
Ritratto tormentato e anticonvenzionale dell’imperatrice d’Austria, regina apostolica d’Ungheria, regina di Boemia e di Croazia, Elisabeth di Baviera (Monaco di Baviera, 1837 – Ginevra, 1898) Il corsetto dell’imperatrice è una rappresentazione, a tratti forse anche estrema, che rilegge alla luce di istanze contemporanee un personaggio trasformato in icona da cinema e letteratura. Andando oltre l’immagine bidimensionale da fiaba creata dalle celebri pellicole interpretate da una giovanissima Romy Schneider, il film scritto e diretto dall’austriaca Marie Kreutzer presenta una Sissi alla soglia dei quarant’anni, prigioniera del ruolo strumentale di rappresentanza che il dovere imperiale le impone, in cerca di nuovi entusiasmi che possano ridare forza al suo spirito vitale, preda di reiterate pulsioni di morte.
L’attrice lussemburghese Vicky Krieps, nota a livello internazionale per aver affiancato Daniel Day Lewis come co-protagonista in Il filo nascosto di Paul Thomas Anderson, dona corpo e anima alla figura tormentata della sovrana con un’intensa interpretazione, premiata all’esordio del film al 75° Festival di Cannes nella sezione Un Certain Regard e candidata adesso all’EFA – European Film Award come miglior attrice europea.
Il corsetto del titolo diventa metafora di costrizione della donna nascosta dietro l’oggetto pubblico, usata come un vessillo nelle celebrazioni ufficiali, che finge malori e svenimenti attuando ogni tipo di stratagemma nell’intento di sottrarvisi, ossessionata dall’imperativo di conservare il corpo longilineo di una figura ideale che non può cedere all’avanzare dell’età, né tanto meno può far trasparire all’esterno tracce dell’intima infelicità che la portano a identificarsi con quelle anime recluse nei manicomi che va sovente a visitare.

In un breve arco temporale, da dicembre 1877 a ottobre 1878, Il corsetto dell’imperatrice di Marie Kreutzer – nelle sale italiane con Bim Distribuzione – racconta i rapporti in rapido deterioramento di Elisabeth col consorte Franz Joseph I d’Austria, l’impossibile rifugio di serenità rappresentato dal cugino Ludwig II di Baviera, spingendosi fino a ipotizzare una possibile biografia alternativa.
…e segreta.
