Presentato fuori concorso alla 79ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica La Biennale di Venezia 2022, dove l’autore Paul Schrader ha ricevuto il Leone d’Oro alla carriera, finalmente adesso Il maestro giardiniere è arrivato sugli schermi italiani distribuito da Movies Inspired; il suo protagonista, il giardiniere Narvel Roth, insieme col reverendo Ernst Toller e il giocatore d’azzardo William Tell – rispettivamente al centro dei precedenti First reformed e Il collezionista di carte – va a completare una triade di figure paradigmatiche che incarnano il percorso di colpa, perdono e redenzione.
Capo delle maestranze che rendono rigogliosi i giardini di Gracewood Garden, Narvel è un uomo dalla devozione esemplare nei confronti di madre natura prima di tutto, attraverso la delicata cura con cui amministra serre e padiglioni assicurando le migliori condizioni di sviluppo per fiori e piante, ma anche verso la ricca signora Norma Haverhill, proprietaria della vasta piantagione e suo datore di lavoro, di cui asseconda, all’occorrenza, ogni tipo di necessità. Ecco allora che davanti alla richiesta della donna di assumere come apprendista la nipote di sua sorella, il giardiniere non può che, naturalmente, acconsentire. Orfana del padre fin dall’infanzia, la scomparsa di nonna e madre sconfitte dal cancro ha lasciato Maya, questo il suo nome, sola al mondo e la prozia, con l’offerta di lavoro, pare volerla aiutare a uscire da situazioni malsane; il suo ingresso nell’universo organizzato di Narvel, strutturato intorno alla rigidità delle sue regole, porterà il caos dove sembrava regnare l’ordine, perché come scrive il giardiniere sul suo diario: “i semi dell’amore crescono, come i semi dell’odio” e la natura segue percorsi di sviluppo autonomi quando le piante trovano condizioni propizie, esattamente come i rapporti tra le persone.
Con la creazione di Travis Bickle protagonista del classico Taxi driver filmato da Martin Scorsese, Paul Schrader ha dato vita a un genere di narrazione – definito poi “l’uomo in una stanza” – in cui una figura solitaria nasconde traumi e tracce del passato mimetizzandosi nel suo quotidiano, comunque segnato, e il giardiniere Narvel Roth aderisce perfettamente a questo modello con i segni di un’altra esistenza, vissuta e abbandonata, che porta letteralmente incisi sulla sua pelle.
Il giardinaggio come “manipolazione del mondo naturale, creazione di ordine dov’è appropriato con sottili aggiustamenti del disordine” è, nel bene e nel male, metafora dell’esistenza umana e l’australiano Joel Edgerton incarna il protagonista in cerca di riscatto. L’attrice Quintessa Swindell è la giovane Maya, elemento di destabilizzazione nell’ordinata esistenza di Narvel, mentre una sempre straordinaria Sigourney Weaver dà forza alla durezza della prozia Norma Haverhill.
Tra gli splendidi titoli di testa floreali e la struggente Space and time, scritta da S.G. Goodman e cantata da Mereba sui titoli di coda, Il maestro giardiniere di Paul Schrader è una raffinata ode alla bellezza e all’amore che ha il pregio di non essere mai banale.