La Norma firmata dal regista francofortese Peter Konwitschny apre la maratona delle quindici nuove produzioni che la Semperoper propone per la stagione 2021/22. Da notare che una versione scenica del capolavoro belliniano mancava a Dresda da ben centodieci anni!

Sächsischer Staatsopernchor Dresden

Per i canoni usuali del melodramma Norma è un’eroina “alternativa”. Una madre single che da anni conduce una doppia esistenza. Sacerdotessa e figlia del capo dei druidi, ha due figli da una relazione segreta con Pollione, il proconsole romano nelle Gallie. Lei ancora lo ama, ma lui si è invaghito di Adalgisa, giovane ministra del tempio, con cui vuole andare a vivere a Roma. Mentre il suo mondo va in pezzi, Norma si confronta con continue scelte morali e politiche che aggiungono ulteriore stress al suo sovraccarico emozionale. Gravano le norme sociali imposte a una figura pubblica come la sacerdotessa Norma. Pesanti sono le angosce della madre e di un amore che viola le convenzioni. Fino al tragico finale.

„Yolanda Auyanet, Sächsischer Staatsopernchor

Con la sua messinscena Peter Konwitschny sembra accentuare la dimensione politica e sociale del dramma e volerci dire che le relazioni umane non cambiano attraverso le epoche, che le norme e le aspettative della cultura dominante modellano comunque le azioni degli individui. A maggior ragione se donne. Soprattutto se donne leader. Attraverso i secoli e le ere. Nelle galliche selve e nelle grandi aziende contemporanee. Il regista tedesco crea infatti scenari molto diversi per il primo e il secondo atto. Il primo atto si ambienta nell’originaria foresta sacra dei Galli. Le quinte create da Johannes Leiacker (autore anche dei costumi) sembrano uscite da un libro illustrato per ragazzi. Alberi e foglie di cartapesta. Tinte pastello cupe e intense. Su questo sfondo fiabesco si muovono i Galli inferociti e dall’aspetto piuttosto primitivo. Tonaconi scuri e trecce giallo granturco alla Obelix. Norma scende dall’alto in un cesto da mongolfiera. Il bosco incantato incornicia l’aspetto pubblico di Norma, che distribuisce vischio al suo popolo invitandolo alla pace.

Yolanda Auyanet, Stepanka Pucalkova

Alla fine del primo atto si spalanca invece una botola e si scende in un sotterraneo disadorno dove si svolge la vita segreta di Norma, assieme ai due bambini e alla fida confidente Clotilde che se ne prende cura. In questa sorta di bunker ha luogo il meraviglioso duetto fra Norma e Adalgisa, interrotto poi dall’arrivo di Pollione che innesca l’esplosione delle passioni. Yolanda Auyanet debutta a Dresda dopo aver già mietuto successi nei panni di Norma, l’ultima volta nel marzo 2021 al Teatro Real di Madrid. Il soprano spagnolo padroneggia con sicurezza le avversità del ruolo, fra i più ostici del melodramma (lo stesso Bellini lo definì ruolo “enciclopedico” per la sua complessità). Dispiega voce voluminosa e facilità negli acuti, sempre pieni e robusti, mentre le acrobazie non suonano sempre scintillanti. Argentina la sua “Casta diva”, che è salutata con calore dal pubblico. La voce della Auyanet si fonde a meraviglia con quella di Stepanka Pucalkova, un’Adalgisa splendida per ampiezza e bellezza del timbro.  Il mezzosoprano si immedesima nel personaggio con grande efficacia e restituisce i complessi stati d’animo con tutte le sfumature e i chiaroscuri necessari. Marcelo Puente, il terzo lato del triangolo amoroso, è un Pollione solido per voce e gesto (si fa apprezzare fin dall’aria di sortita “Me protegge, me difende”), ma capace anche di rimandare i tormenti di un uomo in piena crisi di mezza età. E nel finale del primo atto quello scantinato disadorno regala raffinati momenti di autentico belcanto.

Yolanda Auyanet, Alexandros Stavrakakis, Dmytro Popov, Sächsischer Staatsopernchor Dresden

Con un grande salto in avanti nel tempo il secondo atto è collocato in un open space aziendale contemporaneo e molto anonimo. Norma è un dirigente in tacchi e tailleur scuro. Ha una scrivania e un computer, anche se non rinuncia al falcetto druidico con il quale medita di uccidere i figli. I Galli diventano impiegati in abito grigio… ma pur sempre in parrucca gialla! In questo ambiente piuttosto asettico si sviluppano grandi sentimenti e passioni finché Norma, invece di salire sulla canonica pira, sgombra la scrivania, mette poche cose in una scatola di cartone e abbandona l’ufficio. Finale alla Lehman Brothers. Mentre il primo atto era una festa anche per gli occhi, il setting del secondo atto risulta piuttosto fiacco e ci si interroga sul valore aggiunto di questo excursus temporale. Ci si entusiasma invece con la musica di Bellini, una successione continua di emozioni. Raffinata la concertazione della Sächsischen Staatskapelle che, ai comandi di Gaetano d’Espinosa, suona appassionata nei passaggi più lirici e di furore, più misurata nei momenti più rarefatti. Sotto la guida del direttore italiano, con un passato di violinista nella stessa Staatskapelle, le “melodie lunghe lunghe lunghe” di Bellini scolpiscono tutte le trasparenze e gli accenti drammatici dello spartito. Ottimi anche i comprimari, con una nota particolare per l’agguerrito Oroveso di Liang Li. Il coro della Sächsischer Staatsopern istruito da André Kellinghaus rimanda con precisione e potenza gli slanci bellicosi dei Galli.

Il pubblico applaude caloroso già dall’intervallo e alla fine saluta con trasporto i protagonisti di questa Norma.

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  1. Sächsischer Staatsopernchor Dresden
  2. „Yolanda Auyanet, Sächsischer Staatsopernchor
  3. Yolanda Auyanet, Stepanka Pucalkova
  4. Yolanda Auyanet, Alexandros Stavrakakis, Dmytro Popov, Sächsischer Staatsopernchor Dresden

Diritti

© Semperoper Dresden/Ludwig Olah

 

In copertina

„Yolanda Auyanet, Sächsischer Staatsopernchor
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Dove e quando

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Indirizzo: Semperoper -Theaterplatz, 2 - Dresden
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