Quanto accaduto ieri a Berlino e Ankara crea sgomento per le persone uccise e ferite, ma crea anche paura per quella sottile strategia del terrore capace di condizionare l’intera Europa facendoci vivere in costante tensione anche quando attraversiamo sulle strisce. Lo sapete, per statuto associativo siamo apolitici, apartitici e non possiamo trattare argomenti religiosi, quindi proseguiamo con la programmazione prevista.
Se rimarrà incomprensibile l’uscita del Regno Unito dalla Comunità Europea e da tutta quella massa di privilegi che erano stati loro concessi per entrarci – il 1° gennaio 1973 – guardando il medagliere delle ultime Olimpiadi viene da chiedersi come i sudditi di Sua Maestà siano al secondo posto fra i paesi partecipanti (27 ori,  23 argenti e 17 bronzi per un totale di 67). Un popolo di grandi atleti in poco tempo? Forse sì se si considera sono solo il 20% dei cittadini statunitensi (primi nel medagliere) e, addirittura, il 4,71% di quelli del terzo paese in classifica (Cina).
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Il pensiero corre immediatamente a quanto sia costato alle famiglie italiane il nono posto conquistato dal nostro Paese perché, prima di diventare campioni, gli atleti sono a copleto carico dei genitori e, fiscalmente, è permessa la detrazione delle spese per attività sportive dei ragazzi in misura del 19% sul massimo di 210 euro l’anno (tradotto significa 40 euro di risparmio di imposta Irpef). Ridicolo o scandaloso? Eppure è cosi e, prendendo a esempio la nostra piccola Matilde, classe 2006 tesserata Fin – Federazione Italiana Nuoto – i genitori spendono ogni anno, solo per farla nuotare a livello agonistico (senza considerare le trasferte per la partecipazione alle gare con una media di due volte il mese) 70 euro mensili di corso – per dieci mesi sono 700 – due accappatoi 80 euro, tre costumi 90 euro, occhialini 20 euro, un asciugamano 20 euro, un paio di ciabatte 15 euro, uno zaino 30 euro, una maglietta sociale 15 euro, una tuta sociale 40 euro. Arriviamo a 1.010 euro. Poi ci sono le cuffie (che a lei passa la squadra) e gli attrezzi 20 euro. In buona sintesi oltre mille euro l’anno.
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Leggendo l’articolo de il Fatto Quotidiano viene da chiedersi se molti sprechi potrebbero essere eliminati in un Paese dove l’attività fisica degli adulti di domani non è una priorità, ma neppure fra quelle da incentivare con una sana cultura del’attività sportiva.
Tornando al Regno Unito, è opinione maggioritaria che il merito dei primati olimpici sia dovuto alla progressiva espansione del fondo governativo “UK Sport” finanziato, in massima parte, con i proventi della lotteria nazionale. Sintentizzando al massimo “UK Sport” (che finanzia anche sport invernali e paralimpici) ogni quattro anni determina quali e quanti fondi assegnare alla singole federazioni stabilendo obiettivi minimi da raggiungere alle Olimpiadi successive. Inoltre, agli atleti di elevato livello agonistico, vengono erogati finanziamenti personali. In questo modo, le discipline che raggiungono, o addirittura superano, gli obiettivi ricevono maggiori fondi in funzione dei risultai, mentre, quelle che non li raggiungono, li vedono tagliati o azzerati, sempre in funzione del medagliere.
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Solo due numeri: per il quadriennio riferito alle sole Olimpiadi del 5-21 agosto 2016 sono state erogate 350 milioni di sterline (al cambio di ieri 433.298.500 euro) con un aumento superiore al dieci per cento rispetto al quadrienno precedente riferito alle Olimpiadi di Londra.
Certamente la gestione di “UK Sport” ha molti detrattori e, oltre alle critiche etiche che vedono similitudini con la propaganda Sovietica anni Settanta Ottanta, c’è chi ritiene le medaglie olimpiche un pessimo indicatore per valutare il livello di una federazione. In particolare perché non si tiene conto dei benefici collettivi togliendo risorse agli sport maggiormente praticati come pallacanestro e pallavolo che non hanno ricevuto alcun finanziamento. Per il nuoto, dopo i risultati del 2012, i tagli sono stati così drastici che in piccole città si sono dovuti attivare i consigli comunali per tenere in pristino gli spazi acqua.
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Se è vero che ogni scelta, in democrazia, genera dibattito, per la realtà italiana sarebbe auspicabile si “svegliasse” qualcuno capace di portare avanti una seria politica volta all’incentivazione della cultura dello sport in età evolutiva e non la solita propaganda elettorale. Se è solo un’elemosina il risparmio fiscale di 40 euro, è invece scandaloso che tanti bambini siano a rischio obesità per non poter praticare attività sportiva in tempi in cui, per centinaia di migliaia di famiglie, è difficile arrivare a fare la spesa a fine mese e, quindi, sono spesso alimentati con eccessivi carboidrati (senza neppure sfiorare l’argomento “qualità media delle mense scolastiche”).
Non interessa che nove adolescenti su dieci siano presenti sui social network e quelli di loro che restano attaccati alla rete fino a tarda notte sviluppino maggiori possibilità ai problemi emotivi e il rischio di dipendenza da internet potrebbe durare fino all’età adulta. Lo so non interessa a nessuno nel mondo, figuriamoci qui in Italia impegnati come sono a pensare alla futura legge elettorale, futura perché ora esistono solo le vacanza e la ripresa parlamentare è prevista per 10 gennaio… del resto i ritardi normativi sono solo imputabili al bicameralismo perfetto.

Dettagli

Le medaglio di Rio 2016 sono state messe dalla zecca di stato brasiliana. Pesano cinquecento grammi ciascuna.
Le medaglie d’argento e di bronzo sono state realizzate utilizzando il 30% di materiali di risulta proveniente dagli scarti della stessa zecca.
I cordini sono stati realizzati al 50% con Pet riciclato.
I cofanetti che le contengono sono stati fatti con legno Freijó certificato dal Forest Stewardship Council (FSC).

Dal Comitato Olimpico si è appreso che le medaglie sono sostenibili e, quelle d’oro, sono completamente prive di mercurio e i processi di estrazione e raffinazione per produrle sono avvenuti nel rispetto di criteri ambientali e dei diritti del lavoro.
Il design della medaglia olimpica è stato progettato evidenziando quindi, con i simboli olimpici, anche il rispetto per la natura, la sostenibilità e l’ambiente.

All’alloro olimpico che circonda il logo di Rio 2016, posto sul fronte, simbolo della vittoria nell’antica Grecia e rappresentante il legame tra la forza della natura e dell’Olimpo donato in forma di corona ai vincitori della competizione. SUl retro l’immagine della dea greca della vittoria Nike, con lo Stadio Panathinaiko e l’Acropoli sullo sfondo.

Le medaglie dei Giochi Paralimpici presentano una innovazione, un dispositivo inserito all’interno che produce un suono quando viene scossa così da permettere agli atleti non vedenti di riconoscere il tipo di metallo in base alla tonalità.

L’effige della dea Nike sul retro delle medaglie olimpiche di Rio 2016 Fronte delle sei medaglie dei Giochi Olimpici e Paralimpici di Rio 2016 Fronte delle tre medaglie olimpiche con cordino di Rio 2016 A Rio 2016 a ogni atleta vincitore è stato anche un piccono cofanetto in legno per conservarla al meglio L’effige della dea Nike sul retro delle medaglie olimpiche di Rio 2016