“Per me fare cinema è un modo di vivere, un modo di stare al mondo,
di respirare, di andare avanti, una forma di pensiero, di desiderio, di condivisione.”
Jonás Trueba
(intervistato da Sergi Sánchez per La Razón)

…e a questa dichiarazione del cineasta madrileno risponde perfettamente il suo ultimo film Volveréis – una storia d’amore quasi classica, commedia in equilibrio tra vita vera e sua rappresentazione, ottavo lungometraggio della sua filmografia da regista, ma primo ad arrivare in Italia dal prossimo 12 giugno distribuito nelle sale da Wanted Cinema.
Alejandra – per tutti semplicemente Ale – e Alex sono una coppia affiatata da quattordici anni, vivono a Madrid e lavorano nel mondo del cinema, regista lei e attore lui, ma forse per una sorta di crisi di mezza età che pare prendere forma al raggiungimento dei quaranta, decidono di lasciarsi, organizzando una festa d’addio per parenti e amici; una felice celebrazione di gratitudine con musica dal vivo, per rendere omaggio a quanto si sono vicendevolmente dati, in termini di cura e attenzione reciproca. La scelta della data per festeggiare è simbolicamente fissata al 22 settembre, ultimo giorno d’estate.
Giocando con i canoni della commedia romantica, sovvertiti con ironia visto che non è una cerimonia di nozze quella che si va a mettere su, ma il suo esatto contrario, Jonás Trueba ingaggia attori amici e complici abituali, come Itsaso Arana e Vito Sanz coppia reale anche nella vita, per dare volto ai due personaggi che decidono di dare seguito a un’idea balzana da sempre propugnata dal padre di lei: festeggiare la fine di una relazione sentimentale, esattamente come di solito se ne celebra l’unione. In realtà questo spunto, germoglio originale per la realizzazione del film viene da Ferdinando Trueba – padre di Jonás, regista devoto a Billy Wilder che ritirando l’Oscar per Belle epoque, impossibilitato dal suo ateismo a ringraziare Dio, disse solo “Grazie Billy!” – qui scritturato dal figlio per interpretare il padre di Alejandra, creando un ulteriore corto circuito tra finzione e mondo reale fuori dallo schermo.

Esercizio meta cinematografico in cui Alejandra lavora al montaggio di un film nel film che, utilizzando sequenze di quel che stanno vivendo i personaggi, diventa riflessione sul potere delle immagini e dà risposta affermativa al quesito del filosofo Stanley Cavell, che è anche titolo di un suo libro: Il cinema può renderci migliori?
Volveréis è un labirinto narrativo molto originale che si nutre della Settima Arte: con i momenti rubati sul set della serie Dieci capodanni di Rodrigo Sorogoyen, – visibile in Italia esclusivamente su RaiPlay – l’omaggio a François Truffaut e discussioni cinefile; quella su 10 di Blake Edwards è un affondo preciso al revisionismo ideologico tanto in voga oggi, ma anche riferimento niente affatto casuale alla cosiddetta crisi di mezza età.

Citando il pensiero del filosofo Søren Kierkegaard accanto a classici della commedia hollywoodiana come Scandalo a Filadelfia di George Cukor, Volveréis – una storia d’amore quasi classica di Jonás Trueba si presenta come opera di puro intrattenimento, per mutare poi in scrigno di spunti tutt’altro che banali. Dopo l’esordio nella Quinzaine des Cinéastes al Festival di Cannes 2024, sarà finalmente disponibile anche al pubblico italiano.