis di David Cronenberg, Enemy di Denis Villeneuve o The 9th life of Louis Drax di Alexandre Aja, è l’interprete ideale per dare forma all’impudico candore di Olivia, vero motore di una malinconica storia d’amore in lotta con le convenzioni di una società sessuofobica.
I meno noti sullo schermo Tracy Letts, Linda Emond e Danny Burstein, rispettivamente il decano Caudwell e i genitori di Marcus, sono veterani tra i più apprezzati sulle tavole dei palcoscenici di Broadway.
Per un film come Indignazione, prevalentemente costruito su confronti dialettici tra i personaggi, la qualità della recitazione è elemento essenziale per il risultato finale, che sconta a tratti l’inesperienza del regista dietro la macchina da presa con momenti un po’ troppo statici.
Allo stesso modo la visibilità data allo striscione che accoglie a Winesburg i futuri diplomati del 1955 si presta a fraintendimenti, creando confusione alla collocazione storica della vicenda, determinante perché ambientata durante la guerra di Corea, combattuta sul campo di battaglia dal 1950 al 1953.
Indignazione appartiene al contesto storico in cui nacque Urlo di Allen Ginsberg, è il ritratto di una generazione di giovani schiacciata tra gli orrori della Seconda Guerra Mondiale e la contestazione del ’68 ancora a venire, soffocata da perbenismo puritano e repressione sessuale di una società che trattava ogni comportamento non conforme con l’elettroshock. La ribellione di Markus ispirata dall’opera di Bertrand Russell si scontra con tutto ciò che il decano rappresenta; la generazione precedente per cui è incomprensibile accettare che un individuo possa voler affrontare la vita senza il conforto di una fede.
Girato a costi ridotti tra New York, Westchester e Long Island in soli ventiquattro giorni, Indignazione è una produzione indipendente da Hollywood e forse proprio per questo riesce a dare forma cinematografica al testo originale di Philip Roth senza omissioni; pur non potendo competere con le pagine del libro, non è risultato da poco.