
Delicato racconto di formazione sentimentale, Falcon lake è il sorprendente esordio alla regia dell’attrice canadese Charlotte Le Bon, in cui la parte visiva ha un ruolo determinante – come dovrebbe essere sempre del resto, quando si sceglie di raccontare nel più puro linguaggio cinematografico – relegando a supporto di secondo piano il dialogo verbale.
Il tredicenne Bastien, quasi quattordicenne, è un ragazzino francese in vacanza insieme ai genitori e al fratellino più piccolo Titì nei boschi canadesi vicino a un lago, dove hanno preso una casa insieme all’amica di famiglia Louise e a sua figlia, la sedicenne Chloe.
Un po’ scontrosa all’inizio, la ragazza coinvolge ben presto Bastien nelle sue attività, condividendo un certo fascino per il macabro e per le cose strane in generale, raccontando con una punta di morbosità dei morti annegati nella parte selvaggia del lago, che come fantasmi si aggirano ancora là intorno.
Ispirata al racconto a fumetti Une soeur [una sorella] di Bastien Vivès, la sceneggiatura scritta da Charlotte Le Bon con la collaborazione di François Choquet sposta l’azione dalle spiagge francesi della Bretagna alle foreste del Canada; un cambiamento fondamentale perché l’ambiente lacustre con le sue acque limacciose è di per sé più infido, rappresentando così in modo plastico l’inquietudine per territori sconosciuti che attraggono e spaventano allo stesso tempo. Cos’è in fondo il passaggio dall’infanzia all’adolescenza, se non un avventurarsi – spesso disarmati, certamente impreparati – su sentieri ignoti, non ancora battuti? Con tutto il carico di rivoluzioni interiori ancora tutte da codificare, dall’insorgere di pulsioni sessuali all’innamoramento della prima volta come sconvolgimento incomprensibile e totalizzante.

Con una straordinaria intuizione Falcon lake utilizza i canoni del cinema horror per raccontare, con estrema efficacia e affascinante eleganza formale, la morte dell’innocenza – il cliché degli adolescenti spericolati circondati da un pericolo invisibile, lentissimi e quasi impercettibili movimenti di macchina che creano tensione e attesa per qualcosa che incombe – con un uso sapiente dell’impianto sonoro che fonde rumori sospetti e la musica dissonante di Shida Shahabi.

Nel ruolo protagonista di Bastien la regista ha ingaggiato il giovane Joseph Engel, che aveva notato nel film di Louis Garrel L’uomo fedele, quattordicenne al momento delle riprese e perciò perfettamente in linea col personaggio, a cui ha donato corpo, sensibilità e intelligenza emotiva per incarnarne il risveglio dei sensi. Sara Montpetit, scelta tra quattrocento candidate, dà forma alla stranezza di Chloe espressione del suo desiderio di impressionare a ogni costo il nuovo amico.

Con gli adulti confinati sullo sfondo il film porta in primo piano la tempesta interiore di Bastien, il conflitto tra smania di crescere e paura di abbandonare l’infanzia, in un momento di transizione in cui il bambino non è ancora scomparso, ma inizia già a formarsi l’uomo che verrà. Cronaca dei primi turbamenti, Falcon lake è un’opera delicata e piena di nostalgia, che scaturisce dalla consapevolezza che niente è destinato a durare, come l’estate a cui segue inesorabile l’autunno.

Girato in pellicola 16 mm che Charlotte Le Bon ritiene capace di restituire atmosfere più sottili e sorprendenti rispetto al digitale, dopo l’esordio nel programma della Quinzaine des Réalisateurs del Festival di Cannes 2022, Falcon lake sarà nelle sale italiane dal prossimo 29 giugno distribuito da Movie Inspired.