Compie venticinque anni Hercules, il musical d’animazione di John Musker e Ron Clements, 35° classico Disney di una selezione ufficiale che oggi, tra invadenza dell’animazione digitale e derive ideologiche strumentali a inquinare le nuove produzioni, non può più essere sinonimo di qualità; ma nel 1997 era – ancora – tutta un’altra storia.
Dopo tante fiabe, per la prima volta con Hercules i Disney Animation Studios trassero ispirazione dalla mitologia antica, mischiando racconti di varia natura e origine nella sceneggiatura originale firmata dai due registi del lungometraggio, insieme a Don McEnery, Bob Shaw e Irene Mecchi.
La figura di Ercole, metà eroe e metà Dio, era venerata nell’antica Roma col nome di Hercules e nel tempo è stata sovrapposta al greco Eracle, figlio di Zeus e di una donna mortale, Alcmena, sposa di Anfitrione di Tebe.
Partendo da qui ecco che il cartone animato saccheggia miti greci e latini, con l’innesto di personaggi creati ex novo estranei alla tradizione antica – fonde ad esempio la gelosia della fata cattiva in La bella addormentata nel bosco attribuita al Dio degli inferi Ade, cattivo della storia, con la profezia delle streghe di Macbeth traslata nel vaticinio delle Parche che non sanno resistere all’adulazione – per raccontare una storia semplice, che risponde in modo perfetto al prototipo teorizzato dal manuale di sceneggiatura Il viaggio dell’eroe di Chris Vogler, che tanta fortuna ebbe a Hollywood negli anni ’90. Nonostante questo, Hercules si eleva dalla mediocrità di una formula preconfezionata grazie a un’abbondante dose di humor, con battute inossidabili al passare del tempo, e a una splendida colonna sonora firmata da Alan Menken – otto premi Oscar all’attivo, tra musica e canzoni originali per i precedenti La sirenetta, La bella e la bestia, Aladdin e Pocahontas – con testi di David Zippel, che mischiando il gospel al rhythm and blues crea un’atmosfera frizzante da musical di Broadway.

Fin dalla sequenza d’apertura il mix d’ironia e musica dà subito il meglio di sé: all’ingresso in un museo di reperti antichi la voce narrante, in originale Charlton Heston, tenta di dare solennità al racconto e viene subito fermata dalle Muse che prendono vita sul decoro di un’anfora – capitanate da Calliope con la voce di Lillias White, insieme a Cheryl Freeman, LaChanze, Roz Ryan e Vanéese Y. Thomas – per raccontare cantando come un vero e proprio coro greco, ca va sans dire, ma con uno straordinario sapore black.

Seguendo crescita e imprese di ‘spruzzetto di sole‘ come ironicamente Ade chiama il piccolo Hercules in fasce, il film pone in evidenza la sostanziale differenza tra fama e valore, dando spazio al concetto oggi desueto secondo cui la qualità di una persona sta nella bontà delle sue azioni, non certo nel numero di ammiratori al seguito o nell’entità di un effimero consenso. La lotta dell’eroe contro l’Idra è uno dei primi innesti digitali nell’animazione tradizionale, prima che un utile strumento prendesse sopravvento.

Tra le figure di spicco dell’animazione Disney di allora Andreas Deja, debuttante agli Studios con Taron e la pentola magica e curatore del personaggio di Roger Rabbit, per Hercules ha creato la versione adulta del protagonista aggiungendolo a una galleria di notevoli personaggi; con una trovata molto divertente e in linea con l’ironia del film, nella sequenza dove l’eroe posa per un ritratto con la pelle di leone secondo l’iconografia giunta fino a noi, questa appartiene a un’altra sua creatura: il malvagio Scar de Il re leone.

Mischiando citazioni eterogenee, si va dal film Karate Kid – per vincere domani di John G. Avildsen a un’originale ipotesi sull’origine della forma contemporanea della Venere di Milo, Hercules salta da un mito all’altro cucendoli insieme senza alcun pudore, al punto che all’esordio generò accese polemiche tra gli esperti di mitologia greca e gli fu negata l’Acropoli di Atene come luogo per la prima mondiale; il risultato è una parodia molto americana anche di fenomeni propri dell’industria cinematografica come il merchandising.

Uscito negli Stati Uniti a giugno 1997, gli incassi iniziali di Hercules furono nettamente inferiori alle attese generate dai risultati dei film precedenti, pertanto gli investitori lo considerarono un insuccesso, ma alla fine il film ha raccolto più di tre volte gli ottantacinque milioni di dollari che è costato ed è oggi oggetto di venerazione per molti di noi.

Dettagli

Didascalie immagini

  1. Locandina italiana
  2. Il piccolo Hercules tra i genitori e Pegaso cucciolo, il monte Olimpo, Ade adulatore delle tre Parche
  3. Le Muse Calliope, Melpomene, Tersicore, Talia e Clio voci narranti della storia
  4. Hercules e Pegaso all’apice del successo per le vittorie contro mostri come l’Idra con molte teste
  5. Hercules con gli amici, l’amata Megara e la pelle di Scar addosso
  6. Ade re degli inferi, Mercurio e Zeus, Filottete allenatore di Hercules, per gli amici ‘Fil’
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    © 1997 Disney Enterprises Inc.

IN COPERTINA

Hercules animato da Andreas Deja
© 1997 Disney Enterprises Inc.

SCHEDA FILM

  • Titolo originale: Hercules
  • Regia: John Musker & Ron Clements
  • Con le voci originali di: Tate Donovan, Danny De Vito, James Woods, Susan Egan, Rip Torn, Samantha Eggar, Joshua Keaton, Roger Bart, Lillias White, Cheryl Freeman, LaChanze, Roz Ryan, Vaneese Thomas, Bobcat Goldthwait, Matt Frewer, Patrick Pinney, Hal Holbrook, Barbara Barrie, Amanda Plummer, Carole Shelley, Paddi Edwards, Paul Shaffer, Jim Cummings, Charlton Heston
  • Con le voci italiane di: Raoul Bova, Giancarlo Magalli, Massimo Venturiello, Veronica Pivetti, Barbara Cola, Stefano Crescentini, Alex Baroni, Gianni Musy, Aurora Cancian, Emanuela Cortesi, Paola Repele, Lola Feghaly, Lalla Francia, Paola Folli, Zuzzurro & Gaspare, Vittorio Viviani, Goffredo Matassi, Franca Lumachi, Elena Magoia, Paola Giannetti, Graziella Polesinanti, Christian Iansante, Giancarlo Padoan, Oreste Rizzini
  • Soggetto: Kaan Kalyon, Kelly Wightman, Randy Carwright, John Ramirez, Jeff Snow, Vance Gerry, Kirk Hanson, Tamara Lusher-Stocker, Francis Glebas, Mark Kennedy, Bruce M. Morris, Don Dougherty, Thom Enriquez da un’idea di Joe Haidar
  • Sceneggiatura: John Musker & Ron Clements, Donald McEnery & Bob Shaw con Irene Mecchi
  • Direzione artistica: Andy Gaskill
  • Supervisione animazione: Andreas Deja, Eric Goldberg, Nik Ranieri, Ken Duncan, Ellen Woodbury, Anthony DeRosa, Randy R. Haycock, Michael Show, James Lopez, Brian Ferguson, Dominique Monfery, Richard Bazley, Nancy Beiman, Oskar Urretabizkaia
  • Musica: Alan Menken
  • Testi delle canzoni: David Zippel
  • Montaggio: Tom Finan
  • Scenografie: Gerald Scarfe
  • Produzione: Alice Dewey, John Musker e Ron Clements in associazione con Kendra Haaland per Walt Disney Pictures
  • Genere: Animazione
  • Origine: USA, 1997
  • Durata: 93′ minuti