Il Teatro alla Scala, in unica data, il 14 giugno, offre in forma di concerto l’opera di Nicola Antonio Porpora: Carlo il Calvo.
La prima è del 1738 e andò in scena a Roma al Teatro delle Dame su libretto anonimo e vicenda ispirata da L’innocenza giustificata di Francesco Silvani.
Il compositore napoletano fu uno dei più importanti della sua epoca, fu anche un famoso maestro di canto, tra i suoi allievi Farinelli e Caffarelli, i più celebri castrati di quel periodo.
La sua musica è dal punto di vista dell’armonia più semplice rispetto a quella di Händel e incarna perfettamente la peculiarità della scuola napoletana con melodie estremamente gradevoli da cantare e ascoltare, sorrette da una strumentazione sobria.
Carlo il calvo è un dramma per musica dove si intrecciano i sentimenti di odio, invidia, ma anche amore, amicizia e perdono: la corsa al potere di Lottario contro il fratellastro Carlo, la calunnia contro Giuditta accusata di avere avuto una relazione fuori dal matrimonio con il suo confidente Berardo, da cui è nato Carlo; l’amore contrastato di Gildippe per Adalgiso e di Edvige per Berardo; i contrasti tra padre (Lottario) e figlio (Adalgiso) poi il lieto fine dove la ragione e l’amore trionfano.
Il cast è a dir poco stellare, sono presenti tra i migliori cantanti al mondo del barocco: Franco Fagioli, controtenore, è Adalgiso, oltre ad avere una voce straordinaria ed aver affrontato i vari virtuosismi, delle vere e proprie acrobazie vocali che la sua parte gli impone, ha trasmesso tutte le sue emozioni anche senza la mise en scène; non ci sono aggettivi sufficienti per descrivere la sua bravura, aria “saggio nocchier che vede“ e “spesso di nubi cinto”.
Julia Lezhneva, soprano, è Gildippe, anche per lei prova superlativa, voce eccezionale e tecnica perfetta fanno di lei una delle più quotate cantanti dell’opera barocca, una carriera iniziata giovanissima ed in continua ascesa, eccellente interprete, aria “se nell’amico nido“ e il meraviglioso duetto con Adalgiso “dimmi che m’ami”.
Max Emanuel Cencic, controtenore, è Lottario, voce incantevole e tecnica raffinata fanno di lui uno dei più autorevoli interpreti del Barocco, ha dimostrato tutta la sua bravura e la sua sicurezza, sostenuta da anni di esperienza e successi favolosi, aria “quando s’oscura il cielo“ e “so che tiranno io sono”.
Suzanne Jerosme, soprano, è Giuditta, bella voce unita a ottima tecnica, aria “tu m’ingannasti” e “vorresti a me sul ciglio”.
Ambroisine Brè, mezzosoprano, è Edvige, bel timbro e canto molto piacevole, aria “pender da cenni tuoi” e “il provido cultore”.
Dennis Orellana, controtenore, è Berardo, giovanissimo, ha affrontato con disinvoltura le due arie di notevole impegno vocale “per voi sul campo armato” e “sulla fatal arena” dimostrando grande virtuosismo e preparazione.
Stefan Sbonnik, tenore, è Asprando, voce gradevole, aria “col passagier talora” e “temer della sorte“.
La direzione è affidata al celebre ed esperto maestro George Petrou che dirige con la sua solita sicurezza l’orchestra Armonia Atenea, che ci ha deliziati con la garanzia di una fama accresciuta con questa indimenticabile serata.
Teatro quasi pieno, pubblico attento e molto partecipativo che ha accolto con fragorosi applausi ognuna delle meravigliose arie in cui è divisa l’opera, per poi arrivare all’apoteosi del consenso con una standing ovation alla fine dello spettacolo per tutti gli artisti, che hanno contribuito a lasciare di questa magnifica esibizione un ricordo che sicuramente non sbiadirà.