Altri pittori dipingono un ponte, una casa, una barca… io voglio dipingere l’aria che circonda il ponte, la casa, la barca, la bellezza della luce in cui esistono.                                                                                                                                                                                                                                                     (Claude Monet)


Nella primavera del 2018, una mostra emblematica della National Gallery, la prima esposizione interamente dedicata a Monet a Londra da oltre vent’anni, offre un’unica e sorprendente opportunità di scoprire l’artista come non si era mai visto prima. Solitamente, si pensa a Claude Monet come a un pittore di paesaggi, del mare e nei suoi ultimi anni, di giardini; ma fino a ora non era mai stata allestita una mostra che prendesse in considerazione le sue opere in termini di architettura.

Più di un quarto dei dipinti di Monet & l’Architettura, aperta al pubblico il prossimo 9 aprile presso l’ala Sainsbury della National Gallery di Londra, provengono da collezioni private di tutto il mondo e comprendono opere poco note e raramente esposte. Con oltre settantacinque tele di Monet, questo innovativo percorso espositivo abbraccia la sua lunga carriera dagli albori, a metà della decade del 1860, fino all’esposizione pubblica dei suoi dipinti di Venezia nel 1912. Come audace giovane artista, Monet esponeva alle mostre impressioniste tele raffiguranti ponti e palazzi di Parigi e dei suoi sobborghi. Molto più tardi, da anziano, rappresentò la rinomata architettura di Venezia e quella di Londra, mostrandole attraverso il suo occhio straordinario.

Gli edifici giocarono ruoli sostanziali, diversi e inaspettati nei quadri del pittore e fungono tuttora da testimonianza delle varie località da lui stesso frequentate: identifica un villaggio raffigurandone la chiesa principale (Chiesa di Varengeville, 1882, collezione di John e Toni Bloomberg. Donazione promessa al San Diego Museum of Art), o città come Venezia (Il Palazzo Ducale, 1908, Brooklyn Museum, donazione di A. Augustus Healy 20.634) e Londra (L’ago di Cleopatra e il ponte di Charing Cross, 1899-1901 circa, Eyles Family concessione della Halcyon Gallery) con i loro celebri monumenti. L’architettura offre una certa modernità pittorica, la tettoia di vetro di una stazione ferroviaria, come nella Stazione di San Lazzaro (1877, National Gallery, Londra); mentre una struttura venerabile, come La Lieutenance de Honfleur, (1864, collezione privata), marca lo storico e il pittoresco. L’architettura aiutò Monet con il business della pittura: un tetto di tegole rosse poteva offrire un contrasto complementare al dominante verde della vegetazione circostante (Le scogliere a Dieppe, 1882, Kunsthaus Zürich, Vereinigung Zürcher Kunstfreunde), mentre le superfici testurizzate degli edifici creavano degli schermi per giochi di luce, equivalenti solidi dei riflessi sull’acqua (La cattedrale di Rouen, 1893-94, collezione privata).

Anche il Parlamento di Londra è un tema che appare con insistenza nell’opera di Monet intorno al 1900. Il pittore lo poteva osservare soprattutto da una terrazza dell’ospedale Saint-Thomas, situato sulla sponda opposta del fiume, vicino al ponte di Westminster. La produzione londinese di Monet, che comprende anche vedute dei ponti di Charing Cross e di Waterloo è, a dire il vero, dominata dalle variazioni di luce e di atmosfera tipiche della celebre fog, la nebbia che avvolge la città, specialmente nei mesi autunnali e invernali. Figura irreale e fantomatica, il Parlamento sorge come un’apparizione. L’architettura di pietra sembra aver perso ogni consistenza. Cielo e acqua sono dipinte con le stesse tonalità, dominate dal malva e dall’arancione; la pennellata è sistematicamente frammentata in molteplici macchie di colore che delineano efficacemente la densità dell’atmosfera e della foschia. Paradossalmente, questi elementi impalpabili diventano più tangibili rispetto all’edificio indistinto e avvolto nell’ombra.

Una struttura creata dall’uomo aiuta lo spettatore a interagire con l’esperienza di un paesaggio di Monet. Un campanile lontano o una casa vicina (La casa del giardiniere di Antibes, 1888, Cleveland Museum of Art, dono dei signori J. H. Wade) ci indicano la scala, e rispondono al nostro istinto di leggere l’ambiente fisico in termini di distanza, destinazione e del tempo necessario per percorrere tale distanza. L’architettura può sostituire la presenza umana e suggerire lo stato d’animo, sia che si tratti dello stupore per la grandezza di un monumento storico (San Giorgio Maggiore, 1908, collezione privata), di un brivido per la vitalità di una strada di città affollata (Il ponte nuovo, 1871, Dallas Museum of Art, The Wendy and Emery Reves Collection), o della solitudine di un cottage isolato sulla scogliera (Il cottage del doganiere, 1888, Harvard Art Museums/Fogg Museum, lascito di Annie Swan Coburn, Stati Uniti).
L’esposizione sarà suddivisa in tre sezioni, dedicate rispettivamente a Il villaggio e il pittoresco, La città e la modernità e Il monumento e il mistero, e mostrerà come uno dei più famosi pittori al mondo sia stato in grado di catturare una società in rapido mutamento attraverso la rappresentazione dei suoi edifici.

Questa speciale iniziativa sarà anche l’occasione per presentare una peculiare esposizione di alcuni grandi dipinti in serie di Monet: cinque dipinti olandesi frutto di viaggi effettuati nei primi anni della decade del 1870, dieci dipinti di Argenteuil e della periferia parigina della metà della decade del 1870, sette cattedrali di Rouen del 1892-1895, otto dipinti di Londra del 1899-1904, e nove tele di Venezia del 1908. Monet & l’Architettura presenterà anche eccezionali abbinamenti, come entrambi i dipinti della chiesa di Vétheuil, che Monet realizzò subito dopo l’arrivo nel borgo nel tardo 1878 (uno dalla Scottish National Gallery, l’altro da una collezione privata): uno fu esposto alla quarta mostra impressionista del 1879, e l’altro alla settima nel 1882, ma non sono mai stati visti insieme. Il popolare dipinto della National Gallery Il Tamigi sotto Westminster (1871) sarà esposto a fianco di una foto della spiaggia di Trouville (1870, collezione privata), fatta solo pochi mesi prima con le stesse dimensioni della tela e dalla composizione molto simile.

Molti dipinti famosi di Monet, amati in tutto il mondo, viaggeranno a Londra: Le Quai du Louvre (1867, Gemeente Museum, Den Haag), uno dei suoi primi paesaggi urbani; il Boulevard des Capucines (1873, Museo statale Pushkin di Belle Arti, Mosca) esposto in corrispondenza della prima mostra impressionista nel 1874 in cui suscitò svariate polemiche; e La rue Montorgueil, Parigi, festa nazionale del 30 giugno (1878, Musee d’Orsay), piena di bandiere, realizzato per commemorare la celebrazione di una festa nazionale. Attraverso gli edifici, Monet rese testimonianza della sua posizione, rivelando un caleidoscopio atmosferico e registrando i giochi di luce del sole, la nebbia e i riflessi, utilizzando le caratteristiche dell’ambiente costruito come un teatro di luce. In un’intervista del 1895 disse: «Altri pittori dipingono un ponte, una casa, una barca… io voglio dipingere l’aria che circonda il ponte, la casa, la barca, la bellezza della luce in cui esistono».

La mostra è curata dallo studioso di Monet, Richard Thomson, professore di Belle Arti alla cattedra Watson Gordon presso l’università di Edimburgo, che commenta: «È il sogno di ogni curatore ospite essere in grado di riunire un corpus di tanti dipinti di un grande artista e di raggrupparli in modo da mettere in luce nuovi modi di vedere le sue opere ineguagliabili». La sensibilità di Monet per la caduta di luce attraverso gli edifici, i ponti, e l’acqua continua a sorprendere tutt’oggi il pubblico. Le sue immagini di Rouen, Parigi e Londra sono diventate parte dei paesaggi della nostra immaginazione collettiva. La mostra, audace reinterpretazione dei quadri di Monet, sarà anche un’opportunità unica per sperimentare questi suoi capolavori in un contesto assolutamente innovativo e ingegnoso, pensato proprio per l’occasione.
 

Dettagli

Didascalie immagini

  1. Claude Monet (1840 – 1926), La Cattedrale di Rouen, effetti di luce mattutina (Cathédrale de Rouen: Le Portail (Effet du matin)), 1894, Olio su Tela, 110 × 73 cm, Musée d'Orsay, Parigi.
  2. Claude Monet (1840 – 1926), Parlamento di Londra, tramonto (Le Parlement, coucher de soleil), 1900-1, Olio su tela, 81 × 92 cm, National Gallery of Art Washington, DC.
  3. Claude Monet (1840 – 1926), Parlamento di Londra, cielo in tempesta (Le Parlement, ciel orageux), 1904, Olio su tela, 81,5 x 92 cm, Palais des Beaux-Arts de Lille, Lille.
  4. Claude Monet (1840 – 1926), Strada a Saint-Adresse (Rue à Sainte-Adresse), 1867, Olio su tel, 80 × 59,5 cm.
  5. Claude Monet (1840 – 1926), La rue Montorgueil, Parigi, festa nazionale del 30 giugno (La rue Montorgueil, Paris. Fête du 30 juin, 1878), 1878, Olio su tela, 80 × 50 cm, Musée d'Orsay, Parigi.
  6. Claude Monet (1840 – 1926), Le Quai du Louvre (Le Quai du Louvre), 1867, Olio su tela, 65,1 × 92,6 cm, The Hague, Haags Gemeentemuseum, L'Aia.
  7. Claude Monet (1840 – 1926), Il Canal Grande, (Le Grand Canal), 1908, Olio su tela, 73 × 92 cm, Museum of Fine Arts, Boston

IN COPERTINA
Claude Monet (1840 – 1926), Le Quai du Louvre (Le Quai du Louvre), 1867, Olio su tela, 65,1 × 92,6 cm, The Hague, Haags Gemeentemuseum, L'Aia
[particolare]

Dove e quando

Evento: Monet & Architecture

Indirizzo:
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Date: 20180409 - 20180729