Come non condividere l’ideale del direttore del Festival di Cannes Thierry Frémaux che, nel tentativo di porre argine alla volgarità riportando l’attenzione sui film, ha proibito i selfy sul tappeto rosso?
Da quest’anno però ha anche rinviato le proiezioni stampa dopo quelle ufficiali di gala, per non turbare cineasti e attori con malevole recensioni, rischiando di fare della manifestazione una semplice passerella di vanità.

Con la guerra a Netflix poi – che rifiuta la distribuzione nei cinema francesi necessaria da statuto ai suoi titoli per essere ammessi a Cannes – la Croisette è stata pressoché disertata da Hollywood, che sempre più preferisce Venezia complice la collocazione in settembre, all’inizio della marcia verso l’Oscar per i titoli di punta a stelle e strisce.
Probabilmente anche per questo la 71ª edizione del Festival di Cannes ha visto un rinnovamento dei cineasti ammessi al concorso principale e dei ventuno titoli in competizione per la Palma d’oro, dieci erano di autori per la prima volta a Cannes.

In questa edizione 2018, la prima dell’era post Weinstein, molto rilievo è stato dato alla lotta contro le molestie sessuali e nella serata finale durante la premiazione Asia Argento, una delle vittime del produttore, ha raccontato come certe pratiche fossero abituali anche a Cannes. La visibilità offerta all’attrice romana suona come una sorta di risarcimento rispetto al massacro mediatico subito in Italia, ma negli USA la legittima battaglia inizia a mostrare eccessi integralisti come l’espulsione di Roman Polanski dall’Academy per un caso di quarant’anni fa, ampiamente chiarito, non equiparabile in alcun modo al caso del fondatore della Miramax.

Venendo ai premi, la giuria presieduta da Cate Blanchett ha assegnato la Palma d’Oro a Manbiki kazoku [Famiglia di taccheggiatori] di Kore-eda Hirokazu, storia di una famiglia dedita al furto che si prende cura di una piccola orfana; altro capitolo nella filmografia del prolifico cineasta nipponico, che ha nella famiglia il fulcro centrale di ogni sua storia. Un premio speciale per la capacità di rinnovare ‘ancora’ il linguaggio cinematografico è stato assegnato a Le livre d’image dell’invisibile Jean-Luc Godard, inevitabilmente assente alla serata, da anni ritirato nella sua casa in Svizzera.

Spike Lee tornato a Cannes dopo una lunga assenza – mancava dal 1991 – ha vinto il Gran Premio con il suo Blackkklansman, storia vera ambientata negli anni ’70 di un poliziotto nero infiltrato nel Ku Klux Klan – teneva contatti per telefono inviando un collega bianco alle riunioni – che attraverso una vicenda di ieri parla all’America razzista di oggi.
Il Premio della Giuria è stato assegnato a Capharnaüm [Cafarnao] della regista libanese Nadine Labaki, storia di un dodicenne analfabeta costretto a vivere di espedienti per portare soldi a casa, che fa causa ai genitori per averlo messo al mondo. Acquisito nel listino Lucky Red, il film avrà distribuzione in Italia.

Il cineasta polacco Pawel Pawlikowski con Zimna wojna [Guerra fredda] ha vinto il premio per la regia, una storia d’amore ambientata negli anni ’50 e filmata in un elegante bianco e nero, come il precedente Ida vincitore anche dell’Oscar.
Ex aequo per il premio alla sceneggiatura alla nostra Alice Rohrwacher per il suo Lazzaro felice, che sarà nelle sale italiane dal 31 maggio, pari merito con Se rokh [Tre sfumature] di Jafar Panahi, assente perché il governo iraniano non gli consente di uscire dai confini dello Stato, che ha inviato la figlia in sua vece.

Dogman di Matteo Garrone ha conquistato il premio per il miglior attore, assegnato meritatamente al suo protagonista Marcello Fonte; collocato in una periferia imprecisata, tanto da diventare luogo sospeso del mito come un vero e proprio villaggio western, il nuovo film dell’autore di Gomorra è il ritratto di un uomo che, anche nelle situazioni più difficili e cruente, riesce a non avvelenarsi l’anima mantenendo una purezza congenita sorprendente. Miglior attrice Samal Yeslyamova protagonista in Ayka di Sergey Dvortsevoy, dramma collettivo ambientato in Kazakistan dove l’abbandono di neonati è fenomeno diffuso.

La Caméra d’or alla miglior opera prima è andata alla coproduzione belga-olandese Girl di Lukas Dhont che racconta la storia di una ragazzina col sogno per la danza classica, prigioniera in un corpo maschile.  Il film di chiusura fuori concorso è stato The Man Who Killed Don Quixote [L’uomo che uccise Don Chisciotte] di Terry Gilliam, opera maledetta che sembrava non poter vedere la luce e che finalmente dopo venticinque anni di lavorazione ha raggiunto gli schermi; ma solo quelli francesi per ora, una causa legale tra il cineasta e il produttore portoghese Paulo Branco rende difficile sapere quando il film potrà arrivare nel resto del mondo.
A seguire l’elenco dei premiati del concorso principale.

71° Festival di Cannes

Lungometraggi:

  • Palma d’oro: Manbiki kazoku (Giappone) di Hirokazu Kore-eda
  • Gran Premio: Blackkklansman – Black Klansman (USA) di Spike Lee
  • Premio della giuria: Capharnaüm (Libano) di Nadine Labaki
  • Miglior regia: Pawel Pawlikowski per Zimna wojna (Polonia/Francia/Regno Unito)
  • Miglior attore: Marcello Fonte in Dogman (Italia/Francia) di Matteo Garrone
  • Miglior attrice: Samal Yeslyamova in Ayka (Russia/Germania/Polonia/Cina/Kazakistan) di Sergey Dvortsevoy
  • Miglior sceneggiatura: Lazzaro Felice (Italia/Svizzera/Francia/Germania) di Alice Rohrwacher ex aequo con Se rokh (Iran) di Jafar Panahi
  • Palma d’oro speciale: Le livre d’image (Svizzera) di Jean-Luc Godard
  • Caméra d’or alla Miglior Opera Prima: Girl (Belgio/Olanda) di Lukas Dhont

Cortometraggi:

  • Palma d’Oro Cortometraggio: All These Creatures di Charles Williams
  • Cortometraggio – Menzione Speciale: On The Border di Wei Shujun

Didascalie immagini

  1. Locandina 71° Festival di Cannes / Thierry Frémaux / Cate Blanchett / I giurati: Chang Chen, Denis Villeneuve, Léa Seydoux e Andrey Zvyagintsev / La giuria al completo
  2. Capharnaüm (Libano) di Nadine Labaki
  3. Samal Yeslyamova miglior attrice per Ayka di Sergey Dvortsevoy
  4. Kore-eda Hirokazu Palma d’Oro per Manbiki kazoku / Locandina originale del film / Premio speciale a Jean-Luc Godard
  5. Spike Lee con il Gran Premio per Blackkklansman / Nadine Labaki e il suo protagonista Premio della Giuria per Capharnaüm
  6. Pawel Pawlikowski miglior regista per Zimna wojna / Un’immagine di Lazzaro felice di Alice Rohrwacher
  7. Marcello Fonte miglior attore in Dogman di Matteo Garrone
  8. Lukas Dhont vincitore della Camera d’Or per Girl con il suo protagonista Victor Polster / L’ex aequo per la sceneggiatura: Alice Rohrwacher per Lazzaro felice e la figlia di Jafar Panahi ritira il premio per Se rokh

IN COPERTINA
Kore-eda Hirokazu con la Palma d’Oro tra il presidente di giuria Cate Blanchett e i giurati Kristen Stewart e Léa Seydoux