Un cielo tempestoso all’orizzonte, tuoni lontani sembrano presagire l’ineluttabilità di eventi già in divenire, la voce di un invisibile testimone in qualche modo anche artefice di questa storia racconta del ritrovamento tra la carta straccia di un diario, scritto in verde con la calligrafia acerba di una bambina.
L’io narrante descrive il contenuto delle pagine fatto di annotazioni su quotidiani momenti insignificanti, ma che fanno emergere inarrestabile la sensazione di una misteriosa reticenza, come se ci fosse stato un di più carico di tensione, omesso e irreperibile su carta; poi questo anonimo narratore ci informa che ‘Quanto segue è ispirato a una storia vera. La storia vera è ispirata a una storia falsa. La storia falsa non è molto ispirata‘.
Inizia così Favolacce dei fratelli Damiano e Fabio D’Innocenzo che i due cineasti gemelli hanno scritto all’età di diciannove anni, rievocando l’ambiente sociale di povertà – prima di tutto spirituale – respirato nel rione di Tor Bella Monica, periferia sud di Roma, dove sono cresciuti e da cui si sono affrancati attraverso l’arte e la cultura. Figli di un pescatore, costretti a crescere velocemente proprio dal clima impietoso di quelle borgate, i due si sono formati da autodidatti interessandosi di pittura e letteratura fin dalla più tenera età, svolgendo i lavori più disparati per mantenersi e iniziando a scrivere sceneggiature, fino all’esordio nel lungometraggio con La terra dell’abbastanza, la pubblicazione della raccolta di poesie Mia madre è un’arma e del libro fotografico Farmacia notturna a dimostrazione di una poliedricità del loro talento.

Seguendo i passi di un gruppo di bambini, appartenenti a quattro nuclei familiari, dei loro genitori e di altri personaggi minori determinanti allo sviluppo della vicenda, Favolacce offre il ritratto crudele di un tessuto sociale malsano in cui, sotto l’apparenza di placida normalità, si muove strisciante la vena violenta di padri irrisolti, l’invisibile passività di madri sottomesse e la pericolosa emulazione dei bambini, che tentano di assomigliare a quei modelli di adulti sbagliati che hanno davanti.

Figure attente alla cura del proprio aspetto asservite alla loro stessa ipocrisia nel mettere in scena ordinarie consuetudini sociali, ma colpevolmente inconsapevoli della loro mostruosità interiore, i genitori sono causa dell’ambigua tranquillità dei bambini, che in loro presenza appaiono quasi spenti. I fratelli D’Innocenzo hanno saputo ottenere dai loro piccoli attori prove davvero straordinarie e in particolare Tommaso Di Cola e Giulietta Rebeggiani, nella parte di Dennis e di sua sorella Alessia, fanno correre più di un brivido.

Bravissima esordiente, Ileana D’Ambra offre il ritratto contraddittorio della giovane Vilma, d’incosciente immaturità e dolorosa provocazione, ma è la statura attoriale di un superlativo Elio Germano a farsi carico del peso emotivo nella sequenza più drammatica, resa sostenibile soltanto dall’estremo pudore dei fratelli D’Innocenzo nel metterla in scena. Nella sua sconsolante attualità Favolacce è metaforico, duro, atto d’accusa contro una società incapace di immaginare orizzonti futuri per le nuove generazioni.

Presentato al 70° Festival Internazionale del Cinema di Berlino, dove ha vinto un meritato Orso d’Argento alla miglior sceneggiatura, Favolacce è la ‘seconda opera prima‘ dei due cineasti romani spiazzante per la sua irrevocabile sincerità che rispecchia quella dei suoi autori; folta capigliatura sempre spettinata, Fabio e Damiano conquistano l’attenzione per la perfetta sincronia con cui si alternano nelle risposte, per l’ironia disarmante con cui si raccontano senza complessi né omissioni, decisi a restare ‘esordienti’ e sinceri.

La disillusione con cui giovanissimi hanno scritto il copione qualcuno gli aveva preannunciato si sarebbe mitigata negli anni, ma dando finalmente forma al film gli autori hanno realizzato che la loro visione delle miserie umane narrata da Favolacce non è stata scalfita dal tempo. Un progetto difficile per gli intenti consolatori della più omologata produzione nazionale che i due volevano realizzare per primo, ma a cui hanno potuto mettere mano solo grazie al successo del film precedente, di più facile collocazione.

In attesa di poter vedere Favolacce sul grande schermo appena le sale torneranno ad aprire i battenti, questo nuovo film dei fratelli D’Innocenzo è disponibile al noleggio sulle maggiori piattaforme digitali. Una favola ruvida, ambigua e disturbante destinata a lasciare il segno nella storia del Cinema italiano.

Didascalie immagini

  1. Locandina italiana
  2. Anonime villette a schiera, teatro di relazioni sociali apparentemente comuni
  3. Padri aggressivi, madri sottomesse, bambini pericolosamente emuli di modelli sbagliati
  4. Tommaso Di Cola e Giulietta Rebeggiani sono Dennis e sua sorella Alessia
  5. La straordinaria esordiente Ileana D’Ambra / L’attrice ha preso peso per incarnare la gravidanza di Vilma / Elio Germano è Bruno
  6. Giulia Melillo è Viola / Justin Korovkin e Gabriel Montesi sono Geremia e suo padre Amelio / Lino Musella è il professor Bernardini
  7. Inconsapevoli / Immaturità / Damiano e Fabio D’Innocenzo a Berlino con l’Orso d’Argento alla miglior sceneggiatura (fonte)

© 2020 Pepito Produzioni / Amka Films Productions

IN COPERTINA
Favolacce, particolare della locandina
© 2020 Pepito Produzioni / Amka Films Productions

SCHEDA FILM

  • Titolo originale: Favolacce
  • Regia: Fratelli D’Innocenzo
  • Con: Elio Germano, Tommaso Di Cola, Giulietta Rebeggiani, Gabriel Montesi, Justin Korovkin, Barbara Chichiarelli, Lino Musella, Ileana D’Ambra, Max Malatesta, Aldo Ottobrino, Cristina Pellegrino, Giulia Melillo, Laura Borgioli, Enrico Pittari, Sara Bertelà, Federico Majorana, Raquel Electra, Giulia Galiani, Max Tortora
  • Sceneggiatura: Fratelli D’Innocenzo
  • Fotografia: Paolo Carnera
  • Musica: Egisto Macchi dall’album Città Notte (1972)
  • Montaggio: Esmeralda Calabria
  • Scenografia: Paola Peraro, Emita Frigato, Paolo Bonfini
  • Costumi: Massimo Cantini Parrini
  • Produzione: Agostino e Giuseppe Saccà in associazione con Giovanni Cova e in coproduzione con Tiziana Soudani, Michela Pini e Gabriella De Gara per Pepito Produzioni con Rai Cinema in coproduzione con Vision Distribution in associazione con QMI Entertainment Ideas in coproduzione con Amka Films Productions, RSI e SRG-SSR in collaborazione con Sky
  • Genere: Drammatico
  • Origine: Italia / Svizzera, 2020
  • Durata: 99′ minuti