Complice la candidatura arrivata per l’italiano Io capitano di Matteo Garrone prodotto da Rai Cinema, per la prima volta la cerimonia di premiazione degli Academy Awards che si è tenuta ieri sera, giunta alla 96 ª edizione, è approdata sulla rete ammiraglia della Rai, ma non ha portato fortuna al nostro film.
Più che meritatamente il premio al miglior film internazionale è andato infatti a La zona d’interesse di Jonathan Glazer, che ha vinto anche il premio al miglior sonoro, e il regista britannico ha colto l’occasione per porre l’accento sul meccanismo di disumanizzazione dell’altro, che rende possibile ancora oggi il perpetrarsi dell’orrore, mettendo sullo stesso piano le vittime della Shoah, quelle dell’attacco di Hamas del 7 ottobre scorso e del genocidio in corso a Gaza.
Grande favorito della vigilia, Oppenheimer di Christopher Nolan su tredici candidature porta a casa sette statuette, tra cui le più importanti per miglior film, regia e interpretazione maschile a Cillian Murphy. Senza nulla togliere all’attore irlandese, che ha incarnato l’inventore della bomba atomica J. Robert Oppenheimer in un film complesso e corale, personalmente avrei preferito vedere sul podio Paul Giamatti asse portante di The holdovers – lezioni di vita di Alexander Payne.
Grande soddisfazione invece per la vittoria di Robert Downey Jr attore non protagonista, sempre per Oppenheimer, in cui incarna con straordinaria aderenza il rivale del fisico protagonista, Lewis Strauss, politico rancoroso presidente della Commissione per l’Energia Atomica. Già eccezionale nei panni di Charlie Chaplin nel film di Richard Attenborough, per cui ebbe la prima candidatura all’Oscar trentun anni fa, l’attore newyorkese è tornato alla grande dopo un periodo buio con abuso di droghe.
Sorpresa per la vittoria di Emma Stone, al secondo Oscar dopo quello per La la land, miglior attrice per Povere creature! di Yorgos Lanthimos, che ha prevalso sulla favorita Lily Gladstone che di Killers of the flower moon – fluviale ritratto dell’anima nera degli Stati Uniti firmato da Martin Scorsese – è una colonna portante accanto a Leonardo Di Caprio e Robert De Niro. Anche questo premio è del tutto meritato, ma avrei preferito Sandra Hüller per Anatomia di una caduta di Justine Triet.
Il film francese già Palma d’Oro al Festival di Cannes conquista comunque il riconoscimento per la miglior sceneggiatura originale, prevalendo su titoli interessanti come Past lives di Celine Song. Soddisfazione anche per l’Oscar al miglior adattamento andato alla sceneggiatura firmata Cord Jefferson per American fiction, una commedia dolceamara che con brillante intelligenza mette alla berlina il politicamente corretto che tanti danni sta facendo alla Cultura negli ultimi decenni.
Mentre la quantità di persone scomparse sembra certificare l’aumento anomalo della mortalità degli ultimi due anni, tanto che più nomi e facce erano in contemporanea su schermi diversi, ci fa piacere notare come i film che sono di fatto solo vuoti veicoli di promozione per le vendite – di cui Barbie è l’esempio più eclatante – restano comunque ai margini; di otto candidature la “giostra” di Greta Gerwig conquista solo il premio alla miglior canzone con il brano What was I made for?
Altre assegnazioni di cui gioire i riconoscimenti per Il ragazzo e l’airone di Hayao Miyazaki miglior lungometraggio d’animazione, senza alcun dubbio di livello superiore rispetto ai rivali, gli effetti speciali a Godzilla Minus One e l’attrice non protagonista, Di’Vine Joy Randolph, per il ruolo toccante della cuoca in The holdovers; disagio invece per il documentario 20 days in Mariupol che personalmente ritengo, a tratti, pornografico nell’esposizione del dolore, avrei preferito il sublime To kill a tiger.
Una serata con poche sorprese che non faremo troppa fatica a dimenticare, mentre – cambiando decisamente argomento – va ricordato che oggi 11 marzo è indetto il 1° Giorno della Memoria dell’Olocausto Sanitario, per tenere memoria dei numerosi morti o danneggiati a causa dei sieri sperimentali somministrati a tappeto a gran parte della popolazione mondiale. Ma questa è davvero un’altra storia, in gran parte ancora tutta da scrivere. Invece per gli Oscar anche quest’anno è andata.
96° Academy Award – vincitori e candidati
Miglior film: Oppenheimer (Emma Thomas, Charles Roven, Christopher Nolan produttori)
American Fiction (Ben LeClair, Nikos Karamigios, Cord Jefferson, Jermaine Johnson produttori)
Anatomia di una caduta (Marie-Ange Luciani, David Thion produttori)
Barbie (David Heyman, Margot Robbie, Tom Ackerley, Robbie Brenner produttori)
The Holdovers – lezioni di vita (Mark Johnson produttore)
Killers of the flower moon (Dan Friedkin, Bradley Thomas, Martin Scorsese, Daniel Lupi produttori)
Maestro (Bradley Cooper, Steven Spielberg, Fred Berner, Amy Durning, Kristie Macosko Krieger produttori)
Past lives (David Hinojosa, Christine Vachon, Pamela Koffler produttori)
Povere creature! (Ed Guiney, Andrew Lowe, Yorgos Lanthimos, Emma Stone produttori)
La zona d’interesse (James Wilson produttore)
Miglior regia: Christopher Nolan per Oppenheimer
Justine Triet per Anatomia di una caduta
Martin Scorsese per Killers of the flower moon
Yorgos Lanthimos per Povere creature!
Jonathan Glazer per La zona d’interesse
Migliore attrice: Emma Stone per Povere creature!
Annette Bening per Nyad – oltre l’oceano
Lily Gladstone per Killers of the flower moon
Sandra Hüller per Anatomia di una caduta
Carey Mulligan per Maestro
Migliore attore: Cillian Murphy per Oppenheimer
Bradley Cooper per Maestro
Colman Domingo per Rustin
Paul Giamatti per The Holdovers – lezioni di vita
Jeffrey Wright per American Fiction
Migliore attrice non protagonista: Da’Vine Joy Randolph per The Holdovers – lezioni di vita
Emily Blunt per Oppenheimer
Danielle Brooks per Il colore viola
America Ferrera per Barbie
Jodie Foster per Nyad – oltre l’oceano
Migliore attore non protagonista: Robert Downey Jr. per Oppenheimer
Sterling K. Brown per American Fiction
Robert De Niro per Killers of the flower moon
Ryan Gosling per Barbie
Mark Ruffalo per Povere creature!
Migliore sceneggiatura originale: Justine Triet e Arthur Harari per Anatomia di una caduta
David Hemingson per The Holdovers – lezioni di vita
Bradley Cooper & Josh Singer per Maestro
Samy Burch & Alex Mechanik per May December
Celine Song per Past lives
Migliore sceneggiatura non originale: Cord Jefferson per American Fiction
Greta Gerwig & Noah Baumbach per Barbie
Christopher Nolan per Oppenheimer
Tony McNamara per Povere creature!
Jonathan Glazer per La zona d’interesse
Miglior fotografia: Hoyte van Hoytema per Oppenheimer
Edward Lachman per El conde
Rodrigo Prieto per Killers of the flower moon
Matthew Libatique per Maestro
Robbie Ryan per Povere creature!
Miglior montaggio: Jennifer Lame per Oppenheimer
Laurent Sénéchal per Anatomia di una caduta
Kevin Tent per The Holdovers – lezioni di vita
Thelma Schoonmaker per Killers of the flower moon
Yorgos Mavropsaridis per Povere creature!
Miglior scenografia: James Price, Shona Heath e Zsuzsa Mihalek per Povere creature!
Sarah Greenwood e Katie Spencer per Barbie
Jack Fisk e Adam Willis per Killers of the flower moon
Arthur Max e Elli Griff per Napoleon
Ruth De Jong e Claire Kaufman per Oppenheimer
Migliori costumi: Holly Waddington per Povere creature!
Jacqueline Durran per Barbie
Jacqueline West per Killers of the flower moon
Janty Yates e Dave Crossman per Napoleon
Ellen Mirojnick per Oppenheimer
Miglior colonna sonora originale: Ludwig Göransson per Oppenheimer
Laura Karpman per American Fiction
John Williams per Indiana Jones e il quadrante del destino
Robbie Robertson per Killers of the flower moon
Jerskin Fendrix per Povere creature!
Miglior canzone originale: What was I made for? di Billie Eilish e Finneas O’Connell da Barbie
The fire inside di Diane Warren da Flamin’ Hot
I’m just Ken di Mark Ronson & Andrew Wyatt da Barbie
It never went away di Jon Batiste & Dan Wilson da American Symphony: Jon Batiste
Wahzhazhe (A song for my people) di Scott George da Killers of the flower moon
Miglior trucco e acconciature: Nadia Stacey, Mark Coulier, Josh Weston per Povere creature!
Karen Hartley Thomas, Suzi Battersby, Ashra Kelly-Blue per Golda
Kazu Hiro, Kay Georgiou and Lori McCoy-Bell per Maestro
Luisa Abel per Oppenheimer
Ana López-Puigcerver, David Martí, Montse Ribé per La società della neve
Miglior sonoro: Tarn Willers e Johnnie Burn per La zona d’interesse
Ian Voigt, Erik Aadahl, Ethan Van der Ryn, Tom Ozanich e Dean Zupancic per The creator Steven A. Morrow, Richard King, Jason Ruder, Tom Ozanich e Dean Zupancic per Maestro
Chris Munro, James H. Mather, Chris Burdon e Mark Taylor per Mission: Impossible – Dead Reckoning Parte Uno
Willie Burton, Richard King, Gary A. Rizzo e Kevin O’Connell per Oppenheimer
Migliori effetti speciali: Takashi Yamazaki, Kiyoko Shibuya, Masaki Takahashi e Tatsuji Nojima per Godzilla Minus One
Jay Cooper, Ian Comley, Andrew Roberts e Neil Corbould per The creator
Stephane Ceretti, Alexis Wajsbrot, Guy Williams e Theo Bialek per Guardiani della galassia 3
Alex Wuttke, Simone Coco, Jeff Sutherland e Neil Corbould per Mission: Impossible – Dead Reckoning Parte Uno
Charley Henley, Luc-Ewen Martin-Fenouillet, Simone Coco e Neil Corbould per Napoleon
Miglior film d’animazione: Il ragazzo e l’airone (Giappone) di Hayao Miyazaki
Elemental (USA) di Peter Sohn
Nimona (USA) di Nick Bruno & Troy Quane
Il mio amico robot (Spagna) di Pablo Berger
Spider-Man: Across the spider-verse (USA) di Joaquim Dos Santos, Kemp Powers & Justin K. Thompson
Miglior cortometraggio d’animazione: War is over! Inspired by the music of John & Yoko di Dave Mullins
Letter to a pig di Tal Kantor
Ninety-five senses di Jerusha Hess & Jared Hess
Our uniform di Yegane Moghaddam
Pachyderme di Stéphanie Clément
Miglior film internazionale: La zona d’interesse (Regno Unito) di Jonathan Glazer
Io Capitano (Italia) di Matteo Garrone
Perfect days (Giappone) di Wim Wenders
La società della neve (Spagna) di J.A. Bayona
La sala professori (Germania) di Ilker Çatak
Miglior documentario: 20 days in Mariupol di Mstyslav Chernov
Bobi Wine: il presidente del ghetto di Moses Bwayo & Christopher Sharp
La memoria infinita di Maite Alberdi
Les filles d’Olfa di Kaouther Ben Hania
To kill a tiger di Nisha Pahuja
Miglior cortometraggio documentario: The last repair shop di Ben Proudfoot & Kris Bowers
The ABCs of book banning di Sheila Nevins, Nazenet Habtezghi & Trish Adlesic
The barber of Little Rock di John Hoffman & Christine Turner
Island in between di S. Leo Chiang
Nǎi Nai & Wài Pó di Sean Wang
Miglior cortometraggio: La meravigliosa storia di Henry Sugar di Wes Anderson
The after di Misan Harriman
Invincible di Vincent René-Lortie
Ridder Lykke [cavaliere fortuna] di Lasse Lyskjær Noer
Red, white and blue di Nazrin Choudhury and Sara McFarlane