Dagli Eremi celestiniani alla costa dei Trabocchi i paesaggi d’Abruzzo sono stati fonte d’ispirazione per i grandi maestri della fotografia come Henri Cartier- Bresson, Berengo Gardin, Mario Giacomelli ed artisti come Maurits Cornelis Escher che, ottantadue anni fa, a questa regione dedicò una ricca serie di splendide stampe dal forte impatto emotivo. Al novero dei paesaggisti internazionali che hanno lavorato in Abruzzo oggi si aggiunge anche quello di Michael Kenna.
Attratto da questi luoghi per la mutevolezza paesaggistica e dagli stili di vita che ancora si colgono nelle sue vaste aree, dove il rapporto tra l’uomo e la natura sembra riaffiorare da un lontano passato.
La rassegna Abruzzo. Fotografie di Michael Kenna, curata da Vincenzo de Pompeis, Presidente della Fondazione dei Musei Civici di Loreto Aprutino, attraverso ottanta fotografie in bianco e nero di piccolo formato, sviluppate a mano con sali d’argento e scala tonale cromatica ispirata ai lavori pittorialisti del passato, mostra con occhi nuovi l’anima di questi luoghi rendendo omaggio in alcuni scatti al grande Mario Giacomelli.
Le opere, allestite nei suggestivi ambienti di Palazzo Casamarte di Loreto Aprutino fino all’8 settembre, sono il frutto di due intensi anni di lavoro, 5700 km percorsi dal fotografo inglese tra le provincie abruzzesi, dalle vette di 3000 mt alla costa dei Trabocchi, che con straordinaria sensibilità ha saputo cogliere ed imprimere le mille anime di questo variegato paesaggio attraverso un linguaggio poetico fortemente evocativo.
Gli scatti di Micheal Kenna evocano suggestioni romantiche, a volte malinconiche che spesso ha come protagonista il rapporto tra storia e natura, lo si nota in modo straordinario nell’interpretazione delle visioni di montagne selvagge, dei borghi arroccati sulle montagne o adagiati sui versanti delle colline, dei cieli tempestosi che celebrano la magnificenza della natura.
La rassegna offre inoltre l’occasione per visitare la città di Loreto Aprutino, anticamente abitata dai Vestini, che conserva ancor oggi intatto l’impianto urbanistico medievale con le caratteristiche case e palazzi stretti intorno al castello, annoverata per questo tra i borghi più belli d’Italia. Il paese, dalle caratteristiche abitazioni sulle tonalità dell’ocra, si erge su di una collina incastonata tra la costa adriatica e il Gran Sasso, incorniciato da immense distese di uliveti spicca tra i luoghi più caratteristici e suggestivi della costa pescarese.
Il palazzo Casamarte, sede espositiva della rassegna Abruzzo. Fotografie di Micheal Kenna, rappresenta certamente una delle residenze nobiliari più significative della città e dell’architettura civile abruzzese tra ‘700 e ‘800. L’edificio era proprietà dei baroni Casamarte, casato venuto dalla Corsica in Abruzzo alla fine del ‘700 a seguito delle campagne napoleoniche, a metà del XIX secolo subisce un radicale riassetto in chiave neoclassica, viene infatti accorpato a edifici preesistenti per mano dell’architetto ed ingegnere Francesco Valentini (1824-1888), al quale si deve il ridisegno di altri palazzi insistenti sulla via del Baio, come palazzo Valentini e palazzo Acerbo.
I musei civici di Loreto Aprutino custodiscono e tramandano la storia e le tradizioni di questi luoghi con il Museo dell’olio e il Museo Acerbo.
Il primo, inaugurato nel 2005, è ricavato in un antico frantoio costruito nel 1880 su volere di Raffaele Baldini Palladini, proprietario terriero e produttore di olio, che commissionò all’amico Francesco Paolo Michetti il progetto per la realizzazione del suo opificio.
Nel Museo dell’olio si conservano importanti macchine riferite a periodi distinti della sua attività: la macina a molazze in pietra, a trazione animale, e il torchio a tre viti in legno, e i macchinari collocati nel 1920 azionati a forza idraulica: tutte testimonianze del grande impegno unito alla passione e alla perizia tecnica che rese Loreto Aprutino uno dei primi paesi esportatori d’olio di grande qualità nel mondo.
Nelle sei sale espositive del Museo Acerbo invece si conserva una collezione composta da 570 maioliche, appartenute al barone Giacomo Acerbo, quasi tutte provenienti dalla città di Castelli, realizzate tra fra la metà del XVI secolo e il XIX secolo.
In mostra pezzi di grande pregio e bellezza come i grandi piatti in istoriati realizzati da Francesco Grue alla metà XVII secolo o la vaschetta frigidaria decorata con episodi della vita di re David, sempre della bottega Grue o le opere di Gesulda Fuina, ceramista innovatrice che fra XVIII e XIX secolo introduce sulla maiolica castellana il colore rosso, solo per citarne alcune.
Dagli scatti di Micheal Kenna, alle maioliche castellane, dall’alta qualità e tradizione olearia alla straordinaria architettura tipica abruzzese del XVII, XVIII e XIX secolo c’è questo e molto ancora da scoprire nella terra d’Abruzzo dove la qualità nei servizi e la proverbiale ospitalità generano piacevoli sorprese.
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ORARI
dal martedì alla domenica,
ore 10.00-13.00 e 18.00-21.00
È possibile effettuare visite fuori dell’orario di apertura per gruppi, su prenotazione.
Dove e quando