“In mare, siamo tutti alla stessa distanza da Dio, la distanza di un braccio. Quello che ti salva” queste parole di un naufrago russo salvato dal nemico a marzo 2023 nelle acque del Pacifico, aprono il film Comandante di Edoardo De Angelis e di fatto hanno aperto anche l’80ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica La Biennale di Venezia; messaggio importante di questi tempi in cui la vita umana è sotto attacco, sui confini che molti film raccontano, ma anche minacciata dall’intelligenza artificiale che l’avidità di noti ambienti finanziari vorrebbe sostituire alla creatività umana. Intento che ha scatenato lo sciopero a oltranza di attori e sceneggiatori.
La protesta in corso ha tolto glamour ai tappeti rossi per l’assenza di divi, ma la qualità delle opere viste al Lido in ogni sezione si è dimostrata per lo più di alto livello, il rito della premiazione che si è svolto ieri sera ha emesso verdetto non sempre condivisibile. Il cineasta greco Yorgos Lanthimos conquista il Leone d’Oro per il suo Povere creature! un’opera certo notevole, con grandi prove d’attore, in cui una donna riportata alla vita attraversa il mondo usando la sessualità come un’arma, ma che non mi ha conquistato del tutto.
Io capitano di Matteo Garrone, per cui non nutrivo particolari aspettative, si dimostra invece solido racconto del Viaggio che tanti migranti dall’Africa affrontano per raggiungere l’Europa, ai loro occhi terra di infinite possibilità; oltre al Leone d’Argento alla regia consegnato al cineasta romano, il film ha conquistato il premio Marcello Mastroianni all’attore emergente assegnato allo straordinario protagonista, l’esordiente senegalese Seydou Sarr, che buca letteralmente lo schermo con la sua carica di empatia e umanità.
Piena soddisfazione per i premi a El conde del cileno Pablo Larraín, miglior sceneggiatura, al giapponese Aku wa sonzai shinai – il male non esiste di Ryusuke Hamaguchi, Gran Premio della Giuria, e a Zielona granica – Confine verde di Agneszka Holland, Premio Speciale della Giuria; rispettivamente un affilato ritratto di Pinochet versione vampiro, un atto d’accusa contro il profitto che crea irresponsabili alterazioni all’equilibrio naturale e la denuncia di violenze che la polizia di frontiera tra Polonia e Bielorussia infligge ai migranti in fuga.
Tra Agneszka Holland che senza mezzi termini, parlando degli esuli siriani nascosti nelle foreste, ha detto “noi non li vogliamo” e un attivista africano collaboratore di Garrone che ha auspicato la nascita di canali legali che permettano immigrazione regolare, vero deterrente alla tratta di esseri umani, la cerimonia di chiusura ha evidenziato la complessità di un problema lontano dalla soluzione. Premio all’interpretazione femminile a Cailee Spaeny che in Priscilla di Sofia Coppola è la moglie di Elvis, un film che non ho amato molto.
Miglior interpretazione maschile quella di Peter Sarsgaard in Memory di Michel Franco, a cui avrei però preferito l’iconica performance di Caleb Laundry Jones nel bellissimo Dogman di Luc Besson. Ma delusione più grande è la mancanza di riconoscimenti, nella sezione Orizzonti, al turco Yurk – dormitorio di Nehir Tuna, ambientato in una scuola islamica durante l’accesa opposizione laica del 1996, e al giapponese Hokage – ombra di fuoco di Shinya Tsukamoto, ritratto di un’umanità dolente che si dibatte tra le ceneri della Seconda Guerra Mondiale.
Meritatissimo il premio all’interpretazione maschile della sezione Orizzonti assegnato a Tergel Bold-Erdene per Sèr sèr salhi – città del vento di Lkhagvadulam Purev-Ochir, in cui è un giovane sciamano sospeso tra modernità e ancestrali tradizioni. Ottima anche la prova della colombiana Margarita Rosa De Francisco, premio Orizzonti all’interpretazione femminile, in El paraíso di Enrico Maria Artale che vince anche il premio alla sceneggiatura. Rammarico per l’assenza di riconoscimenti al tedesco La teoria del tutto di Timm Kröger, al francese La bête – la bestia di Bertrand Bonello e al nostro Adagio di Stefano Sollima; avremo modo di riparlarne.
Ecco come di consueto l’elenco dei vincitori dell’80ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica La Biennale di Venezia:
- Leone d’Oro: Povere creature! (Regno Unito) di Yorgos Lanthimos
- Leone d’Argento Gran Premio della Giuria: Aku wa sonzai shinai – il male non esiste (Giappone) di Ryusuke Hamaguchi
- Leone d’Argento alla miglior regia: Matteo Garrone per Io capitano (Italia/Belgio)
- Premio Speciale della Giuria: Zielona granica – Confine verde (Polonia/Francia/Repubblica Ceca/Belgio) di Agneszka Holland
- Coppa Volpi interpretazione femminile: Cailee Spaeny per Priscilla (USA/Italia) di Sofia Coppola
- Coppa Volpi interpretazione maschile: Peter Sarsgaard per Memory (Messico/USA) di Michel Franco
- Premio Marcello Mastroianni attore emergente: Seydou Sarr per Io capitano (Italia/Belgio) di Matteo Garrone
- Premio alla miglior sceneggiatura: Guillermo Calderón e Pablo Larraín per El conde (Cile) di Pablo Larraín
- Leone del Futuro – Premio Opera Prima (Luigi De Laurentis): Ai shi yi ba qiang – l’amore è una pistola (Hong Kong/Taiwan) di Lee Hong-Chi
- Premio Orizzonti al miglior film: Magyarázat mindenre – una spiegazione per tutto (Ungheria/Slovacchia) di Gábor Reisz
- Premio Orizzonti alla miglior regia: Mika Gustafson per Paradiset brinner – il paradiso brucia (Svezia/Italia/Danimarca/Finlandia)
- Premio Orizzonti alla miglior sceneggiatura: Enrico Maria Artale per El paraíso (Italia) di Enrico Maria Artale
- Premio Speciale della Giuria Orizzonti: Una sterminata domenica (Italia/Germania/Irlanda) di Alain Parroni
- Premio Speciale Orizzonti per la miglior interpretazione maschile: Tergel Bold-Erdene per Sèr sèr salhi – città del vento (Francia/Mongolia/Portogallo/Paesi Bassi/Germania/Qatar) di Lkhagvadulam Purev-Ochir
- Premio Speciale Orizzonti per la miglior interpretazione femminile: Margarita Rosa De Francisco per El paraíso (Italia) di Enrico Maria Artale
- Premio Orizzonti al miglior cortometraggio: A short trip (Francia) di Erenik Beqiri
- Premio degli spettatori Orizzonti Extra: Felicità (Italia) di Micaela Ramazzotti
- Premio Venezia Immersiva alla miglior esperienza: Songs for a passerby (Paesi Bassi) di Celine Daemen
- Gran Premio della Giuria Venezia Immersiva: Flow (Paesi Bassi/Francia) di Adriaan Lokman
- Premio Speciale della Giuria Venezia Immersiva: Empereur (Francia/Germania) di Marion Burger & Ilan Cohen
Premio Venezia Classici al miglior restauro: Ohikkoshi – In movimento (Giappone, 1993) di Shinji Somai
Premio Venezia Classici al miglior documentario sul Cinema: Thank you very much (USA) di Alex Braverman
Leone d’Oro alla carriera: Liliana Cavani
Leone d’Oro alla carriera: Tony Leung Chiu-Wai