
“In quei giorni in cui tutto è bianco e non c’è più alcuna differenza tra la terra e il cielo, allora i morti possono parlare con noi che siamo ancora vivi.“
[Autore sconosciuto]
Un auto corre nella nebbia su una strada fatta di curve e tornanti in cui la visibilità non si spinge troppo oltre una breve distanza, un po’ come nella vita, in cui nonostante gli sforzi per immaginare il futuro e ciò che ci aspetta più in là, questo eterno presente in cui siamo immersi è tutto ciò che possiamo sperimentare.
Ingimundur ha perso l’adorata moglie in un inspiegabile incidente stradale, dopo la perdita è rimasto a casa in congedo temporaneo dal lavoro, è capo della locale stazione di polizia in un piccolo villaggio della gelida Islanda, e periodicamente è sottoposto a valutazione psichica da parte di un medico.
L’uomo passa gran parte del suo tempo lavorando alla ristrutturazione di una casa dove vive isolato, destinata ad accogliere poi sua figlia con i due nipotini, ma anche il genero verso cui il poliziotto sembra nutrire diffidenze. La maggior parte del suo tempo il taciturno Ingimundur la trascorre in compagnia della piccola Salka, la nipote di nove anni, lavorando alla futura casa della bimba, ma anche uscendo con lei in barca per battute di pesca al salmone. …finché un giorno emerge da non si sa bene dove una scatola contenente effetti personali della moglie scomparsa, piccoli oggetti, tracce di una vita che sembra custodire indizi di segreti mai rivelati innescando sospetti e un’indagine che rischia di diventare ossessione per il vedovo, che non ha mai dato davvero libero sfogo alle sue emozioni.

A white white day – segreti nella nebbia di Hlynur Pálmason esplora il dolore di un uomo incapace di esprimerlo, colto nel momento di stallo in cui il tarlo di un sospetto entra nella sua anima e scatena forti sentimenti d’amore e vendetta, che possono essere distruttivi. Un film sui fantasmi interiori che ci albergano dentro, tra ricordi e rimpianti, quando un rapporto bruscamente interrotto dagli eventi fa emergere il mistero di relazioni umane in cui erroneamente proiettiamo le nostre idee sull’altro.

In mancanza di sequenze che raccontino il loro passato insieme, la moglie scomparsa attraversa il film come un’ombra indistinta fino all’enigma finale, fatto di nostalgia o di speranza secondo la propria interpretazione. Contrapposto alla purezza dell’amore per la nipote il rapporto di coppia, più carnale e selvaggio perché vincolato anche alla sessualità, espone l’altra persona a sperimentare anche il lato peggiore di noi, con la linea di confine tra amore e odio che a volte può diventare molto sottile.

Lo straordinario Ingvar Sigurdsson è stato ispirazione fin dalla genesi del progetto per il protagonista, già in fase di scrittura il regista Hlynur Pálmason che lo aveva diretto nel suo saggio di diploma alla Den Danske Filmskole di Copenaghen pensava a lui nel dare forma a quest’uomo chiuso e incapace di esprimere il proprio dolore; la prova, anche molto fisica, dell’attore islandese ha ottenuto una candidatura per la miglior interpretazione maschile alla 32ª edizione gli EFA – European Film Award.

Dopo aver esordito nella sezione Semaine de la critique del Festival di Cannes e essere stato eletto miglior film al 37° Torino Film Festival, adesso A white white day – segreti nella nebbia di Hlynur Pálmason è arrivato nelle sale italiane grazie a Trent Film, distribuzione indipendente votata alla diffusione di opere originali e fuori dai canoni.