Toccare un oggetto di culto amato da intere generazioni è sempre operazione azzardata, perciò l’idea che il capolavoro di Ridley Scott avrebbe avuto un seguito ha generato comprensibile diffidenza e disappunto; Blade Runner arrivò sugli schermi nell’estate 1982 rivoluzionando non solo l’estetica del futuro nel cinema di fantascienza, ma esercitando una forte influenza anche in altri ambiti creativi come la moda e la musica, con l’istituzione di seminari universitari dedicati allo studio del mondo creato dal film.
Per questo l’operazione è stata portata avanti con estrema cautela e negli ultimi mesi le immagini del nuovo film rese disponibili hanno trasformato la prevenzione in attesa, non solo con due trailer strategici rilasciati in tempi diversi, ma anche con la produzione di tre cortometraggi disponibili su youtube [ l’anime di Shinichiro Watanabe dal titolo Blackout 2022, e i due 2036: le origini del Nexus e 2048: senza via di fuga diretti da Luke Scott, girati sullo stesso set e con gli interpreti del nuovo capitolo] che creano un legame narrativo tra il film originale e Blade Runner 2049; in verità non un vero e proprio ‘seguito’ nel senso letterale della parola, quanto l’espansione dell’universo creato da Ridley Scott e ispirato al racconto di Philip K. Dick Anche gli androidi sognano pecore elettriche?, poi ribattezzato dall’editoria italiana Il cacciatore di androidi.
Los Angeles 2049: l’agente di polizia KD6-3.7 appartiene all’unità Blade Runner incaricata di togliere dalla circolazione i replicanti illegalmente a piede libero e durante una missione s’imbatte nel riemergere dal passato di un pericoloso segreto.
Le sue indagini si rivelano ben presto pericolose per la stabilità sociale di un mondo in cui i ricchi vivono nel lusso delle colonie extra-mondo lasciando la Terra contaminata alle fasce povere della popolazione. K tenterà di rintracciare Rick Deckard, il più famoso cacciatore di ‘lavori in pelle’ del dipartimento, scomparso nel nulla trent’anni prima, ma dovrà fare i conti con i danni causati dal blackout del 2022, che lasciando l’intero pianeta senza corrente per dieci giorni ha corrotto ogni archivio di dati sugli esseri umani artificiali.
Con lo splendido Arrival il canadese Denis Villeneuve ha dimostrato straordinaria sensibilità nell’affrontare un racconto fantastico intimo, ma collocato in vasti orizzonti, perciò non potevamo immaginare cineasta più idoneo a sostituire Ridley Scott, qui nel ruolo di produttore esecutivo, alla guida del progetto Blade Runner 2049, noir dalle forti implicazioni filosofiche.
Con il direttore della fotografia Roger Deakins – notevole filmografia all’attivo e tredici candidature all’Oscar a certificarne la grandezza – il regista ha selezionato gli stessi colori del primo film per realizzare un nuovo racconto, così indipendente dall’originale da non renderne necessaria la visione, capace di ricreare atmosfere analoghe a quelle inarrivabili dell’originale.
Il risultato è un thriller serrato ed elegante in cui tutto è nuovo, eppure così incredibilmente familiare perché attinge agli stessi archetipi già sullo schermo in Blade Runner: Niander Wallace il padre/Dio dei Nexus interpretato da Jared Leto versione più spietata del vecchio mister Tyrell, Dave Bautista nei panni di un coltivatore proteico di nome Sapper Morton evoca il Leon su cui si apriva il film originale e persino il protagonista agente K di Ryan Gosling è in fondo un alter ego, con analoghi conflitti interiori, del giovane Rick Deckard.
Ma il legame con il vecchio film è più profondo, nei contenuti come nella forma, sparso in ogni più piccolo frammento: con riflessioni sulla natura dell’anima e della realtà – messa ancor di più in crisi da un mondo pieno di ologrammi e realtà virtuali – e momenti paralleli tra i due film in cui un capo d’abbigliamento, un dettaglio, uno sguardo o una situazione del nuovo racconto vive di echi da vecchie sequenze entrate nel mito.
Notevole l’uso del sonoro, con un paio di ‘schegge’ vocali che danno letteralmente i brividi, e la colonna sonora che riecheggia da vicino senza copiarla la partitura immortale di Vangelis del 1982.
Tutta una serie di accessori tecnologici rende la visione di Blade Runner 2049 una vera e propria esperienza sensoriale, insinuando idee anche inquietanti perché legate alla realtà del nostro presente; la compagna virtuale Joi interpretata da Ana De Armas, ad esempio, incarna l’ambivalenza di prodotti contemporanei che ci portiamo sempre addosso, esponendoci nostro malgrado a quella sorveglianza costante preconizzata e temuta da Philip K. Dick.
Hampton Fancher, autore della sceneggiatura del primo Blade Runner, ha scritto il soggetto in forma di racconto creando una trama complessa piena di depistaggi e colpi di scena, con sfumature che evocano lo Stanislaw Lem di Solaris, ma che lascia sempre riflessioni in sospeso perché sia il pubblico a definire ciò che resta inespresso.
Girato in Ungheria su set prevalentemente costruiti realmente per dare a tutto maggior concretezza, Blade Runner 2049 non può certo aspirare ad avere oggi sull’immaginario collettivo l’impatto del suo illustre predecessore, ma è comunque un grande film che lascerà una traccia importante nella storia della Settima Arte. Il Cinema di Denis Villeneuve fa un ulteriore salto di qualità con un’opera che sfiora il capolavoro, da vedere assolutamente.
Dettagli
Didascalie immagini
-
Locandina italiana
-
Atmosfere e situazioni che come i fatti narrati dal mito: 'non sono mai avvenuti, ma sono sempre!'
-
L’agente K ai confini della conoscenza / Ryan Gosling è K / Harrison Ford è ancora Rick Deckard
-
Il regista Denis Villeneuve e l’autore della fotografia Roger Deakins sul set / Ridley Scott con Harrison Ford / Indicazioni agli attori / Pausa accanto alla macchina da presa
-
Luv come Rachael / Jared Leto è il creatore Niander Wallace / L’emozione di un ricordo
-
Faccia a faccia tra gli ologrammi / Sylvia Hoeks è Luv / Le luci di una caccia all’uomo
-
K e la sua Joi incarnata da Ana De Armas / Dave Bautista è Sapper Morton / Messaggio sessuale virtuale
© 2017 Alcon Entertainment LLC., Columbia Pictures Industries Inc. e Warner Bros. Entertainment Inc.
IN COPERTINA
L’agente KD6-3.7 interpretato da Ryan Gosling sulle trace di Rick Deckard
© 2017 Alcon Entertainment LLC., Columbia Pictures Industries Inc. e Warner Bros. Entertainment Inc.
SCHEDA FILM
- Titolo originale: Blade Runner 2049
- Regia: Denis Villeneuve
- Con: Ryan Gosling, Harrison Ford, Ana De Armas, Mackenzie Davis, Sylvia Hoeks, Lennie James, Carla Juri, Robin Wright, Dave Bautista, Jared Leto, Mark Arnold, Vilma Szécsi, Wood Harris, David Dastmalchian, Tómas Lemarquis, Sallie Harmsen, Hiam Abbass, Krista Kosonen, Elarica Johnson, André Lukács Molnár, István Göz, Pál Nyári, Joshua Tersoo Allagh, Zoltán Béres, Konstantin Pál, Ferenc Györgyi, Samuel Brown, Kincsö Sánta, Barkhad Abdi, Ben Thompson, Suzie Kennedy, David Benson, Stephen Triffitt
- Soggetto: Hampton Fancher basato sui personaggi del romanzo Il Cacciatore Di Androidi di Philip K. Dick
- Sceneggiatura: Hampton Fancher, Michael Green
- Fotografia: Roger Deakins
- Musica: Hans Zimmer, Benjamin Wallfisch
- Montaggio: Joe Walker
- Scenografia: Dennis Gassner
- Costumi: Renée April
- Produzione: Andrew A. Kosove & Broderick Johnson con E Bud Yorkin & Cynthia Sikes Yorkin per Ridley Scott, Alcon Entertainment e Bud Yorkin con Dana Belcastro, Carl Rogers e Steven P. Wegner in associazione con Donald Sparks per Torridon Films e 16:14 Entertainment
- Genere: Fantascienza
- Origine: USA, 2017
- Durata: 162' minuti