Il nuovo Academy Museum of Motion Pictures di Los Angeles che è stato inaugurato ufficialmente lo scorso 25 settembre, aprendo poi i battenti al pubblico cinque giorni dopo, nella sede progettata da Renzo Piano, rende omaggio al Cinema di Pier Paolo Pasolini partecipando alle celebrazioni in occasione del primo centenario della nascita del grande poeta, cineasta, intellettuale italiano nato a Bologna il 5 marzo 1922.

La retrospettiva, che fino al 12 marzo presenterà al pubblico californiano la produzione cinematografica completa e in ordine cronologico del Pasolini regista, si è aperta con Accattone, titolo d’esordio realizzato nel 1961 che rielaborava l’eredità del Neorealismo con una forte carica di lirismo. Alla cerimonia ufficiale era presente lo scenografo Dante Ferretti, tre volte premio Oscar, come atto di stima e gratitudine per un amico che gli affidò il set di Medea, interpretata da Maria Callas, come primo incarico da titolare.

Conoscenza carnale: i film di Pier Paolo Pasolini è il primo frutto della collaborazione quinquennale siglata dal Museo degli Oscar con Cinecittà a suggellare il comune impegno per la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio cinematografico internazionale, ma anche a mettere a frutto in campo logistico competenze consolidate che in questo caso hanno prodotto le copie restaurate in pellicola 35mm di quasi tutti i titoli del programma, appositamente stampate a Roma negli stabilimenti degli storici studi di via Tuscolana 1055.

La carriera cinematografica di Pasolini, interrotta brutalmente da una vera e propria esecuzione politica mai completamente chiarita nella dinamica e nelle responsabilità dei mandanti, che troppo spesso per il carico di morbosità che vi si è colpevolmente coltivato sopra ha finito col mettere in ombra il valore del lascito etico e artistico dell’artista, ha attraversato poco più di una decade, ma producendo film ancora oggi capaci di parlare alla nostra contemporaneità, con una critica feroce alle letali derive della società dei consumi.

La furia di libertà anarchica di cui Pasolini era portatore, sanissimo, gli ha permesso di vedere in prospettiva con estrema lucidità il futuro della società italiana, con l’assoggettarsi di ogni valore etico all’unico che nei fatti – al di là di ogni retorica – è dominante su qualsiasi altro e in ogni ambito: il profitto! Per questo oggi i suoi scritti ci appaiono profetici, i suoi film, soprattutto Salò o le 120 giornate di Sodoma che uscì postumo sugli schermi diventandone l’eredità morale, risultano ancora indigesti e capaci di interrogarci.

Pier Paolo Pasolini senza dubbio ancora influenza col suo pensiero il panorama della cultura italiana, oggi come non mai orfano di voci critiche capaci di risvegliare il torpore delle coscienze, mettendo in luce spunti non convenzionali come sapeva fare bene quando si schierava, spesso, in maniera inattesa controcorrente. Il suo lascito è quanto mai indispensabile, l’auspicio è che queste celebrazioni siano occasione per scoprirne o approfondirne l’opera.