Si è appena chiuso il sipario sulla 74ª edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia che quest’anno ha inserito in cartellone, prima manifestazione in assoluto tra i festival di tutto il mondo, una nuova sezione competitiva dedicata a opere audiovisive di realtà virtuale; come ha tenuto a ribadire anche il direttore artistico Alberto Barbera, è il riconoscimento di un nuovo mezzo espressivo che non può per ovvie ragioni andare a sostituire il Cinema come principale forma di racconto per immagini.
Tre i premi assegnati nella nuova sezione dalla giuria presieduta da John Landis, tra cui quello al miglior film in realtà virtuale assegnato al cartone animato Arden’s wake di Eugene YK Chung.
Il livello di qualità delle opere presentate in tutte le sezioni, competitive e non, quest’anno è stato molto alto e una sorta di filo rosso univa la maggior parte dei film nell’intento di affrontare temi scottanti del presente, dai flussi migratori umani alla violenza sulle donne; persino il vincitore del Leone d’Oro The shape of water [la forma dell’acqua] ambientato negli anni cupi della guerra fredda evoca le attuali tensioni tra superpotenze e il ritorno sulla scena internazionale del pericolo nucleare.
Autore di un Cinema sempre legato al genere fantastico, perciò così poco abituato a riconoscimenti importanti, il messicano Guillermo del Toro con questo film racconta la storia d’amore di una donna muta con una creatura marina, un invito a mettere da parte la paura della diversità per dare spazio alla conoscenza reciproca, espresso nella lingua universale della fiaba.
Premiata con la Coppa Volpi alla miglior interpretazione femminile la veterana Charlotte Rampling per l’italiano Hannah di Andrea Pallaoro, che ha ribadito il suo legame col nostro Paese citando i molti cineasti che l’hanno diretta, da Luchino Visconti a Liliana Cavani, da quando giunse in Italia la prima volta poco più che ventenne. Sul fronte maschile Kamel El Basha, attore teatrale praticamente esordiente sul grande schermo, ha ricevuto la Coppa Volpi per L’insulte, mentre il premio Marcello Mastroianni all’attore emergente è stato consegnato al protagonista del film Lean on Pete di Andrew Haigh, il diciottenne newyorkese Charlie Plummer. A Tre manifesti a Ebbing, Missouri di Martin Mc Donagh, forse il film più unanimemente apprezzato di quest’anno, è andato solo il premio per la miglior sceneggiatura.
Doppio riconoscimento all’esordiente francese Xavier Legrand per il suo Jusqu’á la garde [fino alla custodia], dramma familiare con una coppia separata che si contende l’affidamento del figlio, premiato come miglior opera prima e col Leone d’Argento alla miglior regia, che al conferimento di questo secondo premio non è riuscito a contenere il fiume di emozioni che l’hanno portato alle lacrime.
Premio Speciale della Giuria all’australiano Sweet country di Warwick Thornton, fuga di una coppia di aborigeni dopo l’uccisione di un violento colono bianco a inizio Novecento, e Gran Premio della Giuria a Foxtrot dell’israeliano Samuel Maoz che proprio a Venezia aveva iniziato la carriera vincendo a sorpresa il Leone d’Oro nel 2009 col precedente Lebanon.
Nella sezione Orizzonti trionfa l’italiano Nico 1988 di Susanna Nicchiarelli, ritratto della diva voce dei Velvet Underground al tramonto della sua parabola umana con una straordinaria Trine Dyrholm, mentre del tutto inspiegabilmente il Premio Speciale della Giuria è stato assegnato al documentario francese Caniba di Verena Paravel e Lucien Castaing-Taylor, tedioso e irritante, il film fa leva su una morbosità fuori luogo per affrontare il tema dell’antropofagia; semplicemente inqualificabile.
Il premio alla miglior sceneggiatura è andato meritatamente a Los versos del olvido [i versi dell’oblio] che usa metafore antiche – sublime la sequenza del protagonista che entra nei labirinti della memoria con il filo teso del mito – per raccontare la dittatura nel Cile di Pinochet dal punto di vista di un vecchio impiegato del cimitero.
Miglior regista della sezione Orizzonti è stato designato l’iraniano Vahid Jalilvand per il suo bellissimo dramma Bedoone Tarikh, Bedoone Emza [niente data, nessuna firma] che conquista il premio anche al miglior attore assegnato a un meraviglioso Navid Mohammadzadeh; con una storia che deliberatamente semina dubbi senza mai scioglierli in interpretazioni univoche, il film costituisce una riflessione profonda e filosofica sul senso di colpa e sul desiderio di espiazione che, in un mondo di profonde disparità sociali, può nascere nella coscienza di chi vede il suo simile dibattersi nella povertà.
Confidiamo nella lungimiranza di una distribuzione per dare accesso anche al pubblico italiano alla visione di questa intensa opera indimenticabile.
Infine una menzione speciale per l’esordio nel lungometraggio di Sofia Djama, cineasta algerina di nascita e francese d’adozione, che con Les bienheureux [i beati] fa un lucido ritratto della borghesia di Algeri, tra tenace resistenza alle avversità e desiderio di fuggire lontano dal Paese e dalle sue pressanti contraddizioni. Un film incredibilmente maturo nel mettere in scena con realismo anche un confronto generazionale, che ha conquistato il premio per la miglior attrice nella sezione Orizzonti assegnato alla giovane Lyna Khoudri.
Come di prassi in questi casi ecco a seguire elenco completo dei premi assegnati.
I premi della 74ª Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia 2017
- Leone d’Oro: The shape of water (USA) di Guillermo del Toro
- Leone d’Argento Gran Premio della Giuria: Foxtrot (Israele/Germania/Francia/Svizzera) di Samuel Maoz
- Leone d’Argento alla miglior regia: Xavier Legrand per Jusqu’á la garde (Francia)
- Premio Speciale della Giuria: Sweet country (Australia) di Warwick Thornton
- Coppa Volpi alla miglior interpretazione femminile: Charlotte Rampling per Hannah (Italia/Francia/Belgio) di Andrea Pallaoro
- Coppa Volpi alla miglior interpretazione maschile: Kamel El Basha per L’insulte (Francia/USA/Belgio/Libano/Cipro) di Ziad Doueiri
- Premio Marcello Mastroianni a un giovane attore emergente: Charlie Plummer per Lean on Pete (Gran Bretagna) di Andrew Haigh
- Premio alla miglior sceneggiatura: Martin Mc Donagh per Tre manifesti a Ebbing, Missouri (USA) di Martin Mc Donagh
- Leone del Futuro – Premio Venezia Opera Prima (Luigi De Laurentis): Jusqu’á la garde (Francia) di Xavier Legrand
- Premio Orizzonti al miglior film: Nico 1988 (Italia/Belgio) di Susanna Nicchiarelli
- Premio Orizzonti alla miglior regia: Vahid Jalilvand per Bedoone Tarikh, Bedoone Emza (Iran)
- Premio Orizzonti alla miglior sceneggiatura: Dominique Welinski e René Ballestrero per Los Versos del Olvido (Francia/Germania/Olanda/Cile) di Alireza Khatami
- Premio Speciale della Giuria Orizzonti: Caniba (Francia) di Verena Paravel & Lucien Castaing-Taylor
- Premio Speciale Orizzonti per la miglior interpretazione maschile: Navid Mohammadzadeh per Bedoone Tarikh, Bedoone Emza (Iran) di Vahid Jalilvand
- Premio Speciale Orizzonti per la miglior interpretazione femminile: Lyna Khoudrix per Les bienheureux (Francia/Belgio/Qatar) di Sofia Djama
- Premio Orizzonti al miglior cortometraggio: Gros chagrin (Francia) di Céline Devaux
- Premio Venezia Classici al miglior documentario sul cinema: The prince and the Dybbuk (Polonia/Germania) di Elwira Niewiera, Piotr Rosolowski
- Premio Venezia Classici al miglior classico restaurato: Idi i smotri (Russia, 1985) di Elem Klimov
- Premio Venezia Realtà Virtuale al miglior film: Arden’s wake – Expanded (USA) di Eugene YK Chung
- Premio Venezia alla miglior esperienza di Realtà Virtuale: La camera insabbiata (USA/Taiwan) di Laurie Anderson & Hsin-Chien Huang
- Premio Venezia Realtà Virtuale miglior storia: Bloodless (Corea del sud/USA) di Gina Kim
- Leone d’Oro alla carriera: Jane Fonda
- Leone d’Oro alla carriera: Robert Redford