Quando al Festival di Cannes 1979 fece il suo esordio sullo schermo Apocalypse now, vincendo ex aequo la Palma d’Oro, il suo autore Francis Ford Coppola dichiarò che si trattava di un’opera non ancora ultimata, frutto di una lavorazione interminabile funestata da pesanti avversità – l’uragano che distrusse il set a Manila, l’infarto che mise fuori gioco il protagonista Martin Sheen – che sembrò più volte sul punto di naufragare.
Dopo due anni spesi in sala di montaggio a tentare di dare forma al caos, il cineasta cedette alle pressioni di produttori e distributori, preoccupati che il film risultasse troppo lungo e di difficile comprensione, operando ingenti tagli per arrivare ai 148′ minuti di quella prima edizione.
Spinto dal successo assoluto che ha trasformato il film in un mito planetario, nel 2001 Coppola presenta una nuova versione – Apocalypse now Redux – che reintegra tutta la parte relativa alla piantagione dei coloni francesi in Cambogia, sacrificata nel primo montaggio, che con i suoi 203′ minuti ripristina in fondo l’edizione che avrebbe voluto fin dall’inizio.
Adesso in occasione del quarantesimo anniversario finalmente il capolavoro di Francis Ford Coppola trova forma definitiva, quella ‘perfetta’ secondo le dichiarazioni del regista, che con i suoi 182′ si pone a metà tra le due precedenti e sarà nelle sale italiane dal prossimo 14 ottobre.

La sequenza ormai iconica su cui si apre il film, senza preamboli né titoli di testa, fa emergere dall’oscurità le palme davanti alle quali passano in volo elicotteri prima che un’immensa vampata di fuoco incendi lo schermo; in sovrimpressione appare in primo piano il volto del protagonista, evidenza che l’inferno mostrato è prima di tutto interiore al personaggio, mentre il rumore dei motori creato al sintetizzatore si fonde con l’immortale The end dei Doors, segno dell’attenzione alla forma sonora che Francis Coppola ha sempre avuto insieme alla cura per l’aspetto visivo.

Perciò adesso avvalendosi delle più avanzate tecnologie, audio in Dolby Vision e Atmos unito al restauro delle immagini in 4k da negativo originale, Apocalypse now – final cut offre un’esperienza sensoriale all’avanguardia più coinvolgente che mai. Superando i limiti della riproduzione su pellicola Technicolor di un tempo, che via via andava perdendo informazioni nella definizione dell’immagine, la profondità del colore in questa nuova visione rende giustizia e preserva il lavoro sublime di Vittorio Storaro, che con Apocalypse now ha vinto il primo dei suoi tre Oscar alla fotografia.

Fin dall’inizio, nel commissionare a John Milius una sceneggiatura ispirata al racconto Cuore di tenebra di Joseph Conrad, Francis Coppola voleva realizzare un film sulla violenza che la civiltà dominante opera nei confronti di una cultura indigena ritenuta ‘selvaggia’ e perciò indegna di ogni attenzione, è la brutalità del colonialismo, ma anche la menzogna sull’esportazione della democrazia che ancora sostiene ogni intervento armato, arbitrario e violento, che in particolare il governo degli Stati Uniti continua a portare avanti anche nel terzo millennio.

Troppo antimilitarista per avere sostegno dall’esercito statunitense, Apocalypse now ebbe i mezzi militari messi a disposizione dal governo delle Filippine, dove il film fu girato; all’uscita nelle sale scatenò forti polemiche perché andava ad attaccare la cecità dell’opinione pubblica americana, mostrando bombardamenti su scuole e villaggi civili, l’abuso di droghe delle truppe per sopravvivere all’orrore e soldati giovanissimi sotto pressione dal grilletto facile – situazioni distanti dalla retorica degli eroi devoti alla patria – rappresentò una vera e propria perdita dell’innocenza per il pubblico USA.

La missione del capitano Willard, nella giungla più impenetrabile, per raggiungere e porre fine al dominio del colonnello Kurtz rappresenta il viaggio verso il lato oscuro alla scoperta di sé, tra i pericoli che può celare l’inconscio e la paura di spingersi oltre i confini del conosciuto. L’ultima grande interpretazione di Marlon Brando, nel ruolo di Kurtz, personifica la coscienza rimossa di un’intera nazione che non vuole sapere, ancora oggi, il prezzo di sangue e dolore inflitto alle popolazioni straniere dalla loro aspirazione ad auto-eleggersi sceriffi del mondo.

Metaforico e visionario, Apocalypse now trasfigura la realtà in una rappresentazione onirica che, paradossalmente proprio per questo, riesce a restituire la brutale verità storica di situazioni violente che vanno oltre ogni normale comprensione. Nel cast a dare ottima prova si sé Robert Duvall, Frederic Forrest, Sam Bottoms, Albert Hall, un giovanissimo Laurence Fishburne che sul set festeggiò i suoi sedicesimo e diciassettesimo compleanno, Dennis Hopper e in ruoli minori anche Scott Glenn, notevolmente sacrificato al montaggio, e Harrison Ford.

Dopo la prima edizione troppo breve e la Redux troppo estesa, figlia di una libertà decisionale ritrovata che ha inibito il senso del ritmo, Apocalypse now – final cut è la versione definitiva di un capolavoro che nello splendore tecnologico attuale si consegna alla visione delle nuove generazioni. Un’opera imprescindibile assoluta da vedere e rivedere, meglio su grande schermo.

Didascalie immagini

  1. Locandina italiana
  2. Francis Ford Coppola: sul set fotografato da Chas Gerretsen, nell’ironico cameo a fianco di Vittorio Storaro, con Dennis Hopper fotografato da Chas Gerretsen
  3. Martin Sheen è il capitano Willard
  4. L’arte di Vittorio Storaro di scolpire con la luce
  5. L’epica Cavalcata delle Walkirie / La Playmate dell’anno per le truppe / Sam Bottoms è il soldato Lance B. Johnson
  6. Fumogeni segnalatori / I coloni francesi / Sudditi di un regno oscuro
  7. Marlon Brando è il colonnello Kurtz
  8. Frederic Forrest è Chef / Laurence Fishburne è Clean / Robert Duvall è il fanatico colonnello Kilgore

© 2019 Zoetrope Corporation

IN COPERTINA
Willard trasfigurato come divinità vendicatrice
© 2019 Zoetrope Corporation

SCHEDA FILM

  • Titolo originale: Apocalypse now – final cut
  • Regia: Francis Ford Coppola
  • Con: Marlon Brando, Robert Duvall, Martin Sheen, Frederic Forrest, Albert Hall, Sam Bottoms, Laurence Fishburne, Dennis Hopper, G.D. Spradlin, Harrison Ford, Colleen Camp, Cynthia Wood, Christian Marquand, Aurore Clement, Jerry Ziesmer, Scott Glenn, Bo Byers, James Keane, Kerry Rossall, Ron Mc Queen, Tom Mason, Linda Carpenter, Jack Thibeau, Glenn Walken, George Cantero, Damien Leake, Herb Rice, William Upton, Larry Carney, Marc Coppola, Daniel Kiewit, Father Elias, Bill Graham, Hattie James, Jerry Ross, Dick White, Michel Pitton, Franck Villard, David Olivier, Chrystel Le Pelletier, Robert Julian, Yvon Le Seaux, Roman Coppola, Gian-Carlo Coppola, Henri Sadardiel, Gilbert Renkens
  • Sceneggiatura: John Milius, Francis Ford Coppola
  • Narrazione: Michael Herr
  • Fotografia: Vittorio Storaro
  • Musica: Carmine Coppola e Francis Ford Coppola
  • Supervisione montaggio: Richard Marks
  • Montaggio: Walter Murch, Gerald B. Greenberg e Lisa Fruchtman
  • Scenografia: Dean Tavoularis
  • Supervisione costumi: Charles E. James
  • Costumi: Dennis M. Fill, George Little, Luster Bayless, Norman Burza
  • Produzione: Francis Ford Coppola, Fred Roos, Gray Frederickson e Tom Sternberg in associazione con Mona Skager per American Zoetrope e Lionsgate
  • Genere: Capolavoro
  • Origine: USA, 1979 / 2019
  • Durata: 182′ minuti