Free state of jones 1Il cinema contemporaneo abusa spesso della dicitura ‘tratto da una storia vera’ tanto da prestare il fianco a facili parodie, ma per Free State of Jones di Gary Ross – sugli schermi dal 1° dicembre con 01 Distribuzione – che va a riesumare dalle nebbie della Storia una figura poco conosciuta, si tratta di un atto di giustizia per ridare dignità storica a un uomo denigrato e vilipeso, troppo avanti rispetto ai tempi barbarici in cui si è trovato a vivere.
Mississippi, Stati Uniti, 1862, infuria la sanguinosa guerra di secessione. Newton Knight arruolato infermiere nelle forze schiaviste del sud assiste impotente alla brutalità del conflitto, ma quando suo nipote Daniel a soli quattordici anni viene ucciso davanti ai suoi occhi, lascia il fronte per riportarne a casa il corpo diventando di fatto un disertore.
Dopo aver opposto resistenza ai saccheggi dell’esercito confederato, che nonostante la legge imponesse solo un 10% di contributo allo sforzo bellico toglieva tutto alle piccole fattorie in cui erano rimasti solo donne e bambini, Newt trovò riparo nelle paludi; qui seppe coalizzare bianchi ridotti in miseria, schiavi neri in fuga dalle piantagioni e disertori come lui, in un esercito che arrivò a contare fino a cinquecento unità. La conquista di tre contee portò alla provocatoria proclamazione dello ‘Stato Libero di Jones’ – dal nome di una di esse – in cui Newton Knight promosse principi di libertà e uguaglianza, indipendenti dal colore della pelle e inediti per l’epoca, proprio al centro della confederazione sudista che aveva intrapreso la guerra civile per mantenere la schiavitù, colonna portante della sua economia.
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Appassionato di storia americana il regista sceneggiatore Gary Ross ha impiegato dieci anni di ricerche personali per far riemergere dall’oblio la figura dimenticata di Newton Knight, costruendo una sceneggiatura accurata che si spinge oltre la fine del conflitto in un periodo ancora poco esplorato dal Cinema; forse perché la Ricostruzione fu una pagina vergognosa per la coscienza civile degli Stati Uniti, quanto e più di quella sulla tratta dei neri.
Il film traccia un parallelo anche con la vicenda del pronipote di Newt, Davis Knight, che nel 1948 finì sotto processo perché, ritenuto di razza nera per l’ottavo di sangue creolo nelle sue vene, aveva sposato una donna bianca infrangendo la legge che proibiva matrimoni misti.
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Free State of Jones mostra come negli stati antiabolizionisti non fosse così totale e compatta l’adesione alla causa della segregazione raziale. La legge che nel Mississippi esonerava dall’arruolamento chi possedeva almeno venti schiavi – estendendo l’esonero di ventina in ventina anche a figli e familiari degli schiavisti più facoltosi – era conferma tangibile del fatto che fosse una guerra dei ricchi combattuta dai poveri.
Il film non esita a demolire quella retorica propaganda dell’onore, usata ancora oggi nella promozione di nuovi conflitti, ponendo l’accento su azioni di disobbedienza al potere di uomini in miseria, ma consapevoli della strumentalizzazione di cui erano oggetto, chiamati a dare la vita per tutelare proprietà altrui.
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Senza mai cedere alla volgarità di visioni esplicite le cruente sequenze d’apertura mostrano in modo efficace la realtà bellica, ma soprattutto Free State of Jones forse per la prima volta nel cinema USA ha il merito di denunciare l’accanimento sui corpi e la perversione di sevizie, che a guerra finita e per molti decenni a seguire, ha accompagnato impiccagioni e linciaggi rimasti purtroppo in gran parte impuniti.
Rinnegando promesse di terra da coltivare per i neri, ai vecchi proprietari furono restituiti i loro latifondi e le nuove leggi sull’apprendistato dei lavoratori di colore, nel periodo della Ricostruzione, furono il travestimento legale per riportare nei fatti gli afroamericani alla schiavitù.
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Matthew Mc Conaughey sorprendentemente somigliante al vero Knight, nel ruolo del protagonista offre un’interpretazione sofferta e molto fisica, quasi al livello del Dallas Buyers Club di Jean-Marc Vallée che un paio d’anni fa ha rilanciato la sua carriera portandolo alla vittoria dell’Oscar.
Il suo ritratto di Newt Knight rende giustizia a un uomo che ha continuato la sua lotta anche dopo la fine della guerra civile, impegnato attivamente a promuovere integrazione raziale e istruzione, per rendere davvero liberi i neri affrancati dalle catene. Un grande uomo di cui si è cercato di cancellare memoria, sepolta sotto un cumulo d’infamie e menzogne, dipinto di volta in volta come bandito fuorilegge e assassino.
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L’impegno di Newton Knight parla alle generazioni future e il film di Gary Ross è quanto mai attuale perché la frattura prodotta dalla guerra civile negli Stati Uniti è ancora viva e profonda, emersa anche nella recente campagna elettorale per la presidenza; è notizia di pochi giorni fa l’annuncio di un grande raduno con parata del Ku Klux Klan in North Carolina per festeggiare l’elezione di Donald Trump.
Torna alla memoria l’impietosa battuta finale, contraltare al discorso d’insediamento di Barak Obama in cui definiva il popolo degli Stati Uniti una grande comunità, pronunciata da Brad Pitt a chiusura del notevole Cogan – killing them softly scritto e diretto dal neozelandese Andrew Dominik.
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Io vivo in America, e in America sei solo! …l’America non è una nazione, è solo affari!
…e adesso maledizione, pagami!

Didascalie immagini

  1. Locandina italiana
  2. Newton Knight dalle trincee della guerra civile alle paludi protetto da un ambiente selvaggio e inospitale
  3. Il regista Gary Ross sul set con Matthew Mc Conaughey / Brian Lee Franklin è Davis, pronipote ‘nero’ di Newt, sotto processo in Mississippi nel 1948 per aver sposato una donna ‘bianca’
  4. Anche i bambini costretti a impugnare le armi per opporsi ai saccheggi dell’esercito sudista / Bill Tangradi è il tenente Barbour / Collare acuminato riprodotto da una foto d’epoca / Gugu Mbatha-Raw è Rachel / Joe Chrest è il ricco schiavista
    James Eakins
  5. Lutto in tempo di guerra / Mahershala Ali è Moses Washington / Le sevizie sui corpi durante la Ricostruzione / Newt Knight sempre vigile anche dopo la fine del conflitto
  6. Il vero Newton Knight in un dagherrotipo dell’epoca e la sua versione cinematografica: Matthew Mc Conaughey
  7. La taverna di Sally / Thomas Francis Murphy è il colonnello Elias Hood / Keri Russell è la moglie di Newt, Serena Knight / Schiavi ribelli fuggiti dalle piantagioni
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    (© 2016 STX Productions LLC)

In copertina:
Matthew Mc Conaughey incarna sullo schermo Newton Knight (© 2016 STX Productions LLC)

SCHEDA FILM

  • Titolo originale: Free State of Jones
  • Regia: Gary Ross
  • Con: Matthew McConaughey, Gugu Mbatha-Raw, Mahershala Ali, Keri Russell,  Brian Lee Franklin, Donald Watkins, Christopher Berry, Sean Bridgers, Bill Tangradi, Thomas Francis Murphy, Joe Chrest, Jacob Lofland, Kerry Cahill, Jessica Collins, Jill Jane Clements, Dane Rhodes, Lawrence Turner, Troy Anthony Hogan, Greg Kennedy, Marquintus Artrial Clark, Charlie Anderson, Cade Cooksey, Liza J. Bennett, Gary Grubbs, David Jensen, Bill Martin Williams, Jim Kelly, John Fertitta, Rhonda Dents, Jane Mc Neil, Dave Maldonado, Wayne Pere, John Neisler, Sharon Landry, Mary Elizabeth Ellis, Kurt Krause, Andrew Petrotta, Joseph Hosey, Henry Frost, PJ Marshall, Lucy Faust, Lara Grice, Johnny Mc Phail, Kylen Davis, La’Jessie Smith, Kesha Bullard Lewis, Jackson Beals, Sam Malone, William Mark Mc Cullough, Garrett Kruithof, Martin Bradford, Jaren Mitchell, Jim Klock, Will Beinbrink, Stella Allen, Camden Flowers, Carsen Flowers, Jason Ament, Kirk Bovill, Matthew Lintz, Mattie Liptak, Trace Ancar, Brandon Hartley, Paul Alan Webb, Victoria Bynum, Manny Penton, Franny Levenstein, Monique Bilbo, Samantha Hopkins, Shelby Noelle Sanders, Melanie Hebert, Jackson Lee Brockton, Joe Girard, Ann Hamilton, James G. Hanifen, Ethan Lee, Pine Purvis, Henry Frost, Julia Holt
  • Soggetto: Leonard Hartman, Gary Ross
  • Sceneggiatura: Gary Ross
  • Fotografia: Benoit Dehomme
  • Musica: Nicholas Britell
  • Montaggio: Juliette Welfling, Pamela Martin
  • Scenografia: Philip Messina
  • Costumi: Louise Frogley
  • Produzione: Jon Kilik e Scott Stuber con Diana Alvarez in associazione con David Pomier e Eric Heffron con Sandino Moya-Smith per STX Entertainment e Huayi Brothers Pictures in associazione con IM Global, Route One Entertainment, Union Investment Partners e Vendian Entertainment con Bluegrass Films, Rahway Road e Larger Than Life Productions
  • Genere: Storico
  • Origine: USA, 2016
  • Durata: 139′ minuti