Lo scrittore e filosofo, ministro della cultura francese per un’intera decade nell’era de Gaulle, André Malraux ebbe modo di notare come Eugène Delacroix, pur sostenendo la superiorità del dipinto finito sullo schizzo preparatorio, conservò numerosi schizzi che considerava in termini di qualità opere d’arte al pari dei propri quadri migliori. Colpito da questa riflessione sull’arte, ma anche ispirato da Opera aperta di Umberto Eco, il cineasta rumeno Radu Jude ha tentato di trasporre nel cinema l’idea di una ‘forma’ incompiuta come un bozzetto, una sorta di raccolta di appunti per un possibile film popolare; è nato così il suo Bad luck banging or loony porn premiato il mese scorso con l’Orso d’Oro al miglior film della 71ª edizione del Festival Internazionale del Cinema di Berlino.
Diviso in tre parti distinte precedute da necessario preambolo, con tre finali possibili – ma ironico, caustico e dissacrante, il film dichiara qual è tra le alternative la sua conclusione più sincera – Bad luck banging or loony porn rappresenta una vera e propria istigazione al pensiero critico, un provocatorio appello a mantenere attivo il muscolo cerebrale salvaguardandolo dal rischio di atrofia, in un’epoca ostaggio della demenza dilagante dei reality show, avvelenata dal vuoto egocentrismo in costante lievitazione alimentato dall’uso massiccio dei social network e inquinata da una diffusione capillare di gossip e fake news.

Emilia Cilibiu, insegnante di storia in una prestigiosa scuola privata di Bucarest, vede diffondersi in rete un video intimo nel quale è impegnata col marito Eugen in un gioco erotico piuttosto esplicito, che la espone al pubblico giudizio. Tra ipocrisie e moralismi, luoghi comuni perbenisti e pregiudizi indotti dall’impostazione politica di appartenenza, la donna dovrà fronteggiare un vero tribunale d’inquisizione, ottuso come tutte le istituzioni di questo tipo, promosso dai genitori dei suoi allievi.

Riflettendo sul concetto di ‘oscenità’ spesso ancora legato nella società attuale a modelli culturali obsoleti, nella prima parte il film invita a fare attenzione alla volgarità pornografica, invisibile ai più eppure così tristemente attuale, di azioni socialmente accettate dal sentire comune; ne abbiamo esempi anche in Italia, come il trasformare i propri figli fin dalla nascita in prodotti di marketing da parte della coppia più esposta dell’intero panorama dei social network.

La seconda parte intitolata Breve dizionario di aneddoti, cartelli e meraviglie fornisce tutta una serie di informazioni, tra filmati d’epoca e immagini di origine eterogenea, utilissime a comprendere in modo completo e immediato la battaglia ideologica – costellata di illazioni e riferimenti storici precisi, intervallati da provocazioni come la risata che riproduce quella celeberrima di Woody Woodpecker – rappresentata dalla terza parte in cui assistiamo, in piena era Covid, alla messa sotto accusa dell’insegnante.

Una tempesta di riflessioni universali, valide e applicabili anche alla nostra quotidianità, tipo quella sulla discrezionalità: come nel Giappone imperiale gli studenti universitari di materie umanistiche – ritenuti superflui rispetto a quelli di discipline scientifiche – erano costretti a diventare kamikaze nel secondo conflitto mondiale, con quale criterio oggi in un’Italia blindata dalla pandemia si tengono aperte le librerie perché diffondono cultura, ma non si riconosce identico status a chi vende musica?

Girato in piena emergenza sanitaria resa evidente anche sullo schermo, ironico e tagliente nel denunciare la volgarità contemporanea – del linguaggio, ma ancor più del pensiero – Bad luck banging or loony porn di Radu Jude è un’opera densa e intelligente, per teste pensanti, che può spiazzare al primo impatto. È disponibile per il pubblico italiano sulla piattaforma MioCinema.com.

Dettagli

Didascalie immagini

  1. Locandina italiana
  2. Il cineasta Radu Jude (fonte) tra egocentrismo esasperato e demenza televisiva
  3. La morbosa ottusità dell’inquisizione
  4. Arroganza, cattivo gusto e volgarità, anche nei doppi sensi pubblicitari
  5. Chiesa ortodossa romana: nel 1989 la cattedrale tenne le porte ben chiuse mentre l’esercito sparava sulla folla durante la rivoluzione / Parlamento di Bucarest: i turisti scattano selfie mentre la guida racconta come il palazzo sia stato costruito con sangue e morte / Mihai Eminescu: il poeta più celebrato, emblema dello spirito culturale stesso della Romania / Famiglia: in Romania sei bambini su dieci sono vittime di violenza domestica
  6. Mascherine e distanziamento sociale, dispositivi che non argineranno per sempre la natura dell’umanità

© 2021 Microfilm (RO) / PTD (LU) / Endorfilm (CZ) / Kinorama (HR)

IN COPERTINA
Katia Pascariu è l’insegnante Emilia 'Emi' Cilibiu protagonista del film
© 2021 Microfilm (RO) / PTD (LU) / Endorfilm (CZ) / Kinorama (HR)

SCHEDA FILM

  • Titolo originale: Babardeală cu bucluc sau porno balamuc
  • Regia: Radu Jude
  • Con: Katia Pascariu, Claudia Ieremia, Olimpia Mălai, Nicodim Ungureanu, Alexandru Potocean, Andi Vasluianu, Dana Voicu, Daniela Ioniţă Marcu, Ilinca Manolache, Tudorel Filimon, Ana Ciontea, Gabriel Spahiu, Alina Şerban, Victor Yila, Liliana Ghiţă, Alex Bogdan, Dan Rădulescu, Adrian Enache, Ion Petrescu “Axinte”, Cristina Holtzli, Nicoleta Lefter, Ilinca Hărnut, Adina Cristescu, Luminiţa Erga, Oana Maria Zaharia, Paul Dunca/Paula Dunker, Raya Al-Souliman, Stefana Badiu, Eduard Cîrlan, Antonia Marin, Ada Solomon, Oana Matei Pavlu, Mihai Calotă, Zita Moldovan, Marina Voica, Ion Dichiseanu, Silviu Gheţie, Kristina Cepraga, Claudiu Dumitru, Marcela Motoc, Şerban Pavlu, Costel Băloiu, Alex Tocilescu, Voileta Haret-Popa, Cristina Drăghici, Una Toma, Valentino Rudolf, Vasile Todinca, Ruxandra Maniu, Dan Nicolaescu, Cristina Nicolaescu, Alexandru Georgescu, Silviu Gherman, David Bejgu, Şerban Lazarovici, Ana Mihaela Guran, Ana Solomia, Filip Solomon, Alexandru Jude, Matei Jude, Bogdan Cotlet, Corina Gliga, Thea Iacob, Maria Militaru, Adrian Cioflâncă, Ştefan Steel, Alexandra Stănilă-Ţiculescu, Mariana Cristescu, Petra Nesvačilová
  • Soggetto e Sceneggiatura: Radu Jude
  • Fotografia: Marius Panduru
  • Musica: Jura Ferina, Pavao Miholjevic
  • Montaggio: Cătălin Cristuțiu
  • Scenografia: Cristian Niculescu
  • Costumi: Cireșica Cuciuc
  • Produzione: Ada Solomon per Microfilm Romania in coproduzione con Paul Thiltges, Adrien Chef, Jiří Konečný e Ankica Jurić Tilic per Paul Thiltges Distributions (Lussemburgo), Endorfilm (Repubblica Ceca) e Kinorama (Croazia) in associazione con Dan Wechsler, Jamal Zeinal-Zade e Andreas Roald per Bord Cadre Films (Svizzera) e Sovereign Films (UK)
  • Genere: Bozzetto
  • Origine: Romania / Lussemburgo / Repubblica Ceca / Croazia, 2021
  • Durata: 106' minuti

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