Vive la Peinture!”, un grido scritto da Henri Matisse su una cartolina all’amico Pierre Bonnard in un giorno dell’agosto 1925. Quella cartolina da Amsterdam fu l’inizio di uno scambio epistolare che si protrasse fra i due artisti fino al 1946. Prendendo spunto da quel biglietto, la grande pittura francese sarà il piatto forte della stagione 2017 del Museo Städel di Francoforte.
Pierre Bonnard (1867–1947), La table de travail, (Tavolo da lavoro) 1926/37, olio su tela, 121.9 x 91.4 cm, National Gallery of Art, Washington
Bonnard – Matisse. Es lebe die Malerei! (Bonnard – Matisse. Viva la pittura!) racconta, dal 13 settembre 2017 al 14 gennaio 2018, l’amicizia fra questi due grandi protagonisti dell’arte moderna. Più di 100 pitture, sculture e disegni gettano un’ampia prospettiva sullo sviluppo delle avanguardie artistiche europee dall’inizio del secolo scorso al secondo conflitto mondiale. L’evento, che si avvale di importanti prestiti internazionali, è oltremodo valorizzato da una serie di fotografie di Henri Cartier-Bresson che nel corso del 1944 visitò i due pittori nel Sud della Francia.
Il 2017 dello Städel comincia comunque con il seguito di due affascinanti esposizioni già iniziate quest’anno. Va avanti fino al 15 gennaio la mostra dedicata a “Watteau. Der Zeichner” (“Watteau il Disegnatore”). Si può ammirare fino al 19 marzo 2017 Geschlechter Kampf: Franz von Stuck bis Frida Kahlo (La battaglia fra i sessi. Da Franz von Stuck a Frida Kahlo), un’ampia selezione di pitture, sculture, lavori di arte grafica, fotografie e film che raccontano le diverse interpretazioni artistiche delle relazioni fra il maschile e il femminile e il loro mutamento nel tempo.
Maria Sibylla Merian (1647–1717), Buschrose mit Miniermotte, Larve und Puppe, 1679, Städel Museum, Frankfurt am Main
Di sicuro interesse è anche la mostra dedicata alla figura di Maria Sibylla Merian (1647-1717), una delle figlie più illustri di Francoforte, nel trecentesimo anniversario della sua morte. Vissuta in un’epoca di grande fervore intellettuale e scientifico (Newton e Leibniz sono le sono quasi esattamente contemporanei), Maria Sibylla Merian fu esploratrice, disegnatrice di fiori e insetti, naturalista. Pubblicò i risultati delle sue ricerche in volumi da lei stessa illustrati ricchi di tavole a colori, acqueforti e incisioni. Maria Sibylla Merian und die Kunst der Pflanzendarstellung (Maria Sibylla Merian e l’arte delle illustrazioni botaniche, dall’11 ottobre 2017 al 14 gennaio 2018) raccoglie i principali lavori di questa straordinaria artista, inseriti nella cornice delle rappresentazioni floreali dei suoi predecessori, contemporanei e successori. Antichi libri apotecari e studi di piante provenienti dalla bottega di Albrecht Dürer arricchiscono l’evento.
Sol LeWitt (1928–2007), Distorted Cubes D, 2001, Linolschnitt auf Tiefdruckpapier, Folge von fünf Linolschnitten, 718 x 910 mm (Darstellung), 887 x 1078 mm (Blatt), Städel Museum, Frankfurt am Main
Due altre mostre completano la nuova stagione dello Städel. A partire dal 15 Febbraio 2017 In die dritte Dimension. Raumkonzepte vom Bauhaus bis zur Gegenwart (Nella terza dimensione. Concezioni spaziali dal Bauhaus ai nostri giorni) indaga la rappresentazione di forme, volumi, strutture – oggetti tridimensionali – in disegni e pitture. Sono esposte opere di Lucio Fontana, Giò Pomodoro, Sol LeWitt, solo per citare alcuni fra i contributi più rilevanti. Inizia invece ad Aprile Fotografien werden Bilder. Die Becher-Klasse (Le fotografie diventano pittura. La classe Becher, dal 27 aprile al 13 agosto 2017), che presenta il lavoro di alcuni fra i più affermati fotografi internazionali, formatisi all’Accademia delle Arti di Düsseldorf sotto la guida di Bernd e Hilda Becher.

Dettagli

Pierre Bonnard (1867–1947), La table de travail, (Tavolo da lavoro) 1926/37, olio su tela, 121.9 x 91.4 cm, National Gallery of Art, Washington (© VG Bild-Kunst, Bonn 2016) Maria Sibylla Merian (1647–1717), Buschrose mit Miniermotte, Larve und Puppe, 1679, Städel Museum, Frankfurt am Main (Foto: Städel Museum – Artothek) Sol LeWitt (1928–2007), Distorted Cubes D, 2001, Linolschnitt auf Tiefdruckpapier, Folge von fünf Linolschnitten, 718 x 910 mm (Darstellung), 887 x 1078 mm (Blatt), Städel Museum, Frankfurt am Main (© VG Bild-Kunst, Bonn 2016, Städel) Henri Matisse (1869–1954), Grand nu couché (Nudo Rosa), 1935, Olio su tela, 66.4 x 93.3 cm, Baltimore Museum of Art (© Succession H. Matisse / VG Bild-Kunst, Bonn 2016)