Il cartellone di ParmaDanza 2024 ospita – sabato 17 febbraio 2024 alle ore 20:30 – il CCN/Aterballetto che porterà in scena al Teatro Regio un trittico di creazioni: Yeled di Eyal Dadon (2022), Secus, di Ohad Naharin (2019) e la prima assoluta di Rhapsody in Blue, nuova produzione inedita firmata da Iratxe Ansa e Igor Bacovich, composizione che ha, per i coreografi, vari punti attraenti, una musica splendida e conosciuta, ma non così in voga fra le nuove generazioni. La nuova creazione per la compagnia Aterballetto, che si avvale delle scene e dei costumi di Fabio Cherstich e delle luci di Eric Soyer, vuole trovare nuove modalità per dare una visione meno lontana e meno “americana” di Gershwin, andando oltre al contesto culturale in cui la rapsodia è stata creata. È la rapsodia stessa a dettare la trama del lavoro coreografico, i cambi energici, le modulazioni elettriche con cui giocare.
“L’idea iniziale di questo lavoro – raccontano i coreografi – era di giocare con la rapsodia di Gershwin, poterla riscrivere attraverso un altro immaginario. In Rhapsody in blue la cosa interessante non è solo portare il nostro sguardo, fatto della nostra esperienza, del confronto internazionale e dello stile maturato negli anni, ma soprattutto regalare al pubblico una visione più universale, meno legata al contesto newyorkese o allo spirito di quell’epoca. Abbiamo cercato di trasportare, di rivedere Gershwin a livello storico, cercando di de-contestualizzarlo per potenziare ancora di più l’universalità del suo capolavoro. Chiudere gli occhi, sentire cosa vuole dirci quella musica, e rappresentarla attraverso l’oggi, attraverso la nostra poetica, esprimerla con il nostro approccio al movimento e al corpo scenico”.
Insieme a Rhapsody in blue altre due perle d’autore: Yeled, parola ebraica che significa “bambino”, porta in scena la riflessione che il coreografo israeliano Eyal Dadon ha condotto, insieme ai danzatori di Aterballetto, sul momento della vita in cui si arriva a perdere l’innocenza dei bambini. Secus, invece, è una creazione di Ohad Naharin che vanta un collage musicale che si estende dagli insoliti stili elettronici di AGF alle seducenti melodie indiane di Kaho Naa Pyar Hai alle armonie risonanti dei Beach Boys. Questo mix avventurosamente eclettico funge da sfondo adatto per una coreografia audacemente stravagante.