L’arte cinematografica sa trasformare la fantasia in realtà, una realtà effimera certo, come il raggio della proiezione che dà vita alle immagini sullo schermo, ma così viva nel fuggevole spazio della visione che spesso ci assorbe e conquista, facendoci credere all’impossibile.
Per dare forma tangibile al fantastico, anche in quest’era di prodigi digitali, è ancora indispensabile il contributo di tanti artisti che mettano il sapiente lavoro delle loro mani al servizio dei cineasti più visionari, una preziosa tradizione artigiana che ha reso il cinema italiano famoso nel mondo e non è mai venuta meno neppure negli anni di minor splendore della nostra cinematografia nazionale.

Il mestiere del costumista è tra gli apporti più affascinanti, capace di ricreare epoche scomparse – che si perdono nella notte dei tempi o appena trascorse nella vita reale, in cui è determinante l’attenzione al dettaglio per evitare anacronismi – ma anche per dare forma alle favole, come accaduto recentemente con il bellissimo Pinocchio diretto da Matteo Garrone i cui costumi firmati Massimo Cantini Parrini sono in mostra al Museo del Tessuto di Prato fino al 22 marzo.

Fiorentino di nascita, classe 1971, Massimo Cantini Parrini si è imposto all’attenzione vincendo, fin dalla sua prima candidatura, il David di Donatello per tre anni consecutivi con i costumi de Il racconto dei racconti di Matteo Garrone, Indivisibili di Edoardo De Angelis e Riccardo va all’inferno di Roberta Torre, un successo che è frutto di un lungo percorso formativo; gli studi con Piero Tosi e una decade come aiuto di Gabriella Pescucci, due grandi artisti che non hanno bisogno di presentazione.

L’esposizione intitolata semplicemente Pinocchio nei costumi di Massimo Cantini Parrini è articolata in due sezioni distinte. Nella prima un breve video introduce al lavoro del costumista, affiancando una ricca selezione di campioni di tessuto, i bozzetti originali realizzati per il film di Matteo Garrone e alcuni abiti d’epoca provenienti dalla collezione personale dell’artista, iniziata quando era ancora un bambino, che oggi conta oltre quattromila pezzi, dalla fine del Settecento ai giorni nostri.

Una passione privata diventata prezioso bagaglio per l’attività professionale, dal momento che è lo stesso Massimo Cantini Parrini ad affermare che nel suo lavoro non esiste creazione, ma la capacità di copiare dal passato rielaborando i costumi in funzione del progetto a cui sono destinati.
Nella seconda sezione sono esposti trentadue costumi di Pinocchio, venticinque realizzati dalla famosa Sartoria Tirelli, più alcuni dalla Sartoria Costumi d’Arte Peruzzi e da Cospazio 26.

Ammirando da vicino l’abito rosso del burattino o quello della grande lumaca, cameriera personale della fata dai capelli turchini, ci si stupisce a notare come possano apparire abiti ‘vissuti’ anziché costumi usati solo per il breve spazio delle riprese. In particolare colpisce la veridicità dell’aspetto consunto, ottenuto con efficace perizia maltrattando i capi appena confezionati per simularne l’uso, che nel colletto del cappotto indossato dalla Volpe trova un esempio davvero straordinario.

Il biglietto d’ingresso alla mostra temporanea, che occupa soltanto una parte al primo piano del palazzo, consente anche la visita della collezione permanente del Museo del Tessuto di Prato, voluto nel 1975 dall’industriale tessile Tullio Buzzi, che racconta ogni fase del lungo processo di lavorazione, dalla materia prima naturale alla rocca di filato e fino al prodotto finito realizzato a telaio.

Didascalie immagini

  1. Pinocchio nel film di Matteo Garrone /
    Medoro
    foto © Alain Parroni
  2. L’allestimento della mostra
    foto © Andrea Mancaniello
  3. Massimo Cantini Parrini (fonte) /
    Roberto Benigni e Federico Ielapi sono Geppetto e Pinocchio
    foto © Greta De Lazzaris
  4. Massimo Cantini Parrini,
    bozzetto originale per il costume di Pinocchio
  5. Massimo Cantini Parrini,
    bozzetto originale per il costume di Colombina /
    Pinocchio e Colombina
    foto © Greta De Lazzaris
  6. Il costume della lumaca, Sartoria Tirelli
    foto © Leonardo Salvini /
    La simulazione dell’abito consunto sui costumi del Gatto e della Volpe, Sartoria Tirelli
    foto © Leonardo Salvini
    [particolare]

IN COPERTINA
Massimo Cantini Parrini,
bozzetto per il costume di Pinocchio in esposizione
foto esposizione © Andrea Mancaniello
[particolare]

Pinocchio
nei costumi di
Massimo Cantini Parrini

Fondazione Museo del Tessuto di Prato
via Santa Chiara, 24
59100 – Prato

Orari:
da Martedì a Giovedì 10:00 – 15:00
da Venerdì a Domenica 10:00 – 19:00
chiuso Lunedì

Dove e quando

Evento: Pinocchio nei costumi di Massimo Cantini Parrini