La vita è un viaggio da fare a piedi.
               Bruce Chatwin

Scrittore e viaggiatore, sempre in esplorazione verso ogni angolo più remoto del globo, l’inglese Bruce Chatwin trasformò la sua irrequietezza per una vita stanziale in antidoto al tedio della quotidianità, in cerca di una via d’uscita al possesso di oggetti che accumuliamo nelle nostre case vivendo, sviluppò interesse per il nomadismo ad ogni latitudine e in ogni cultura.
Chatwin era fermamente convinto che la fine dei popoli nomadi, per varie ragioni destinati quasi inevitabilmente all’estinzione nel mondo moderno, equivalesse alla fine per l’umanità intera, sempre più concentrata in grandi metropoli e avvelenata da un eccesso di tecnologia.
Perciò nella sua breve esistenza – se n’è andato a soli quarantanove anni dopo aver contratto l’Aids – lo scrittore ha girato il pianeta attratto da gruppi etnici espressione di mondi diversi, comunità ai margini della società che ha avvicinato sempre con estremo rispetto, studiandole con la perizia di un antropologo, studi che poi sono confluiti nelle sue opere letterarie.
A volte, cercando di salvaguardare un patrimonio tramandato solo oralmente che vedeva in pericolo, Chatwin si è spinto oltre divulgando conoscenze che per gli anziani sciamani dovevano restare segrete; in Le vie dei canti (1987) ha raccontato il culto degli aborigeni d’Australia per cantilene e melodie, strumenti per orientarsi nei grandi spazi del deserto australiano, che tengono unito il pianeta – nelle loro credenze – anche in senso fisico.

L’attrazione per il viaggio e la curiosità per culture lontane ha caratterizzato da sempre anche l’opera di Werner Herzog, quasi inevitabile perciò che il cineasta tedesco e lo scrittore entrassero in contatto con una tale comunanza di interessi e una visione del mondo condivisa; nel 1983 i loro percorsi si incrociarono una prima volta nella comunità aborigena, dove il regista era impegnato a raccogliere materiali per il suo Dove sognano le formiche verdi, e da lì ebbe inizio una grande amicizia.

Adesso, nel trentesimo anniversario della scomparsa di Bruce Chatwin, il prolifico Werner Herzog ha realizzato il documentario Nomad – in cammino con Bruce Chatwin andando a ripercorrere alcuni tra gli itinerari che hanno segnato l’opera dello scrittore, intervistando persone che lo hanno conosciuto da vicino e ripercorrendone la parabola letteraria e umana. Il risultato è un ritratto reso intimo dagli aneddoti personali, ma che diventa universale per i temi affrontati, fondanti dell’esperienza umana.

Nomad – in cammino con Bruce Chatwin di Werner Herzog sarà nelle sale italiane da oggi e fino a mercoledì distribuito da Wanted Cinema, ma arriverà presto anche in libreria entrando a far parte della collana di prestigiosi documentari Feltrinelli Real Cinema che conta già più di settanta titoli.

Didascalie immagini

  1. Locandina italiana
  2. Relitto a Punta Arenas che Chatwin ha fotografato per il suo In Patagonia / Impronte di arcaiche generazioni / Cimitero tribale, Patagonia, Cile
  3. 1983: Werner Herzog e Bruce Chatwin spiriti affini / Klaus Kinski in Cobra Verde di Werner Herzog, tratto dal romanzo Il viceré di Ouidah di Bruce Chatwin
  4. Bruce Chatwin [Sheffield, 13 maggio 1940 / Nizza, 18 gennaio 1989]

© 2019 BBC Studios

IN COPERTINA
Lo zaino di Bruce Chatwin ereditato poi da Werner Herzog
© 2019 BBC Studios

SCHEDA FILM

  • Titolo originale: Nomad: In the Footsteps of Bruce Chatwin
  • Regia: Wener Herzog
  • Con: Werner Herzog, Karin Eberhard, Nicholas Shakespeare, Elizabeth Chatwin, Petronella Vaarzon-Morel, Glenn Morrison, Michael Liddle Pula, Marcus Wheeler, Shaun Angeles Penange, Peter Bartlett, Robin Granites, Alberto Del Castillo
  • Sceneggiatura: Werner Herzog
  • Fotografia: Louis Caulfield, Mike Paterson
  • Musica: Ernst Reijseger
  • Montaggio: Marco Capalbo
  • Produzione: Richard Bright, Steve O’Hagan e Lucki Stipetic per BBC Studios
  • Genere: Documentario
  • Origine: Regno Unito, 2019
  • Durata: 85′ minuti