‘Sono stato costretto a confrontarmi con il mio passato e la scrittura è stata una parte importante della terapia.‘
Shia LaBeouf
Di primo mattino l’8 luglio 2017 a Savannah in Georgia, Stati Uniti d’America, l’attore Shia LaBeouf è stato arrestato perché coinvolto nell’ennesima rissa e il tribunale gli ha imposto un periodo di riabilitazione in un’apposita struttura. Il suo percorso di consapevolezza e accettazione del rancore, generato dai traumi di un’infanzia segnata dal rapporto col padre alcolista e tossicodipendente, veterano del Vietnam con precedenti penali ed ex clown da rodeo, l’ha spinto inevitabilmente a rielaborare ricordi di eventi che hanno minato la sua crescita, guardando finalmente in faccia il dolore di ferite interiori rimosse, impossibili da rimarginare, ma con cui è necessario convivere.
Organizzare questo materiale così intimo sulle pagine di una sceneggiatura – struttura narrativa che, dato il suo lavoro, gli è più congeniale – ha prodotto Honey boy, diretto dalla documentarista israeliana Alma Har’el al suo debutto nel lungometraggio di finzione, nelle sale italiane distribuito da Adler Entertainment.
Il caos visivo delle sequenze iniziali restituisce quello emotivo del giovane Otis Lort, appena ventenne e già star cinematografica di primo piano, in un abuso di alcol e droghe che compatta senza soluzione di continuità la vita reale con la finzione sul set. L’ingresso nella comunità di recupero è l’inizio di un arduo cammino che, inevitabilmente, scava nel rapporto irrisolto col padre, che l’attore pagava per stargli a fianco da supervisore, incapace per vergogna di mostrare affetto e dolcezza al bambino.
Inizialmente pensato con una narrazione lineare, in fase di montaggio Honey boy è stato strutturato su due piani temporali paralleli divisi, tra il presente al centro di riabilitazione e i ricordi dell’infanzia col padre vissuti prevalentemente in un motel. Shia LaBeouf aveva pensato di interpretare il suo alter ego Otis nel presente, ma la regista lo ha voluto nel ruolo del padre James Lort, assegnando una valenza catartica al progetto che sulla carta non era stata prevista dal suo autore.
Il ruolo del protagonista è sostenuto in età adulta da Lucas Hedges, apprezzato per film come Manchester by the sea di Kenneth Lonergan per cui è stato candidato all’Oscar o Boy erased – vite cancellate di Joel Edgerton, e dall’inglese Noah Jupe nella parte dell’infanzia; dopo ruoli secondari in Suburbicon di George Clooney e Le Mans ’66 – la grande sfida di James Mangold tra gli altri, è un piacere assistere all’evoluzione di questo giovane attore di talento al suo primo ruolo protagonista.
Per la materia viva alla base del progetto, Honey boy di Alma Har’el risulta un’opera onesta, umana e sincera, che ha la necessità di muoversi sul confine del sentimentale, ma senza mai cedere a eccessi sdolcinati. Una genesi del rancore in cui l’arte diventa terapia per alimentare comprensione, perdono e speranza.
Didascalie immagini
- Locandina italiana
- Shia LaBeouf e suo padre Jeffrey nelle vecchie foto sui titoli di coda / Otis Lort e suo padre James alter ego nella finzione / Un cronico bisogno d’affetto
- Lucas Hedges è Otis ormai ventenne / La regista Alma Har’el sul set coi suoi attori
- Shia LaBeouf è il padre in un terapeutico corto circuito
- Un sempre più bravo Noah Jupe è il piccolo Otis
© 2019 Automatik / Delirio Films
IN COPERTINA
Noah Jupe è il piccolo Otis
© 2019 Automatik / Delirio Films
SCHEDA FILM
- Titolo originale: Honey boy
- Regia: Alma Har’el
- Con: Shia LaBeouf, Lucas Hedges, Noah Jupe, Natasha Lyonne, Martin Starr, Byron Bowers, Clifton Collins Jr, Maika Monroe, Laura San Giacomo, Fka Twigs, Henrietta LaFowl, Hayleen Sanchez, Giovanni Lopes, Dorian Pham, Greta Jung, Craig Stark, Graham Clarke, Kevin Dunigan, Carlos Rosendo, Leana Chavez, Paulina Bugembe, Ben Maccabee, Chala Savino, Debra Jones, Isabel Wang
- Sceneggiatura: Shia LaBeouf
- Fotografia: Natasha Braier
- Musica: Alex Somers
- Montaggio: Mónica Salazar, Dominic LaPerriere
- Scenografia: JC Molina
- Costumi: Natalie O’Brien
- Produzione: Brian Kavanaugh-Jones, Daniela Taplin Lundberg e Anita Gou con Christopher Leggett e Alma Har’el per Automatik, Delirio Films, Kindred Spirit, Red Crown Productions e Stay Gold Features
- Genere: Drammatico
- Origine: USA, 2019
- Durata: 95′ minuti