Dopo aver diretto due progetti ingombranti come Skyfall e Spectre, episodi della saga intramontabile dedicata all’agente 007, il regista inglese Sam Mendes con 1917 crea una fusione apparentemente incompatibile tra l’intimità di un’opera d’autore e la spettacolarità del film d’azione d’impianto commerciale.
Traendo spunto dai racconti di suo nonno Alfred H. Mendes a cui il film è dedicato, che a diciannove anni fu messaggero sul Fronte Occidentale per l’esercito britannico durante la prima guerra mondiale, il regista premio Oscar per American Beauty ha concepito il soggetto originale di 1917 come una storia dichiaratamente di pura fantasia, calata però in un contesto storico preciso e definito, alimentata da memorie di episodi veramente accaduti.
La vicenda si colloca nella giornata del 6 aprile 1917, l’Europa è macchiata dal sangue versato nel corso del primo conflitto mondiale – il bilancio finale arriverà a sedici milioni di vite recise – inglesi e tedeschi si fronteggiano su territorio francese in una guerra tattica di posizione, ma l’esercito teutonico ha compiuto una ritirata strategica riparando dietro la Linea Hindenburg – un sistema difensivo esteso per quasi centosessanta kilometri – in attesa che il nemico avanzi, convinto di aver messo in fuga l’avversario, per sferrare l’offensiva finale.

Una trappola scoperta dallo stato maggiore inglese grazie a fotografie aeree, che induce il generale Erinmore a inviare i giovani caporali Thomas Blake e William Schofield attraverso la terra di nessuno tra i due schieramenti, fino al fronte di battaglia per fermare un attacco che risulterebbe suicida per i mille e seicento uomini del battaglione Devon. Con le comunicazioni interrotte i due devono portare di persona i nuovi ordini al colonnello MacKenzie prima dell’assalto previsto per il mattino seguente.

Un’adrenalinica corsa contro il tempo, amplificata dalla scelta del regista di utilizzare due soli piani sequenza (fintamente) continui che coprono l’intera durata del film. Un’acrobazia tecnica di forte impatto che, se trova la sua ragion d’essere nella parte iniziale in trincea e nei momenti in cui i due messaggeri devono uscire allo scoperto, costringendo il pubblico a vivere la tensione al loro fianco, in altri momenti finisce con essere sterile virtuosismo che ha il sopravvento sul racconto.

La sequenza nella corrente del fiume ad esempio non potendo aspirare a inedita novità – Revenant presenta analoga situazione e in The impossible vi si è costruito un intero film – finisce con l’essere vittima di un effetto déjà-vu, spezzando il coinvolgimento e virando verso un’irritante estetica da videogioco. Non mancano comunque momenti di epico lirismo, grazie alla fotografia di Roger Deakins – la sequenza notturna tra le rovine in fiamme su tutte – o al canto intonato tra gli alberi.

La missione delle due giovani reclute, i poco conosciuti George MacKay nel ruolo di Schofield e Dean-Charles Chapman in quello di Blake, può essere letta anche come una metafora dell’esistenza in cui giocoforza si procede solo avanti qualunque cosa accada, perciò la definizione degli altri personaggi che incontrano sul loro cammino solo per brevi momenti è affidata alla solida esperienza di grandi attori, tra cui Colin Firth (Erinmore) e Benedict Cumberbatch (MacKenzie).

In un’epoca in cui film di grande successo come Avengers – Endgame continuano a essere veicolo per l’inaccettabile ideologia che pretende di convincerci dell’esistenza di guerre necessarie o addirittura giuste, è encomiabile l’impegno di 1917 nel rappresentare la brutale insensatezza dell’azione bellica spogliata da ogni retorica e pur non ritenendolo il miglior film dell’anno, il Golden Globe conquistato come film drammatico ne fa il favorito all’Oscar, 1917 è comunque un’opera interessante.

L’elaborato virtuosismo tecnico del piano sequenza che rifiuta il tradizionale montaggio di frammenti ha richiesto un immane lavoro collettivo di pianificazione e coreografia, probabile procuri a Sam Mendes un altro Oscar alla regia, ma pur apprezzando il senso dello spazio dato dalla percezione della distanza percorsa, la sensazione di un eccesso formale appariscente e ridondante permane.

Didascalie immagini

  1. Locandina italiana
  2. Il primo conflitto mondiale: un’estenuante sanguinosa guerra di trincea
  3. Dean-Charles Chapman e George Mackay sono i due messaggeri Blake e Schofield
  4. La macchina da prese segue e accompagna i protagonisti lungo tutto il percorso
  5. La straordinaria atmosfera nella fotografia del veterano Roger Deakins
  6. Colin Firth è il generale Erinmore / I due ragazzi in missione / Benedict Cumberbatch è il colonnello MacKenzie
  7. L’accurata ricostruzione d’epoca

© 2019 Neal Street Productions / Mogambo

IN COPERTINA
George MacKay è il caporale William Schofield
© 2019 Neal Street Productions / Mogambo

SCHEDA FILM

  • Titolo originale: 1917
  • Regia: Sam Mendes
  • Con: George Mackay, Dean-Charles Chapman, Mark Strong, Andrew Scott, Richard Madden, Claire Duburcq, Colin Firth, Benedict Cumberbatch, Daniel Mays, Adrian Scarborough, Jamie Parker, Pip Carter, Michael Jibson, Richard McCabe, Justin Edwards, Nabhaan Rizwan, Anson Boon, Tommy French, Kenny Fullwood
  • Soggetto: Sam Mendes
  • Sceneggiatura: Sam Mendes, Krysty Wilson-Cairns
  • Fotografia: Roger Deakins
  • Musica: Thomas Newman
  • Montaggio: Lee Smith
  • Scenografia: Dennis Gassner
  • Costumi: Jacqueline Durran, David Crossman
  • Produzione: Sam Mendes, Pippa Harris, Jayne-Ann Tenggren, Callum Mcdougall e Brian Oliver con Michael Lerman e Julie Pastor per Neal Street Productions e Mogambo in associazione con Dreamworks Pictures, Reliance Entertainment e New Republic Pictures
  • Genere: Guerra
  • Origine: USA / Regno Unito, 2019
  • Durata: 119′ minuti