Tra le mostre chiuse di recente in seguito alle indicazioni degli ultimi dpcm del Governo, vi è la retrospettiva che la Biblioteca Braidense ha dedicato a Giovan Battista Piranesi (Venezia 1720 – Roma 1778 ) nell’anno del terzo centenario della nascita.
In attesa di sapere se, alla riapertura al pubblico dei musei, la mostra Piranesi a Milano. Omaggio nel terzo centenario dalla nascita verrà prorogata oltre il termine originario del 14 novembre, troviamo comunque interessante parlarvi dei punti focali ed inediti che l’esposizione e il catalogo, che raccoglie i saggi di alcuni dei principali studiosi dell’artista, hanno messo in luce.
Iniziamo quindi col dire che Piranesi non soggiornò mai a Milano, tuttavia la sua figura ebbe una grande importanza nell’orientare anche in città artisti, architetti, ma anche il gusto per l’arredamento e il collezionismo di stampe a cavallo tra Sette e Ottocento. Il materiale esposto, proveniente da importanti istituzioni milanesi come le collezioni civiche del Gabinetto dei disegni, la Collezione Bertarelli, le collezioni del Teatro alla Scala, la Biblioteca della Scuola Militare Teulié e altre raccolte private, ha infatti testimoniato l’importanza della forte presenza delle opere piranesiane in città.
Noto nell’Olimpo dei più grandi incisori italiani di tutti i tempi, Piranesi fu anche un architetto, scavatore, restauratore di pezzi antichi e titolare di un’importante bottega d’arte che, da Roma, proseguì poi l’attività con i figli Francesco e Pietro esuli a Parigi. Riveliamo quindi immediatamente una delle principali scoperte della quale parla Pierluigi Panza nel suo saggio in catalogo. Si tratta di un documento inedito conservato in Archivio di Stato, una lettera del 1808 con la quale Francesco Piranesi, da Parigi, tentò di trasferire la calcografia di famiglia e l’industria di manifatture proprio a Milano, all’epoca cuore dell’Italia napoleonica. L’affare non andò in porto in quanto le richieste del Piranesi junior risultavano davvero troppo onerose per il governo (chiedeva un palazzo di cento locali!), ma il tentativo testimonia l’attrattività europea della città.
Un altro pezzo per veri intenditori è poi custodito alla Biblioteca Braidense, si tratta dell’unica copia delle “Antichità Romane” alla quale è anteposta, manoscritta, la “Allocuzione” di Piranesi agli accademici di San Luca. L’antefatto di questa sorta di arringa/difesa della propria posizione davanti ai membri dell’illustre Accademia è da vedersi nella ritrattazione del Lord inglese che si era offerto come mecenate dell’impresa grafica, il cui rifiuto scatenò le ire di Piranesi che in questo discorso non esitò a metterle nero su bianco. Il tema della libertà d’espressione divenne del resto anche in seguito un punto di costante interesse per Piranesi, animando la sua intera attività di artista, teorico, architetto e di designer.
La fortuna che ebbero le incisioni piranesiane in città fu davvero ampia, come documentando ad esempio i processi d’acquisizioni di collezioni di stampe come le “Carceri” e i “Vasi” dell’Archivio Bertarelli, in parte già di proprietà della famiglia Trivulzio. Le stampe dell’artista furono poi molto apprezzate soprattutto nella stagione neoclassica di Brera. Nella stessa Sala Teresiana della Braidense che ospita la mostra, l’architetto Giuseppe Piermarini volle del resto sui soffitti proprio decorazioni con motivi antiquari in linea col gusto piranesiano.
La Braidense è infatti una delle biblioteche più fornite dell’opera di Piranesi del quale possiede praticamente l’intero corpus di stampe. Molti di questi cataloghi arrivarono soprattutto grazie alle avvedute acquisizioni dell’allora segretario dell’Accademia, Giuseppe Bossi, e diventarono presto materiale di studio per gli studenti della Scuola d’Ornato che ne furono fortemente influenzati.
Ma l’influsso di Piranesi si fece sentire in moltissimi ambiti della vita culturale cittadina; del resto le sue vedute, visionarie e scenograficissime, non potevano che suggestionare le maestranze della Scala, dove anche in tempi recenti alcuni attori sotto la regia di Strehler hanno indossato abiti simili a quelli dei personaggi piranesiani delle “Vedute di Roma”.
E poi ancora l’assimilazione forte e personalissima degli elementi romani, ma anche etruschi ed egizi che si manifestò potentementee nel volume le “Diverse maniere” che Piranesi riempì di disegni per oggetti, mobili, camini, fregi ornamentali che divennero presto una imprescindibile fonte alla moda per il “design” europeo di tutte le principali città a cavallo tra Settecento e Ottocento, Milano inclusa.
Anche nel caso non avessimo modo di visitare nuovamente la mostra, chi vorrà approfondire questi aspetti meno noti ma densi della storia del gusto milanese ha quindi a disposizione il catalogo di studi a cura di Pierluigi Panza ed edito da Scalpendi editore, dove si è scelto di lasciare spazio principalmente alle nuove interpretazioni anziché alle immagini da sfogliare. Si parla di come Piranesi fu in grado di trasformare l’immaginario europeo della pratica che oggi chiamiamo design ma anche di come, lo racconta l’illustre Carlo Bertelli nel suo saggio, i suoi volumi in qualche modo servirono per mostrare ai milanesi la Roma antica in quanto sino a quel momento in città non si erano avuti particolari acquisti di antichità.
Per citare ancora solo alcuni dei moltissimi temi toccati dal catalogo, vi sono poi utili saggi ad uso degli studiosi che descrivono i nuclei di opere piranesiane presenti nelle collezioni delle diverse istituzioni prestatrici.
Didascalie immagini
- Giovan Battista Piranesi, Lettere di Giustificazione scritte a Milord Charlemont e a’ di lui agenti di Roma…Roma, 1757, secondo frontespizio. È la versione ridotta del frontespizio del vol.II delle Antichità Romane. Biblioteca Nazionale Braidense
- Lettera di Francesco Piranesi (figlio di Giovan Battista) del 21 giugno 1808. Archivio di Stato di Milano, Autografi / Giovan Battista Piranesi, “Allocuzione”, anteposta a Le Antichità Romane, Roma, 1756, Biblioteca Nazionale Braidense
- Giovan Battista Piranesi, “Il ponte levatoio”, in Carceri d’invenzione di G. Battista Piranesi archit. Venezia, 1760, acquaforte. Civica Raccolta delle Stampe “Achille Bertarelli”
- Giovan Battista Piranesi, “Rilievo con eroti del Giardino Aldobrandini”, in Vasi, candelabri, cippi…, Roma, 1778, vol.I, tav.VI. L’incisione è dedicata al principe Friedrich Franz of Anhalt-Dessau che acquistò un camino da Piranesi per il castello di Wörlitz. Biblioteca Nazionale Braidense / 6- Allievo dell’Accademia di Brera Soggetti d’ornato, tratto da G.B. Piranesi, Vasi, candelabri, cippi… Roma, 1778, vol.I, tav.VI. Penna e inchiostro su traccia a matita. Milano, Castello Sforzesco, Gabinetto dei Disegni
- Giovan Battista Piranesi, “Veduta interna del Sepolcro di Santa Costanza”, in Vedute di Roma, particolare. Biblioteca Nazionale Braidense / Michele Pertusi nel Don Giovanni messo in scena del 1999, ripresa del 1987-1988 diretta da Riccardo Muti, regia di Giorgio Strehler, costumi di Franca Squarciapino. Si confronti con i figurini di Piranesi presenti nelle Vedute di Roma
IN COPERTINA
Giovan Battista Piranesi, “Il ponte levatoio”, in Carceri d’invenzione di G. Battista Piranesi archit. Vene., 1760, acquaforte. Civica Raccolta delle Stampe “Achille Bertarelli”
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