Un’astronave nello spazio profondo dell’universo, lontano dal sistema solare. A bordo Monte e la sua piccola Willow, padre e figlia, vivono in completo isolamento, in simbiosi con un regime di autodisciplina molto rigido, in cui ogni liquido e ogni materia organica è riciclata per produrre risorse che assicurino sopravvivenza ai due naufraghi del cosmo nel loro viaggio verso il nulla.
Una serra in cui è riprodotto un angolo di vegetazione terrestre riesce ancora a fornire qualche vegetale commestibile, l’uomo ha imparato a ridurre i consumi isolando e sopprimendo via via ogni attività non necessaria sulla nave spaziale, ormai in navigazione da molto tempo, ridotta in condizioni decisamente fatiscenti.
Dalla Terra continuano ad arrivare immagini sgranate e sfarfallanti di pixel che hanno ormai il valore delle ombre, dal momento che con ogni probabilità a quella distanza siderale quando giungono a destinazione sono già il riflesso lontano di qualcosa che non esiste più; persone scomparse, luoghi perduti, frutto di un invio automatico pianificato all’inizio della missione per mantenere in vita l’illusione della possibilità di ritorno – improbabile – al pianeta d’origine.
Monte e sua figlia, nata nello spazio nei lunghi anni di viaggio, sono tutto ciò che resta di un progetto creato per il bene dell’umanità, un viaggio teso a raggiungere il buco nero più vicino per catturarne la potenza e assicurare un prezioso approvvigionamento di energia alla Terra. Prima di raggiungere la meta finale, il superstite avrà occasione di ricordare i compagni ormai andati, dinamiche distruttive a bordo, la dottoressa Dibs e i suoi sistemi per perpetuare nello spazio la razza umana.
Cupo e disperato, claustrofobico e respingente, a tratti violento, High life di Claire Denis più che un film di fantascienza è un dramma scarno ed essenziale, con un’assenza quasi totale di effetti speciali, costruito con solide basi scientifiche grazie alla consulenza dell’astrofisico Aurélien Barrau, per raccontare amore e tenerezza umani capaci di sopravvivere anche in ambiente ostile, come il vuoto terrificante dello spazio profondo, con una scintilla di speranza nonostante l’orizzonte ignoto.
La regista parigina ha scritto il film insieme a Jean-Pol Fargeau pensando a Philip Seymour Hoffman nei panni di Monte e la bellezza – che ha definito ‘intimidatoria’ – di Robert Pattinson le sembrava un ostacolo, soprattutto per la castità del personaggio; ma l’attore inglese, sopravvissuto con oculata intelligenza al successo di Twilight, col ritratto di questo asceta dello spazio aggiunge un’altra figura non convenzionale alla sua già notevole filmografia, cantando anche il brano Willow sui titoli di coda.
La piccola Scarlett Lindsey nel ruolo di Willow neonata, figlia di un amico di Robert Pattinson, ha mosso i primi passi della sua vita davanti alla macchina da presa in una sequenza piena di dolcezza; Juliette Binoche, dopo esser stata protagonista del film precedente di Claire Denis, incarna la sinistra ambiguità della dottoressa Dibs; poliedrica, brava nel passare dal dramma alla commedia, da Suspiria di Luca Guadagnino a Emma di Autumn de Wilde, Mia Goth è la selvaggia e ribelle Boyse.
A quasi due anni dall’esordio al Toronto International Film Festival adesso High life di Claire Denis sarà finalmente disponibile anche per il pubblico italiano, dal prossimo 6 agosto, distribuito da Movie Inspired.
Didascalie immagini
- Locandina italiana
- Monte e la piccola Willow, con le immagini che giungono dalla Terra
- Naufraghi in viaggio verso l’energia di un buco nero
- Ricordi dell’equipaggio e sviluppi futuri
- Robert Pattinson è il protagonista Monte
- La piccola Scarlett Lindsey è Willow / Juliette Binoche è la dottoressa Dibs / Mia Goth è Boyse
© 2018 Pandora Film Produktion / Alcatraz Films / The Apocalypse Films Company / Madants / Andrew Lauren Productions / The British Film Institute / Arte France Cinéma
IN COPERTINA
Monte e la piccola Willow nella serra di bordo
© 2018 Pandora Film Produktion / Alcatraz Films / The Apocalypse Films Company / Madants / Andrew Lauren Productions / The British Film Institute / Arte France Cinéma
SCHEDA FILM
- Titolo originale: High life
- Regia: Claire Denis
- Con: Robert Pattinson, Juliette Binoche, André Benjamin, Mia Goth, Agata Buzek, Lars Eidinger, Claire Tran, Ewan Mitchell, Gloria Obianyo, Victor Banerjee, Scarlett Lindsey, Jessie Ross, Juliette Picollot, Mikolaj Gruss, Weronika Wachowska, Mikolaj Zeman, Ruslan Astraszewski, Magda Piotrowska, Dawid Gluchowski, Lukasz Osik, John Kimani Njeri, Joni Brauer, Johann Bartlitz, Ernest Lebouco
- Sceneggiatura: Claire Denis e Jean-Pol Fargeau con la collaborazione di Geoff Cox
- Fotografia: Yorick Le Saux
- Musica: Stuart A. Staples
- Montaggio: Guy Lecorne
- Scenografia: François-Renaud Labarthe
- Costumi: Judy Shrewsbury
- Produzione: Andrew Lauren e D.J. Gugenheim con Claudia Steffen, Christoph Friedel, Laurence Clerc, Olivier Thery Lapiney, Oliver Dungey e Klaudia Smieja per Pandora Film Produktion, Alcatraz Films, The Apocalypse Film Company, Madants e Andrew Lauren Productions con la partecipazione di BFI in coproduzione con Arte France Cinema e ZDF/Arte, con la partecipazione di Canal+ e Ciné +, con il supporto di Film – und Medienstiftung NRW, Deutscher Filmförderfonds, Centre national du cinema et de l’image animee, Medienboard Berlin-Brandenburg, Filmförderungsanstalt cofinanziato da Polish Film Institute in associazione con Wild Bunch
- Genere: Drammatico
- Origine: Germania / Francia / USA / Polonia / Regno Unito, 2018
- Durata: 113′ minuti