A oltre cinque anni dalla sua presentazione alla 73ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica La Biennale di Venezia, quando cioè ormai veniva dato per disperso e una sua distribuzione pareva una possibilità davvero remota, Voyage of time: il cammino della vita di Terrence Malick sarà finalmente disponibile nelle sale per il pubblico italiano, grazie a Double Line in collaborazione con Lo Scrittoio, dal prossimo 3 marzo.

Anni di studio in ambiti come astronomia e biologia, fisica e filosofia, ma anche antropologia, portati avanti in prima persona dal cineasta Palma d’Oro per The tree of life sono confluiti in Voyage of time, ad alimentare un flusso visivo che è meditazione esistenziale e preghiera laica insieme, con la voce narrante di Cate Blanchett che si rivolge alla grande Madre Terra, in un’inedita forma ibrida a metà strada tra documentario e ricostruzione con largo uso di sofisticati effetti speciali digitali.

L’alta qualità raggiunta dalla tecnologia rende difficile distinguere in modo inconfutabile filmati dal vivo della Natura da ricostruzioni virtuali e pur non rappresentando una mistificazione come nel caso del Tg2 – che lo scorso 24 febbraio ha mostrato le immagini di un videogame di guerra, facendole passare per cronache dal vivo del conflitto in Ucraina – rendono molesta la sensazione di costruzione fittizia che inevitabilmente le sequenze con i dinosauri portano con sé.

Attraverso i quattordici miliardi di anni del nostro pianeta, seguendo una cronologia scientifica improntata alla più accurata veridicità, Voyage of time: il cammino della vita rappresenta un’ipnotica visione in puro stile Malick, antidoto ristoratore al veleno manipolatorio della propaganda contemporanea.