Perché Van Gogh divenne così popolare già prima della Grande Guerra, specialmente in Germania? Chi dette impulso alla diffusione delle sue opere? Come ne furono influenzati gli artisti tedeschi dei primi anni del secolo scorso?
La grande mostra che si è inaugurata il 23 ottobre al Museo Städel di Francoforte dà risposta a queste domande con un percorso affascinante che si concentra sulla creazione del mito di Van Gogh nel primissimo novecento e sul suo significato per l’arte moderna in Germania. “Making Van Gogh”, articolata in tre grandi capitoli, è la rassegna più completa dedicata al pittore in Germania da quasi venti anni.
La mostra indaga il ruolo che i galleristi, i musei, i collezionisti privati e i critici d’arte ebbero in Germania agli inizi del ventesimo secolo che finì per attribuire a Van Gogh lo status di‘padre dell’arte moderna’. Dopo nemmeno quindici anni dalla morte, Van Gogh era già visto in Germania come uno dei più importanti precursori della pittura moderna; la sua vita e la sua opera suscitarono un ampio e duraturo interesse del pubblico e i suoi lavori entrarono velocemente nelle collezioni. Gli artisti tedeschi cominciarono a studiare con fervore le opere di Van Gogh, che divennero modello e fonte di ispirazione, in particolare per i giovani espressionisti.
Il successo di Van Gogh in Germania è anche legato al Museo Städel. La pinacoteca, con il sostegno dello Städelscher Museums-Verein, fu nel 1908 uno dei primi musei ad acquistare le opere del pittore olandese per la sua collezione d’arte moderna: il dipinto “Casa di contadini, Nuenenen” (1885) e il disegno di una Contadina che pianta patate (1885). Soltanto tre anni dopo, anche il “Ritratto del dottor Gachet”(1890), uno dei dipinti più famosi di Van Gogh, fu acquistato dallo Städel (il quadro uscì poi dalle collezioni del museo nell’ambito della crociata nazista contro “l’arte degenerata”).
Lo mostra allinea più di centoventi dipinti e disegni, con prestiti provenienti da collezioni private e dai più importanti musei del mondo. Una cinquantina sono le opere di Vincent van Gogh, che costituiscono il nucleo centrale dell’evento. Settanta opere di artisti tedeschi mostrano poi l’influenza e l’impatto di Van Gogh sulla generazione artistica successiva. Accanto a opere di artisti famosi come Max Beckmann, Ernst Ludwig Kirchner, Alexej von Jawlensky, Paula Modersohn-Becker o Gabriele Münter campeggiano lavori di Peter August Böckstiegel, Theo von Brockhusen, Heinrich Nauen e Elsa Tischner-von Durant.
Il primo capitolo è dedicato alla particolare liaison fra l’opera di Van Gogh e la Germania, dove i suoi lavori furono ammirati e conosciuti già pochi anni dopo la sua scomparsa. Un suo quadro fu esposto per la prima volta a Berlino nel 1901 e grazie all’entusiasmo e alla dedizione di collezionisti, mercanti d’arte e musei, l’artista divenne rapidamente uno delle figure di riferimento della pittura moderna. Prima dello scoppio della Grande Guerra più di cento esibizioni avevano attirato l’attenzione dei media e dei circoli artistici tedeschi su Van Gogh, rendendolo immensamente popolare. Numerose collezioni private e pubbliche si arricchirono presto delle sue opere e già nel 1914 si trovavano in Germania più di centocinquanta lavori dell’artista. L’iperinflazione degli anni venti, la grande crisi economica e il terrore nazista ridussero drasticamente le collezioni di Van Gogh in Germania. Molti collezionisti, spesso provenienti dalla classe media ebrea, furono espropriati o costretti a vendere le loro collezioni.
La rapida diffusione delle opere di Van Gogh in Germania influenzò naturalmente i pittori tedeschi. Molti fra loro reagirono con entusiasmo e trassero ispirazione dai motivi, dai colori e dal dinamismo del maestro olandese. Non tutti ne furono influenzati alla stessa maniera. Per alcuni l’ascendente di Van Gogh fu l’inizio della creazione di uno stile personale, altri non riuscirono mai a uscire dalla sua grande ombra. Su queste suggestioni si concentra la seconda tappa della mostra, che espone fianco a fianco opere di Van Gogh e di pittori tedeschi del primo novecento in un seducente gioco di rimandi.
Il capitolo finale dell’evento presenta l’evoluzione dello stile pittorico di Van Gogh dagli esordi alla fine. Nell’arco di una decina di anni Van Gogh produsse quasi novecento pitture, realizzate in stili diversi. I suoi primi lavori furono influenzati dal realismo ma, dopo essersi trasferito a Parigi nel 1886, venne a contatto con un ampio ventaglio di correnti di avanguardia, dalla pittura impressionista e puntinista alle stampe giapponesi, dallo stile pittorico di Adolphe Monticelli ai lavori di Paul Gauguin. In quest’ultima sezione della mostra si può ammirare tutta questa versatilità artistica attraverso una selezione mirata di opere di Van Gogh e di artisti del primo novecento.
Il grande evento di Francoforte (sono attesi mezzo milione di visitatori!) andrà avanti fino al 16 febbraio 2020. Informazioni e prenotazioni (clicca qui)
Didascalie immagini
- Vincent van Gogh (1853-1890), Casa di contadini in Provenza, 1888, National Gallery of Art, Washington, © National Gallery of Art, Washington, Ailsa Mellon Bruce Collection, 1970.17.34
- Vincent van Gogh (1853-1890), Barche da pesca sulla spiaggia di Saintes-Maries-de-la-Mer, 1888, Van Gogh Museum, Amsterdam (Vincent van Gogh Foundation), © Van Gogh Museum, Amsterdam (Vincent van Gogh Foundation)
- Peter August Böckstiegel (1889-1951), Autoritratto, 1913, © Peter-August-Böckstiegel-Stiftung, Werther (Westf.)
- Otto Dix (1891-1969), Aurora, 1913, © Städtische Galerie Dresden – Kunstsammlung Museen der Stadt Dresden Foto: Herbert Boswank
IN COPERTINA
Vincent van Gogh (1853-1890), Autoritratto, 1887, The Art Institute of Chicago, Joseph Winterbotham Collection
[particolare]
Dove e quando
Evento: Städel Museum – Schaumainkai 63 – Frankfurt am Main
- Fino al: – 16 February, 2020